Analisi della chiusura dei mercati del 16 dicembre 2025: panoramica sull'andamento di azioni, materie prime e valute, con uno sguardo ai dati macroeconomici USA e alle ripercussioni su Wall Street e sul mondo crypto.
Sessanta minuti dopo la chiusura delle piazze europee, è possibile tracciare un quadro articolato dello scenario finanziario internazionale. L’attenzione degli operatori si è focalizzata su una serie di dati macroeconomici che hanno influenzato l’umore degli investitori, portando alla definizione di movimenti significativi nei listini di tutto il mondo. Tra gli eventi centrali figura la pubblicazione dei dati ufficiali sull’occupazione USA, sulla scia di una settimana in cui l’attesa per le decisioni di politica monetaria delle principali Banche Centrali ha accresciuto la volatilità e generato incertezza tra azionisti e trader globali. Le variazioni osservate nei mercati azionari, delle materie prime e delle valute riflettono la sensibilità crescente alla congiuntura internazionale: da una parte la possibilità di una tregua nel conflitto ucraino ha spinto energicamente al ribasso i prezzi dell’energia, dall’altra i deboli segnali provenienti dal mercato del lavoro USA hanno aumentato le probabilità di nuove manovre espansive da parte della Federal Reserve. Sul tavolo, temi come la resilienza delle borse europee, il persistente declino degli indici tecnologici asiatici, e la debolezza ciclica del comparto crypto sono stati affiancati da una marcata prudenza nelle decisioni di portafoglio. Di seguito, un’analisi dettagliata degli andamenti più rilevanti emersi nelle ultime ore e delle prospettive future alla luce dei dati appena rilasciati e delle attese per le giornate successive.
I mercati azionari internazionali hanno affrontato una seduta improntata alla cautela, caratterizzata da variazioni modeste e dall’assenza di scosse improvvise, ma anche da segnali di rotazione settoriale e dalla ricerca di nuove opportunità nell’asset allocation. A Piazza Affari, il FTSE MIB ha chiuso la giornata poco sotto i 44.000 punti, segnando un lieve calo dello 0,3%, sintesi di un andamento altalenante per tutto l’arco della seduta. La resilienza dei titoli bancari—come UniCredit, che ha guadagnato oltre il 2%, e Monte dei Paschi di Siena (+2,7%)—ha controbilanciato la debolezza dei comparti industriali e della difesa, con Leonardo in forte flessione (circa -4%) e vendite marcate anche su Tenaris (-1,9%), penalizzata dalla debolezza dei prezzi del petrolio.
Sul fronte valutario, l’euro si è mantenuto sopra quota 1,17 sul dollaro, raggiungendo i massimi degli ultimi due mesi e beneficiando della prudenza nelle strategie di copertura degli operatori, in attesa di indicazioni dai dati macroeconomici USA. Il segmento degli spread sovrani ha registrato una contenuta compressione: il Btp/Bund italiano è sceso a 66-67 punti base, assestandosi sui minimi da settembre 2008, mentre il livello di rendimento del decennale italiano si è attestato intorno al 3,5%.
Settori sotto osservazione:
I dati pubblicati sul mercato del lavoro statunitense hanno confermato un contesto in progressiva difficoltà. Le nonfarm payrolls di novembre sono aumentate di 64.000 unità—oltre le attese (40.000), ma il tasso di disoccupazione è salito al 4,6%, ai livelli massimi da oltre quattro anni. Il dato sulle vendite al dettaglio di ottobre si è rivelato invariato, al di sotto delle aspettative di crescita dello 0,1%. Nel complesso, questi indicatori suggeriscono una fase di raffreddamento dell’economia americana, alimentando le speculazioni su un orientamento ancora più accomodante della Federal Reserve per il 2026. «Il mercato del lavoro USA continua a inviare segnali misti, con un rallentamento delle assunzioni e una disoccupazione in salita».
L’impatto immediato sui mercati si è avvertito su più livelli:
| Principali indicatori USA | Valori |
| Nonfarm Payrolls nov. | +64.000 |
| Tasso di disoccupazione nov. | 4,6% |
| Vendite al dettaglio ott. | 0% |
| Yield Treasury 10y | 4,18% |
| Bitcoin | 86.400 $ |