Si tratta di una presa di posizione che è destinata a far discutere, anche e soprattutto in questo periodo di transizione e di contrasto al coronavirus.
Non sappiamo ancora in che modo inizierà il prossimo anno scolastico. Non sappiamo se sin dal primo giorno tutti i bambini e ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori siederanno regolarmente sui rispettivi banchi di scuola.
E né se le lezioni saranno organizzate, in parte o totalmente, a distanza. Non si esclude infine la possibilità di turni tra la mattina e il pomeriggio per evitare concentrazioni di scolari e studenti. Ma su un punto sembrano tutti d'accordo: l'indispensabilità della vaccinazione di massa contro l'influenza.
A suggerirlo sono adesso la Società Italiana di Medici Pediatri e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Si tratta di una presa di posizione che è destinata a far discutere, anche e soprattutto in questo periodo di transizione tra la riduzione dei casi di contagio di coronavirus e la definitiva sconfitta di questo flagello.
Ma secondo gli esperti medici la rotta è tracciata: vaccinare i bambini dai 6 mesi ai 14 anni per aiutare a individuare meglio eventuali casi di coronavirus. Analizziamo meglio le posizioni tra
Più esattamente, come spiegato dal presidente Giuseppe Mele, avere tutta la popolazione pediatrica vaccinata contribuisce a comprendere chi avrà il coronavirus nel momento in cui si ripresenterà.
In buona sostanza non ci sarà il rischio di confondere una normale influenza con il coronavirus. I bambini sono considerati gli asintomatici per eccellenza e di conseguenza - argomentano i pediatri - rischiano di diventare i veri untori delle famiglie di provenienza con il rischio di un nuovo picco epidemico.
La soluzione individuata per evitarlo è "l'obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale per i bambini da 6 mesi a 14 anni", da con confondere con il vaccino per il coronavirus. I pediatri giocano d'anticipo poiché chiedono adesso per ottobre, quando è attesa la circolare ministeriale che indica le fasce interessate dalla vaccinazione.
Il timore è che con l'arrivo dell'autunno che porta con sé la diffusione delle tradizionali patologie infettive stagionali, la valutazione della situazione epidemiologica diventi confusa e difficile.
Sulla stessa linea di pensiero si colloca il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, secondo cui le vaccinazioni sono un bene prezioso.
Il suo suggerimento è di sostenerle tra gli anziani e i bambini per innalzare il livello di protezione della popolazione.
Considera fondamentale fornire da subito tutti quegli strumenti che possano consentire una indagine sierologica e attivarsi per essere in grado di distinguer i sintomi leggeri da coronavirus, tipici dei bambini, da quelli influenzali.