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Quali pacchi e come si possono spedire lo stesso in Usa dopo blocco Poste e altri vettori, i costi e fino a quando durer limite

di Marcello Tansini pubblicato il
Blocco Poste e altri vettori

Le nuove restrizioni sulle spedizioni verso gli USA stanno provocando incertezza tra cittadini e aziende. Origini del blocco, spedizioni ancora possibili, effetti su costi, logistica e possibili prospettive future.

Dal 23 agosto, spedire prodotti negli Stati Uniti dall'Italia e da altri Paesi europei è diventato più complesso, a seguito dell'adozione di nuove direttive doganali americane. Il cambiamento riguarda in particolare l'eliminazione della franchigia doganale sugli invii di valore fino a 800 dollari, che finora rendeva più agevoli e meno costosi gli scambi commerciali e privati.

Poste Italiane e numerosi operatori europei hanno dovuto sospendere temporaneamente l'accettazione di pacchi contenenti merci per evitare problemi doganali, mentre restano disponibili solo alcune tipologie di spedizione. Questo scenario segna una svolta significativa per chi invia merce oltreoceano e impatta notevolmente sui flussi logistici tra Europa e USA.

Origine e motivazioni del blocco: cosa è cambiato nelle normative USA

La decisione degli Stati Uniti di abolire la cosiddetta franchigia de minimis rappresenta il nodo centrale del blocco. In passato, grazie a questa soglia, i pacchi al di sotto degli 800 dollari venivano esentati dal pagamento dei dazi doganali, facilitando transazioni commerciali di basso valore, in particolare per e-commerce e spedizioni private.

Il nuovo regolamento, sancito da un decreto esecutivo adottato il 30 luglio, risponde all'esigenza statunitense di contrastare pratiche elusive delle grandi piattaforme internazionali e di riequilibrare la concorrenza con il sistema distributivo interno. Dal 29 agosto, ogni pacco – indipendentemente dal valore – dovrà essere sottoposto al pagamento dei dazi, secondo aliquote che, per molte categorie merceologiche provenienti dall'UE, possono raggiungere il 15%.

Un altro elemento di criticità è l'incertezza generata dal ritardo nella pubblicazione delle specifiche tecniche da parte della dogana USA. Fino al 15 agosto, operatori postali e aziende non disponevano delle modalità operative necessarie per adeguare i sistemi informatici e logistici ai nuovi obblighi. Questo intervallo ridotto ha costretto molti operatori, tra cui Poste Italiane, DHL e altri, a optare per la sospensione temporanea per evitare costi inattesi e rischi di respingimento dei pacchi.

Le nuove disposizioni non solo aumentano il carico burocratico, ma pongono questioni aperte riguardo la raccolta dei tributi, la trasparenza delle procedure e le tempistiche di consegna, accrescendo le criticità per i mittenti di tutta Europa.

Quali spedizioni sono ancora consentite: servizi e opzioni attivi

Nonostante la severità delle restrizioni, restano attivi alcuni canali e servizi:

  • Invio di corrispondenza senza contenuti commerciali o merce: lettere e documenti privi di valore economico possono ancora attraversare l'Atlantico.
  • Poste Delivery International Express: questo servizio espresso, gestito tramite un percorso logistico differenziato e con assistenza doganale dedicata, permette l'invio di alcune tipologie di merci, sebbene a costi e regolamentazioni sensibilmente diversi.
  • Regali tra privati: in alcuni Paesi, come Francia e Germania, rimane possibile spedire "regali" tra privati fino a una modesta soglia economica (100 euro o 100 dollari), ma con maggiori controlli e verifiche preventive sul reale utilizzo.
Tutte le spedizioni commerciali standard sono invece sospese fino all'emanazione di nuove disposizioni operative americane. Le aziende e privati sono stati invitati a monitorare comunicazioni ufficiali da parte degli operatori postali per eventuali aggiornamenti sul ripristino dei canali tradizionali.

Costi aggiuntivi, rischi e durata delle limitazioni

L'eliminazione della franchigia e l'introduzione dei nuovi dazi generano costi significativamente più elevati per chi spedisce negli USA, con oneri doganali che gravano sia su privati sia su imprese. Le aliquote variano generalmente dal 10% al 15% sul valore dichiarato del contenuto, con spese amministrative e rischi di ulteriori oneri in caso di inesattezze nelle dichiarazioni:

Tipo di invio

Dazio medio

Note

Standard sotto $800

10-15%

Nuovi obblighi da agosto

Regali privati

0% / controlli maggiori

Solo fino a $100 o 100 €

Express (Poste Delivery)

Variabile

Assistenza doganale inclusa

  • Rischio di respingimento e ritardi: Mancando procedure operative trasparenti, i pacchi rischiano di restare bloccati in dogana o di essere restituiti ai mittenti.
  • Maggiore complessità documentalistica: Si rende necessario fornire informazioni dettagliate, incrementando il rischio di errori formali e relativi costi aggiuntivi.
La durata della sospensione rimane incerta: i servizi postali confermano che il blocco resterà in vigore sino a che le autorità americane non avranno chiarito integralmente i processi di riscossione dei dazi e trasmissione dei dati. Secondo fonti ufficiali e associazioni di settore, si profila un periodo di transizione che potrebbe protrarsi, in mancanza di chiarimenti, per diverse settimane o mesi, con possibili modifiche basate sugli esiti dei negoziati tra autorità statunitensi ed europee.

L'estensione europea del blocco: cosa succede in Francia, Germania, Spagna e altri Paesi

Il fenomeno delle restrizioni sulle spedizioni verso gli Stati Uniti non riguarda solo l'Italia, ma coinvolge la maggioranza degli operatori postali europei. Belgio, Spagna, Francia, Austria, Svezia, Germania e Regno Unito si sono trovati costretti ad adottare misure simili a protezione dei mittenti e degli stessi servizi postali. In pratica:

  • Francia: La Poste ha bloccato i pacchi, ad esclusione dei regali privati sotto i 100 euro, esprimendo disappunto per la mancanza di tempo utile all'adeguamento alle nuove regole.
  • Germania: Deutsche Post/DHL ha sospeso le spedizioni commerciali, mantenendo solo l'invio di "regali" sotto i 100 dollari, soggetti a controlli intensificati per evitare frodi.
  • Spagna: Correos ha fermato i pacchi di valore inferiore a 800 dollari verso gli USA e Porto Rico per tutelare i clienti da complicazioni doganali improvvise.
  • Altri Paesi: Austria, Belgio, Paesi Bassi e Svezia, attraverso i rispettivi operatori nazionali, hanno annunciato sospensioni o restrizioni simili. Nel Regno Unito, Royal Mail ha limitato l'offerta, puntando a ripristinarla in tempi brevi.
Lo scenario evidenzia una forte incertezza nel sistema postale europeo e comunitario, aggravata dall'assenza di regole operative chiare provenienti dagli Stati Uniti e dalla pressione esercitata sulle piccole realtà imprenditoriali, che spesso utilizzavano questi canali per accedere al mercato americano.

Le reazioni delle associazioni dei consumatori

Le principali associazioni dei consumatori italiane ed europee hanno reagito con preoccupazione allo scenario venutosi a creare:

  • Assoutenti ha evidenziato come la sospensione penalizzi in particolare famiglie, studenti e piccole imprese, chiedendo un confronto effettivo tra Unione Europea e autorità statunitensi per garantire la libertà di spedizione e la tutela dei diritti dei consumatori.
  • Codacons ha sottolineato il rischio che questa situazione porti a rincari nelle tariffe postali e ad una limitazione della libera circolazione di merci, sollecitando un intervento rapido della Commissione Europea per una regolazione trasparente e uniforme.
  • Consumerismo No Profit ha definito lo stop una misura "inevitabile" e legata alla mancanza di chiarezza sulle nuove norme, invitando a chiarire rapidamente le modalità di applicazione dei dazi da parte delle autorità competenti.
Tutte convergono sull'urgenza di un quadro normativo definito e condiviso, capace di offrire alle parti interessate un sistema regolatorio certo e accessibile, che non lasci i consumatori ostaggio delle incertezze burocratiche.

La modifica delle regole sulle spedizioni influisce strutturalmente sulle catene logistiche e sul sistema produttivo italiano ed europeo.

L'effetto domino coinvolge anche le realtà produttive locali legate ai "made in Italy" e alle filiere artigianali, accentuando la pressione su un settore già messo alla prova dagli equilibri globali e dalla recente crisi dei trasporti internazionali.

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