Un'ondata di furti di dati personali ha colpito gli hotel italiani: migliaia di informazioni sensibili sono state sottratte e rivendute online, mettendo a rischio ospiti e strutture. Analisi delle tecniche e conseguenze del fenomeno.
Negli ultimi mesi, l'Italia sta affrontando un nuovo e preoccupante scenario di rischio: il furto su larga scala di dati personali dai sistemi informatici delle strutture ricettive. Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha confermato l'avvio di indagini a seguito delle numerose violazioni che hanno riguardato hotel di diverse regioni italiane.
Secondo le autorità, le banche dati degli hotel sono divenute bersagli privilegiati per assalti informatici finalizzati alla sottrazione di scansioni digitali di documenti di riconoscimento, tra passaporti e carte d'identità. Questi dati risultano particolarmente appetibili nei circuiti criminali, manifestando una chiara minaccia sia per i cittadini coinvolti sia per il settore turistico nazionale. L'entità degli episodi osservati pone l'attenzione sul livello di sicurezza delle informazioni personali gestite dai servizi di ospitalità.
Dal mese di giugno si sono susseguiti attacchi informatici mirati contro catene alberghiere e hotel indipendenti italiani. Le analisi delle agenzie di cybersecurity hanno identificato un escalation a partire da episodi già ravvisati a maggio, segnalando una crescita nel mercato illecito dei dati. Il gruppo "mydocs", operante nei circuiti underground del dark web, ha rivendicato diverse azioni compromettenti. Fra le tecniche sfruttate spiccano intrusioni tramite vulnerabilità nei software di check-in e accessi a server non adeguatamente protetti. Queste incursioni sono culminate nella sottrazione di decine di migliaia di scansioni di documenti, successivamente messe in vendita online. Le tappe sono state:
La portata degli illeciti commessi è straordinaria sia per volume sia per distribuzione geografica. Secondo quanto accertato dal CERT-AGID e dalle dichiarazioni degli stessi autori degli attacchi, sono almeno 12 gli hotel direttamente coinvolti, con una molteplicità di furti in diverse regioni del Paese. Tra i casi più documentati si segnalano:
Hotel |
N° Documenti Rubati |
Ca' dei Conti (Venezia) |
38.000 |
Regina Isabella (Ischia) |
30.000 |
Mediolanum (Milano) |
22.200 |
Savoia Resort (Bardonecchia) |
22.100 |
Astoria Suite (Rimini) |
20.800 |
Continentale (Trieste) |
17.000 |
Questi numeri non solo confermano la gravità degli episodi, ma evidenziano la vulnerabilità delle procedure di gestione documentale negli hotel italiani.
Gli scenari di compromissione ricorrenti mettono in luce la varietà e la sofisticazione degli strumenti usati dai cybercriminali contro i sistemi informatici delle strutture di accoglienza. Le tecniche impiegate includono:
Le scansioni di passaporti, carte d'identità e altri documenti acquisiti dai sistemi degli hotel rappresentano per le organizzazioni criminali un asset di elevato valore. Questi materiali trovano sbocco in vari circuiti:
L'intera filiera dell'ospitalità risente direttamente della perdita di affidabilità emersa a seguito dei furti di dati. L'esposizione dei dati personali degli ospiti mina la fiducia nelle strutture e si riflette sulle prenotazioni, determinando potenzialmente flessioni del fatturato, danni d'immagine e richieste di risarcimento. Piccoli hotel e resort sono spesso più esposti a causa delle minori risorse dedicate alla sicurezza informatica e il rischio è aggravato dalla diffusione di software gestionali datati. In una prospettiva internazionale, gli effetti si riverberano anche sul brand “Italia” come destinazione turistica. Le autorità antitrust e di regolamentazione sottolineano la necessità di aggiornare i protocolli digitali e rafforzare la formazione del personale per contenere simili danni, suggerendo consultazione dei testi normativi disponibili su garanteprivacy.it.
Le risposte istituzionali non si sono fatte attendere. Il Garante per la Privacy ha avviato ispezioni presso le strutture colpite, chiedendo segnalazioni tempestive di ogni anomalia e sollecitando i gestori ad adottare misure di contenimento immediate, secondo le disposizioni previste dalla Normativa UE 2016/679 (GDPR). Alle strutture viene richiesto di avvisare prontamente i clienti potenzialmente interessati da furti di dati e di procedere con l'attuazione di pratiche sicure, anche tramite piattaforme come il portale "Alloggiati Web" della Polizia di Stato. Contemporaneamente, AgID ha emanato circolari per potenziare i controlli su procedure di verifica documentale.
Per ridurre il rischio di sfruttamento illecito dei dati personali, sia clienti sia gestori di strutture ricettive possono intervenire seguendo linee guida pratiche e operative: