Nel 2026 le pensioni subiranno aumenti degli importi grazie alla rivalutazione annuale e all'assegnazione di una tantum, con particolare attenzione alle pensioni minime.
Tra adeguamenti automatici all’inflazione e interventi aggiuntivi a sostegno delle pensioni minimi, il 2026 porta novità sugli importi delle pensioni in Italia. L'attenzione si concentra sia sulla tradizionale rivalutazione annuale degli assegni, basata sull’Indice dei Prezzi al Consumo, sia quello deciso antum destinato agli importi minimi nel testo della Manovra Finanziaria approvato in CDM
La rivalutazione annuale delle pensioni è un meccanismo previsto per consentire agli assegni di mantenere nel tempo il proprio valore reale. Nel 2026, la perequazione automatica degli importi si basa sulle stime Istat, che prevedono un’inflazione attorno all’1,7%. Questo indice sarà determinante nella definizione degli aumenti per la maggior parte dei pensionati.
La rivalutazione degli assegni sopra il trattamento minimo avverrà con percentuali di incremento decrescenti man mano che cresce l’importo della pensione stessa. L’obiettivo risiede nella progressività dell’intervento, in modo tale da focalizzare le risorse sui trattamenti inferiori, secondo criteri di equità sociale:
Per quanto riguard, invece, una pensione pari al trattamento minimo 2025, ovvero circa 603 euro, dovrebbe salire a poco più di 613 euro mensili grazie alla perequazione ordinaria. (ma come vedremo solo per queste pensioni la crescita sarà rafforzata grazie ad un intervento spefico)
Per i pensionati con trattamenti più elevati, le percentuali ridotte riflettono da un lato la necessità di controllare la spesa pubblica e dall’altro l’impegno a tutelare i soggetti che rischiano di più l’erosione del potere d’acquisto.
L’intervento più rilevante tra le misure previste per il prossimo anno riguarda le pensioni minime, che saranno oggetto non solo della consueta rivalutazione ordinaria, ma anche di un incremento aggiuntivo una tantum.
Accanto all’adeguamento ordinario, calcolato sull’inflazione, appena sopra scritto, si aggiungerà però una quota extra, frutto della rivalutazione straordinaria introdotta dal governo, che dovrebbe portare l’importo complessivo a circa 633 euro mensili, pari a un aumento di circa 20 euro rispetto all’anno precedente.
I potenziali beneficiari sono coloro che già percepiscono la pensione al minimo e rientrano nei limiti reddituali previsti dalla normativa.
Stando alle proiezioni, l’incremento totale annuo ammonterebbe a circa 260 euro, in linea con la promessa governativa di rafforzare il potere d’acquisto delle categorie più fragili.
Cosa è successo negli ultimi anni alla pensioni minime?
Anno | Importo Minimo Mensile | Incremento Annuale |
2024 | 598,61 € | - |
2025 | 603,40 € | +4,79 € |
2026 (stimato, con una tantum) | ca. 633 € | +29,60 € |
L’analisi dei dati mostra che le rivalutazioni degli ultimi anni sono state spesso giudicate esigue dagli osservatori e dalle stesse associazioni di pensionati. Nel 2025 l’aumento si era fermato ad appena lo 0,8%, mentre nel 2026 si attesterà a oltre il doppio. Tuttavia, sia la CGIL che la UIL hanno espresso perplessità sull’efficacia delle misure adottate, giudicando gli incrementi ancora non in grado di tutelare in maniera adeguata il potere d’acquisto.
In particolare: