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Nuovi controlli e accertamenti contro evasione fiscale 2026: chi sarà soggetto, per quali tasse non pagate o infrazioni fiscali

di Marianna Quatraro pubblicato il
Nuovi controlli accertamenti contro evas

Cambiano ancora e diventano più capillari i controlli fiscali da parte dell'Agenzia delle Entrate soprattutto nei confronti di alcuni soggetti: le ultime novità stabilite

Con l’arrivo del 2026, il panorama della lotta all’evasione assume nuovi connotati grazie a interventi normativi mirati e a un potenziamento tecnologico e organizzativo dell’Agenzia delle Entrate. Il nuovo impianto si distacca decisamente dal passato: si passa da controlli ex post e modalità reattive ad un sistema proattivo, basato sulla tempestiva individuazione delle anomalie fiscali grazie all’utilizzo strutturato dei dati. La riduzione dell’evasione fiscale rappresenta uno degli obiettivi cardine per garantire la stabilità dei conti pubblici e ottenere le risorse necessarie agli investimenti strutturali.

I nuovi controlli fiscali: chi sarà sotto la lente e come funzionano gli indicatori di rischio

I controlli fiscali si allargano e si affinano, grazie all’utilizzo di indicatori di rischio calibrati su profili ed esperienze concrete dei contribuenti, e si concentreranno sui profili valutati meno affidabili tenendo conto di una molteplicità di parametri raccolti dalle banche dati pubbliche e private.

Secondo le ultime direttive operative, alcuni target specifici saranno particolarmente attenzionati:

  • Partite IVA in regime forfettario, ora sottoposte a una quota minima di verifiche annue,
  • Soggetti con punteggio ISA basso o che hanno rifiutato di aderire al concordato preventivo biennale,
  • Imprese che registrano perdite fiscali ricorrenti e operazioni sospette,
  • Coloro che hanno usufruito di crediti d’imposta e aiuti di Stato,
  • Operatori che non rispondono tempestivamente alle lettere di compliance,
  • Titolari di posizioni anomale o cessate d’ufficio.
La crescente sofisticazione delle verifiche deriva anche dall’utilizzo dei quasi 200 database gestiti da Sogei, partner tecnologico dell’Amministrazione finanziaria. Gli indicatori di rischio incrociano informazioni relative a dichiarazioni Iva, movimentazioni bancarie, fatture elettroniche e persino dati condivisi in ambito europeo grazie alla direttiva DAC8. 
Il risultato? Una selezione sempre più puntuale e la possibilità, già nel 2026, di effettuare oltre 270.000 accertamenti (+20% rispetto all’anno precedente).

Pagelle fiscali ISA e partite IVA: focus su anomalie e soggetti a maggior rischio di accertamento

Il sistema delle pagelle fiscali (ISA) si afferma come strumento chiave per la profilazione dei soggetti con partita IVA. Nel 2026, oltre due milioni di attività tra imprese e professionisti verranno valutate secondo indicatori calibrati su fatturato, coerenza dei dati, regolarità contributiva e trasparenza. I codici di attività mappati coprono praticamente tutti i comparti economici italiani, dalla manifattura ai servizi digitali.

L’analisi delle anomalie Isa avviene su più livelli:

  • Score ISA negativo: rappresenta il primo segnale di allerta e giustifica approfondimenti individuali e mirati;
  • Dati discordanti tra dichiarazioni e movimenti reali (ad esempio, fatture elettroniche incoerenti rispetto al volume comunicato);
  • Assenza di risposta alle lettere di compliance, segno di possibile sottodichiarazione o mancato allineamento ai dati rilevati dal Fisco;
  • Presenza di beneficiari di crediti agevolativi in presenza di altre anomalie.
L’intreccio tra score Isa, analisi comportamentale e inviti alla regolarizzazione (ad esempio, attraverso il concordato preventivo biennale) amplia il ventaglio dei soggetti coinvolti e mira ad evitare ulteriore evasione fiscale. Per chi viene segnalato come anomalo e non aderisce al concordato, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza rafforzano la capacità di intervento programmando accertamenti mirati e frequenti. La logica sottesa è quella di indurre comportamenti collaborativi, favorendo l’adempimento spontaneo e riducendo fenomeni di elusione strutturale.

Tecnologie e banche dati: pignoramenti intelligenti, liquidazione IVA automatica e incrocio delle fatture elettroniche

Le piattaforme informatiche integrate rendono possibile il monitoraggio giorno per giorno dei comportamenti fiscali, ottimizzando i tempi di intervento e minimizzando i margini di errore. Le principali novità riguardano:

  • Pignoramenti intelligenti: dal 2026 l’amministrazione riscossione ottiene pieno accesso ai dati delle fatture elettroniche. Questo permette pignoramenti mirati dei crediti in ingresso verso i debitori fiscali, colpendo solo i flussi realmente attivi senza bloccare l’intera attività.
  • Liquidazione IVA automatizzata: i nuovi sistemi possono calcolare e liquidare d’ufficio l’IVA dovuta se la dichiarazione annuale manca o risulta incoerente, incrociando in tempo reale fatture elettroniche, corrispettivi telematici e dati LIPE. Il contribuente potrà fornire chiarimenti o pagare sanzioni ridotte entro 60 giorni.
  • Incrocio e condivisione dati: l’uso esteso dell’intelligenza artificiale consente di incrociare movimenti finanziari, fatture, dichiarazioni e informazioni patrimoniali, anche a livello europeo grazie al nuovo NIF (Numero di Identificazione Fiscale europeo) e alla direttiva DAC8.

Stop alle compensazioni fiscali oltre i 50.000 euro e nuove soglie di attenzione

Una delle novità più rilevanti della manovra 2026 riguarda il giro di vite sulle compensazioni fiscali per chi ha debiti con il Fisco. Il limite per utilizzare i propri crediti tributari in compensazione viene fissato a 50.000 euro, un taglio netto rispetto alla soglia precedente di 100.000 euro.

In pratica, i contribuenti che presentano cartelle esattoriali o altri debiti erariali sopra questa soglia non potranno più compensare tramite modello F24 fino a regolarizzazione. Restano escluse dal blocco le somme oggetto di piani di rateazione non decaduti. Questa restrizione mira a evitare abusi nelle compensazioni e aumentare la liquidità disponibile per la riscossione effettiva dei crediti pubblici. Le stime evidenziano che il provvedimento porterà a un blocco annuo di crediti ritenuti a rischio per circa 748 milioni di euro, incrementando tanto l’efficacia dei controlli, quanto le entrate immediate dello Stato.

Viene così rafforzato il monitoraggio delle posizioni debitorie e si incentiva l’aggiornamento puntuale dei processi contabili e fiscali da parte delle aziende.

Dalla compliance alla prevenzione: cosa devono fare imprese e professionisti per evitare i controlli fiscali

Con il nuovo scenario, la prevenzione diventa la chiave per ridurre i rischi di accertamento e sanzioni. Le aziende, le partite Iva e i consulenti fiscali sono chiamati ad adottare una gestione proattiva della compliance, sfruttando anche i suggerimenti degli studi specializzati in audit e prevenzione delle anomalie fiscali. Fra le azioni raccomandate:

  • Audit regolare di debiti e compensazioni: monitorare le posizioni verso l’Agenzia delle Entrate Riscossione, per evitare blocchi improvvisi dovuti a superamento delle soglie consentite;
  • Controllo coerenza IVA: riconciliare periodicamente fatture, liquidazioni e dichiarazioni per prevenire liquidazioni d’ufficio automatizzate;
  • Verifica dei flussi clienti e fornitori ogni sei mesi per anticipare eventuali pignoramenti su crediti in ingresso;
  • Predisposizione di memorie e risposte tempestive alle comunicazioni bonarie inviate dall’Amministrazione finanziaria.

Risultati attesi e impatti sul sistema fiscale: dati, recuperi e obiettivi della nuova manovra

I dati raccolti tra 2024 e 2025 confermano che le strategie di contrasto all’evasione stanno producendo effetti tangibili: la riscossione fiscale ha segnato livelli record, con un incremento del 9,6% nel solo 2025. Il recupero fiscale da attività di accertamento e controllo ha raggiunto, nel periodo gennaio-ottobre 2025, quasi 12,8 miliardi di euro, con aumenti sostenuti sia su imposte dirette (IRPEF e IRES) che indirette (IVA).

La tabella seguente sintetizza i principali risultati registrati e le proiezioni per il triennio 2026-2028:

Anno Controlli programmati Risorse recuperate (mld €)
2025 ~225.000 12,8
2026 270.000 14,5 (obiettivo)
2028 350.000 16,5 (obiettivo)

L’impatto complessivo delle nuove misure dovrebbe garantire, secondo le stime della Relazione Tecnica, entrate aggiuntive per oltre 3 miliardi in tre anni, consentendo di avvicinarsi all’obiettivo europeo di ridurre la propensione all’evasione di almeno il 15% rispetto ai valori di riferimento del 2019.

 



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