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Adeguamento ISTAT canone locazione 2025, di quanto aumenta l'importo dell'affitto casa

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Aumento affitto medio

Adeguamento Istat del canone di locazione per il 2025:implicazioni per inquilini e proprietari

L'aggiornamento annuale del canone di locazione rappresenta un tema rilevante sia per gli inquilini che per i proprietari di immobili. Nel 2025, la revisione dell'importo dell'affitto sarà determinata dall'indice ISTAT, che monitora le variazioni dell'inflazione e altri indicatori economici. La previsione dell'incremento costituisce un elemento essenziale per anticipare le spese future e organizzare correttamente il proprio budget familiare o aziendale.

Quando è possibile rivedere il canone di locazione?

La revisione del canone di locazione può avvenire in diverse circostanze, seguendo quanto stabilito dal contratto e dalle normative vigenti. Esistono principalmente tre scenari in cui è possibile modificare l'importo dell'affitto:

  • Termine del periodo contrattuale: al concludersi di ogni periodo previsto dal contratto, se espressamente indicato nell'accordo, le parti possono stabilire un nuovo importo basato sugli indici Istat o su altri parametri specificati.
  • Modifiche strutturali all'immobile: nel caso vengano realizzati interventi migliorativi che incrementano il valore della proprietà, il locatore può avanzare una richiesta di revisione del canone, nel rispetto delle disposizioni normative.
  • Presenza di clausola di indicizzazione: numerosi contratti includono una clausola di adeguamento automatico, che si traduce nella rivalutazione Istat. L'aggiornamento del canone è subordinato all'esistenza di una clausola specifica all'interno del contratto di affitto. In assenza di una comunicazione formale da parte del proprietario, l'affittuario non ha l'obbligo di adeguare l'importo in base all'indicatore Istat.

Conseguenze dell'adeguamento Istat per locatari e proprietari

Per chi è in affitto, comprendere l'entità dell'aumento del canone risulta determinante per gestire efficacemente le proprie risorse economiche. Dal punto di vista dei proprietari, invece, l'aggiornamento Istat garantisce che il valore della locazione rimanga allineato con l'andamento dell'inflazione, salvaguardando il rendimento del loro investimento immobiliare. Questo meccanismo assicura equilibrio e prevedibilità, evitando aumenti discrezionali del canone e permettendo una pianificazione più accurata della gestione degli immobili.

Ogni anno, l'Istituto Nazionale di Statistica aggiorna le percentuali di adeguamento del canone di locazione per gli immobili residenziali basandosi sull'indice dei prezzi al consumo. Tale adeguamento incide direttamente sull'importo che gli inquilini dovranno versare ai proprietari per l'anno a venire.

Questa tipologia di revisione è particolarmente diffusa nei contratti a canone libero, dove l'importo non è regolamentato da disposizioni locali o regionali. Nei contratti a canone concordato, invece, l'affitto è spesso predeterminato attraverso accordi specifici che possono escludere o limitare l'applicazione dell'adeguamento Istat.

Metodologia di calcolo dell'adeguamento Istat per il 2025

Il procedimento per determinare il nuovo canone di locazione si basa sulla variazione percentuale dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), escludendo i tabacchi. In base ai dati forniti dall'Istat, l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati registrato a marzo 2025 è stato di 119,41 euro, mostrando un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente e un aumento dell'1,2% rispetto a marzo 2024.

Per calcolare l'adeguamento Istat degli affitti si utilizza la seguente formula:

Canone d'affitto attuale × Indice Istat × percentuale di rivalutazione

È possibile effettuare questo calcolo anche attraverso il servizio online messo a disposizione dall'Istat denominato "Rivaluta".

Percentuali di adeguamento in base alla tipologia di contratto

In linea generale, la percentuale di adeguamento del canone varia in funzione della tipologia di contratto di affitto, distinguendo tra immobili destinati a uso abitativo o commerciale, come previsto dalla legge 392/78 (articolo 32):

  • Fino al 100% dell'incremento dell'indice FOI per i contratti di locazione a uso abitativo (formula 4+4)
  • Fino al 75% dell'incremento dell'indice FOI per le locazioni a uso commerciale (6+6)
Generalmente, le variazioni non risultano particolarmente significative, a meno che nell'anno di riferimento non si siano verificati eventi eccezionali in grado di influenzare l'economia nazionale, come crisi finanziarie o marcati aumenti dell'inflazione.

Previsioni sull'adeguamento ISTAT per il 2025

Secondo le proiezioni economiche per il 2025, l'adeguamento ISTAT potrebbe attestarsi intorno all'1,2-1,5%, riflettendo una moderata crescita dell'inflazione. Questo significa che per un affitto mensile di 800 euro, l'incremento potrebbe variare tra i 9,60 e i 12 euro mensili, corrispondenti a un aumento annuale compreso tra 115,20 e 144 euro.

Questi valori rappresentano una stima basata sulle tendenze attuali dell'economia italiana e potrebbero subire variazioni in base all'evoluzione del quadro economico nei prossimi mesi. È importante sottolineare che l'adeguamento effettivo sarà determinato dai dati ufficiali pubblicati dall'ISTAT.

Tempistiche e modalità di applicazione dell'adeguamento

L'adeguamento ISTAT non avviene automaticamente, ma richiede una procedura specifica. Il proprietario dell'immobile deve comunicare formalmente all'inquilino l'intenzione di applicare l'adeguamento, specificando:

  • La percentuale di aumento applicata
  • Il nuovo importo del canone
  • La data di decorrenza dell'adeguamento
Tale comunicazione può essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o posta elettronica certificata (PEC) per garantire una prova dell'avvenuta notifica. L'adeguamento ISTAT può essere richiesto solo dopo il primo anno di locazione e successivamente con cadenza annuale.

È importante evidenziare che il proprietario può richiedere l'adeguamento ISTAT retroattivamente fino a un massimo di cinque anni, come stabilito dall'articolo 2948 del Codice Civile riguardante la prescrizione dei canoni.

Differenze tra contratti a canone libero e concordato

L'applicazione dell'adeguamento ISTAT varia significativamente in base alla tipologia di contratti di affitto casa:

Contratti a canone libero (4+4)

Nei contratti a canone libero, l'adeguamento ISTAT può essere applicato nella misura del 100% della variazione dell'indice FOI. Le parti possono tuttavia concordare percentuali diverse (ad esempio 75% o 50%) inserendo specifiche clausole nel contratto di locazione.

Contratti a canone concordato (3+2)

Per i contratti a canone concordato, l'adeguamento ISTAT è generalmente limitato al 75% della variazione dell'indice FOI, come stabilito dagli accordi territoriali tra le associazioni di categoria. In alcune aree geografiche o in particolari condizioni di mercato, possono essere previste percentuali diverse.

Nei contratti transitori e per studenti universitari, l'adeguamento ISTAT può non essere applicabile a causa della breve durata del contratto, a meno che non sia espressamente previsto nell'accordo.

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