Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Accertamenti e controlli fiscali Redditi, IRAP, IVA: cosa scade il 31 dicembre 2025 e va in prescrizione (tranne eccezioni)

di Marianna Quatraro pubblicato il
Accertamenti controlli fiscali scadenza

Quali sono le scadenze di accertamenti e controlli fiscali fissate al 31 dicembre 2025

La fine del 2025 segna un passaggio chiave nelle regole sugli accertamenti fiscali relativi a Redditi, IRAP e IVA. La normativa prevede che la notifica degli atti di accertamento per il periodo d’imposta 2019 (dichiarazioni presentate nel 2020) debba avvenire entro il 31 dicembre 2025. Trascorsa questa data, molti accertamenti decadono, salvo specifiche eccezioni. 

Nuova disciplina dei termini di prescrizione degli accertamenti 

Negli ultimi anni, la disciplina dei termini di decadenza degli accertamenti fiscali ha subito profonde revisioni, complice l’emergenza pandemica e i successivi interventi legislativi. 

La disciplina corrente prevede quindi il ritorno ai termini originari, ossia:

  • 5 anni dalla presentazione della dichiarazione, nel caso di dichiarazione regolarmente presentata;
  • 7 anni se la dichiarazione non è stata presentata, a partire dall’anno in cui doveva essere presentata.
E' stata anche stabilita la definitiva abolizione del raddoppio dei termini in presenza di reato penale tributario, già non più applicabile ai periodi d’imposta successivi al 2015. Rimangono esclusi dall’estensione solo i casi specifici relativi ad anni d’imposta precedenti, quali il 2014 in caso di omessa dichiarazione e segnalazione per reati tributari, dove la decadenza rimane ancorata al vecchio impianto.

Le annualità interessate dalla scadenza: quali dichiarazioni vanno in prescrizione

Il termine del 31 dicembre 2025 assume particolare rilevanza per diverse annualità. In base ai riferimenti normativi attuali, vanno in prescrizione:

  • Il periodo d’imposta 2019 (dichiarazione presentata nel 2020). Questo termine rappresenta la scadenza ordinaria per tutte le dichiarazioni regolari;
  • Il periodo d’imposta 2020 per contribuenti che hanno ottenuto un punteggio ISA pari o superiore a 8, usufruendo così della riduzione di un anno del termine di accertamento;
  • Il periodo d’imposta 2021 per contribuenti che hanno effettuato pagamenti tracciati oltre i 500 euro, godendo della riduzione di due anni del termine di accertamento;
  • Il periodo d’imposta 2017 in caso di dichiarazione omessa. In tale circostanza rileva il termine lungo di sette anni, conseguente all’omissione della presentazione della dichiarazione nel 2018.
Queste condizioni sono valide solo in assenza di cause di proroga specifiche, come l’adesione al Concordato Preventivo Biennale o la presentazione di dichiarazioni integrative che rilascino nuovi termini solo per gli elementi modificati.

È importante notare che per i contribuenti che beneficiano dei regimi premiali ISA o degli sconti di due anni per l’uso esclusivo di pagamenti tracciati, la data del 31 dicembre 2025 rappresenta realmente l’ultimo giorno utile per eventuali controlli su tali periodi d’imposta, a condizione che la segnalazione sia stata effettuata correttamente in dichiarazione. Gli stessi effetti si applicano a IRAP e IVA, seguendo il medesimo criterio di presentazione e le condizioni di riduzione ove applicabili.

Riepilogando in tabella:

Casistica Termine di decadenza
Redditi 2019 regolare 31 dicembre 2025
ISA ≥8 (2020) 31 dicembre 2025
Pagamenti tracciati (2021) 31 dicembre 2025
Omessa dichiarazione 2017 31 dicembre 2025

Un’inesatta applicazione del calcolo dei termini può esporre a contestazioni o, al contrario, a decadenze non più opponibili. La conoscenza puntuale delle scadenze è quindi strategica per tutti gli operatori fiscali.

Eccezioni e proroghe: quando il termine del 31 dicembre viene esteso

Sebbene il 31 dicembre rappresenti il termine ordinario per gran parte degli accertamenti fiscali, vi sono casi specifici in cui la scadenza dei controlli fiscali può essere prorogata o sospesa secondo la normativa vigente. Conoscere le eccezioni assume rilievo pratico per evitare errori di valutazione sul rischio accertamento o sulla validità delle cartelle ricevute.

  • Adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB): chi aderisce a questa procedura beneficia di una proroga automatica di un anno sui termini relativi alle annualità in scadenza nel 2025;
  • Sanatoria e ravvedimento speciale: l’adesione al ravvedimento speciale consente la proroga del termine fino al 31 dicembre 2027 o 2028, in relazione all’annualità oggetto di sanatoria;
  • Contraddittorio preventivo: la notifica dello schema di atto propedeutico determina una sospensione ed eventuale proroga di 120 giorni, come previsto dallo Statuto del Contribuente;
  • Dichiarazione integrativa: la presentazione di una dichiarazione correttiva riapre i termini solo per gli elementi oggetto di modifica, con nuova decorrenza dai cinque anni successivi all’anno di presentazione;
  • Sospensioni in presenza di processi verbali di constatazione: nell’ipotesi di adesione, i termini rimangono sospesi fino a 30 giorni dalla consegna del verbale.

Termini di prescrizione delle cartelle esattoriali e atti notificati

Una volta terminato il periodo accertativo, entra in gioco la prescrizione delle cartelle esattoriali, cioè dei ruoli e degli atti che l’Amministrazione notifica per la riscossione dei tributi non versati. I termini di prescrizione sono differenti rispetto a quelli dell’accertamento. In particolare, le previsioni attuali sono le seguenti:
  • Cartelle esattoriali relative a liquidazione automatica o controllo formale: la cartella deve essere notificata entro il terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione (o quinto anno per IRAP e IVA);
  • Notifiche conseguenti ad accertamenti: dopo la notifica dell’atto di accertamento che sia divenuto definitivo, la riscossione segue i classici termini di prescrizione in base alla natura del tributo o della sanzione;
  • Termini di prescrizione ordinaria: terminata la fase di accertamento e riscossione, la prescrizione delle somme iscritte a ruolo segue la regola decennale, salvo prescrizioni brevi (5 anni) per alcune entrate di natura diversa o in caso di sanzioni amministrative.
Se la notifica della cartella avviene in ritardo rispetto alla data limite, la pretesa dell’erario decade, a meno che non vi sia stata una sospensione dei termini determinata da ricorsi amministrativi, richieste di rateizzazione o altri eventi interruttivi.

Particolarmente per il modello Redditi, IRAP e IVA 2020 (anno d’imposta 2019), gli atti di accertamento devono essere notificati entro la scadenza del 31 dicembre 2025. Se non notificati entro il termine, vanno irrimediabilmente in prescrizione, salvo casi di attività interruttiva validamente notificata.

Quali accertamenti fiscali non vanno mai in prescrizione

Pur sussistendo limiti precisi, alcuni ambiti rimangono accertabili senza limiti temporali precostituiti. I casi principali riguardano:

  • Investimenti e attività in paradisi fiscali non dichiarate: per questi, il legislatore ha previsto la possibilità di accertamento fino al decimo anno successivo alla violazione per dichiarazioni presentate, oppure fino al quattordicesimo anno in caso di omessa dichiarazione;
  • Reati tributari molto gravi compiuti prima delle recenti modifiche: per alcune annualità precedenti al 2016 e solo in presenza di denuncia penale per violazioni particolarmente rilevanti (fattispecie ormai residuali), il termine può ancora beneficiare del raddoppio ex previgente legge;
  • Falsità documentale e frodi complesse: in casi giudiziari gravi, gli effetti della sentenza possono incidere anche oltre i limiti ordinari.