Cosa prevedono leggi in vigore su nuovi limiti di pignoramento sia per conti correnti che per stipendi e case e altre immobili: chiarimenti
Quali sono i nuovi limiti di pignoramento stipendi, conti correnti e case aggiornati al via nel 2023? Quando si accumulano debiti perché ci si ritrova nella condizione economica di non essere più in grado di onorare i dovuti pagamenti, nella peggiore delle ipotesi, quando in nessun modo e con nessuna agevolazione, si può regolarizzare la propria situazione debitoria, allora si rischia di arrivare al pignoramento dei beni per ripagare il debito.
Tuttavia, pur se si tratta di una soluzione estrema, prima di arrivarci effettivamente ci vuole un po' di tempo, che rappresenta una possibilità in più per il debitore di ripagare il suo debito, ma sono previsti anche limiti al pignoramento dei beni. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale nella misura in cui, per legge, non si può pignorare il minimo vitale, che è pari appunto al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro.
Se, dunque, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro. Il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale importo, che diventa dunque impignorabile.
E’ possibile pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:
Passando al pignoramento delle case 2023, diverse sono le regole a seconda di chi sia il soggetto con cui si hanno debiti. Se, infatti, il creditore è l’Agenzia delle Entrate, vige il principio di impignorabilità della prima casa, se si tratta dell’unico immobile di proprietà del debitore, non rientra tra le case di lusso o di pregio ed è l’abitazione principale del debitore in cui è fissata la sua residenza.
In tal caso, la casa non può essere pignorata dalle Entrate, ma in presenza di altri immobili di proprietà o se la prima casa risulta casa di lusso e non di residenza del debitore, allora può essere eseguito il pignoramento ma solo se il debito è di importo superiore a 120mila euro e il valore complessivo del patrimonio immobiliare del debitore è superiore ai 120mila euro.
Precisiamo che l’impignorabilità della prima casa che vale per il luogo dove il contribuente ha fissato la propria residenza e se non è una casa di lusso vale solo per il Fisco. Tutti gli altri enti creditori, come banche, finanziarie, ecc, possono pignorare anche la prima casa.