Adeguamento Istat del canone di locazione per il 2025:implicazioni per inquilini e proprietari
L'aggiornamento annuale del canone di locazione rappresenta un tema rilevante sia per gli inquilini che per i proprietari di immobili. Nel 2025, la revisione dell'importo dell'affitto sarà determinata dall'indice ISTAT, che monitora le variazioni dell'inflazione e altri indicatori economici. La previsione dell'incremento costituisce un elemento essenziale per anticipare le spese future e organizzare correttamente il proprio budget familiare o aziendale.
La revisione del canone di locazione può avvenire in diverse circostanze, seguendo quanto stabilito dal contratto e dalle normative vigenti. Esistono principalmente tre scenari in cui è possibile modificare l'importo dell'affitto:
Ogni anno, l'Istituto Nazionale di Statistica aggiorna le percentuali di adeguamento del canone di locazione per gli immobili residenziali basandosi sull'indice dei prezzi al consumo. Tale adeguamento incide direttamente sull'importo che gli inquilini dovranno versare ai proprietari per l'anno a venire.
Questa tipologia di revisione è particolarmente diffusa nei contratti a canone libero, dove l'importo non è regolamentato da disposizioni locali o regionali. Nei contratti a canone concordato, invece, l'affitto è spesso predeterminato attraverso accordi specifici che possono escludere o limitare l'applicazione dell'adeguamento Istat.
Il procedimento per determinare il nuovo canone di locazione si basa sulla variazione percentuale dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), escludendo i tabacchi. In base ai dati forniti dall'Istat, l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati registrato a marzo 2025 è stato di 119,41 euro, mostrando un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente e un aumento dell'1,2% rispetto a marzo 2024.
Per calcolare l'adeguamento Istat degli affitti si utilizza la seguente formula:
Canone d'affitto attuale × Indice Istat × percentuale di rivalutazione
È possibile effettuare questo calcolo anche attraverso il servizio online messo a disposizione dall'Istat denominato "Rivaluta".
In linea generale, la percentuale di adeguamento del canone varia in funzione della tipologia di contratto di affitto, distinguendo tra immobili destinati a uso abitativo o commerciale, come previsto dalla legge 392/78 (articolo 32):
Secondo le proiezioni economiche per il 2025, l'adeguamento ISTAT potrebbe attestarsi intorno all'1,2-1,5%, riflettendo una moderata crescita dell'inflazione. Questo significa che per un affitto mensile di 800 euro, l'incremento potrebbe variare tra i 9,60 e i 12 euro mensili, corrispondenti a un aumento annuale compreso tra 115,20 e 144 euro.
Questi valori rappresentano una stima basata sulle tendenze attuali dell'economia italiana e potrebbero subire variazioni in base all'evoluzione del quadro economico nei prossimi mesi. È importante sottolineare che l'adeguamento effettivo sarà determinato dai dati ufficiali pubblicati dall'ISTAT.
L'adeguamento ISTAT non avviene automaticamente, ma richiede una procedura specifica. Il proprietario dell'immobile deve comunicare formalmente all'inquilino l'intenzione di applicare l'adeguamento, specificando:
È importante evidenziare che il proprietario può richiedere l'adeguamento ISTAT retroattivamente fino a un massimo di cinque anni, come stabilito dall'articolo 2948 del Codice Civile riguardante la prescrizione dei canoni.
L'applicazione dell'adeguamento ISTAT varia significativamente in base alla tipologia di contratti di affitto casa:
Nei contratti a canone libero, l'adeguamento ISTAT può essere applicato nella misura del 100% della variazione dell'indice FOI. Le parti possono tuttavia concordare percentuali diverse (ad esempio 75% o 50%) inserendo specifiche clausole nel contratto di locazione.
Per i contratti a canone concordato, l'adeguamento ISTAT è generalmente limitato al 75% della variazione dell'indice FOI, come stabilito dagli accordi territoriali tra le associazioni di categoria. In alcune aree geografiche o in particolari condizioni di mercato, possono essere previste percentuali diverse.
Nei contratti transitori e per studenti universitari, l'adeguamento ISTAT può non essere applicabile a causa della breve durata del contratto, a meno che non sia espressamente previsto nell'accordo.