Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Analisi Chiusura mercati finanziari oggi e dei dati più importanti usciti (16 dicembre 2025)

di Marcello Tansini pubblicato il
chiusura mercati finanziari oggi martedì

Analisi della chiusura dei mercati del 16 dicembre 2025: panoramica sull'andamento di azioni, materie prime e valute, con uno sguardo ai dati macroeconomici USA e alle ripercussioni su Wall Street e sul mondo crypto.

Sessanta minuti dopo la chiusura delle piazze europee, è possibile tracciare un quadro articolato dello scenario finanziario internazionale. L’attenzione degli operatori si è focalizzata su una serie di dati macroeconomici che hanno influenzato l’umore degli investitori, portando alla definizione di movimenti significativi nei listini di tutto il mondo. Tra gli eventi centrali figura la pubblicazione dei dati ufficiali sull’occupazione USA, sulla scia di una settimana in cui l’attesa per le decisioni di politica monetaria delle principali Banche Centrali ha accresciuto la volatilità e generato incertezza tra azionisti e trader globali. Le variazioni osservate nei mercati azionari, delle materie prime e delle valute riflettono la sensibilità crescente alla congiuntura internazionale: da una parte la possibilità di una tregua nel conflitto ucraino ha spinto energicamente al ribasso i prezzi dell’energia, dall’altra i deboli segnali provenienti dal mercato del lavoro USA hanno aumentato le probabilità di nuove manovre espansive da parte della Federal Reserve. Sul tavolo, temi come la resilienza delle borse europee, il persistente declino degli indici tecnologici asiatici, e la debolezza ciclica del comparto crypto sono stati affiancati da una marcata prudenza nelle decisioni di portafoglio. Di seguito, un’analisi dettagliata degli andamenti più rilevanti emersi nelle ultime ore e delle prospettive future alla luce dei dati appena rilasciati e delle attese per le giornate successive.

Andamento dei principali mercati finanziari: azioni, materie prime e valute

I mercati azionari internazionali hanno affrontato una seduta improntata alla cautela, caratterizzata da variazioni modeste e dall’assenza di scosse improvvise, ma anche da segnali di rotazione settoriale e dalla ricerca di nuove opportunità nell’asset allocation. A Piazza Affari, il FTSE MIB ha chiuso la giornata poco sotto i 44.000 punti, segnando un lieve calo dello 0,3%, sintesi di un andamento altalenante per tutto l’arco della seduta. La resilienza dei titoli bancari—come UniCredit, che ha guadagnato oltre il 2%, e Monte dei Paschi di Siena (+2,7%)—ha controbilanciato la debolezza dei comparti industriali e della difesa, con Leonardo in forte flessione (circa -4%) e vendite marcate anche su Tenaris (-1,9%), penalizzata dalla debolezza dei prezzi del petrolio.

  • Europa: Aperture contrastate a Francoforte (-0,4%), Parigi e Londra marginalmente in rosso. L’Euro Stoxx 50 ha rispecchiato l’atteggiamento cauto degli investitori. Le performance bancarie sono state il principale driver delle borse continentali.
  • Asia: Giornata debole per i principali listini: il Nikkei 225 ha terminato la sessione con un calo superiore all’1,5%, mentre Shanghai e Hong Kong hanno registrato ribassi analoghi attorno all’1%–1,5%, seguendo la flessione delle azioni tecnologiche e i timori per la salute dell’economia globale.
  • Americhe: Wall Street ha avviato la sessione in territorio negativo, rispondendo ai dati deludenti sull’occupazione. I principali indici americani si sono mantenuti moderatamente sotto la parità per gran parte della giornata.
Nell’universo delle materie prime, la seduta è stata dominata dal crollo dei prezzi del petrolio, con il WTI che ha toccato minimi pluriennali a 55 $/barile e il Brent sotto i 60 $/barile. Le aspettative di una tregua in Ucraina e la revisione al ribasso della domanda globale hanno alimentato la pressione sulle quotazioni. L’oro ha perso slancio (in lieve calo dello 0,5%), stabilizzandosi poco sopra i 4.300 $ l’oncia dopo una serie di rialzi nelle settimane precedenti.

Sul fronte valutario, l’euro si è mantenuto sopra quota 1,17 sul dollaro, raggiungendo i massimi degli ultimi due mesi e beneficiando della prudenza nelle strategie di copertura degli operatori, in attesa di indicazioni dai dati macroeconomici USA. Il segmento degli spread sovrani ha registrato una contenuta compressione: il Btp/Bund italiano è sceso a 66-67 punti base, assestandosi sui minimi da settembre 2008, mentre il livello di rendimento del decennale italiano si è attestato intorno al 3,5%.

Settori sotto osservazione:

  • Bancario: Performance brillante con rialzi su Intesa Sanpaolo, Banco BPM e Banca Mediolanum, beneficiando del clima meno avverso sui titoli di Stato e del supporto alle aspettative di mantenimento dei tassi BCE.
  • Difesa e industriale: Deciso calo per Leonardo e per le principali società europee di difesa, colpite dalle voci su accordi di pace e dalla conseguente rotazione settoriale a favore di comparti più difensivi.
  • Energia: Tenaris ha sofferto l’indebolimento del comparto energetico, determinato dalla rottura dei principali supporti tecnici nel mercato petrolifero.
La sintesi della giornata finanziaria mostra dunque una preferenza per la prudenza e la selettività negli investimenti, una minore propensione al rischio e l’attesa, sempre più palpabile, di nuovi punti di svolta macroeconomici o geopolitici.

Focus sui dati macroeconomici USA: impatto su Wall Street, mercati crypto e prospettive future

I dati pubblicati sul mercato del lavoro statunitense hanno confermato un contesto in progressiva difficoltà. Le nonfarm payrolls di novembre sono aumentate di 64.000 unità—oltre le attese (40.000), ma il tasso di disoccupazione è salito al 4,6%, ai livelli massimi da oltre quattro anni. Il dato sulle vendite al dettaglio di ottobre si è rivelato invariato, al di sotto delle aspettative di crescita dello 0,1%. Nel complesso, questi indicatori suggeriscono una fase di raffreddamento dell’economia americana, alimentando le speculazioni su un orientamento ancora più accomodante della Federal Reserve per il 2026. «Il mercato del lavoro USA continua a inviare segnali misti, con un rallentamento delle assunzioni e una disoccupazione in salita».

L’impatto immediato sui mercati si è avvertito su più livelli:

  • Wall Street ha aperto in ribasso, con l’S&P 500 e il Nasdaq che hanno subito leggere flessioni. La reazione tiepida evidenzia una posizione di attesa da parte degli investitori, che immaginano un prossimo taglio dei tassi—specie se altre letture macro saranno deboli.
  • Mercati crypto hanno registrato un prolungamento del trend negativo, con Bitcoin vicino a 86.400 $, in calo del 4% nelle ultime 24 ore, e l’indice CoinDesk che riflette un sentiment globalmente ribassista. I principali token, tra cui Ethereum e XRP, hanno testato livelli tecnici critici. L’attenzione si è focalizzata sulla correlazione tra liquidità, propensione al rischio e performance delle altcoin, in un contesto di volatilità moderata ma costante.
Principali indicatori USA Valori
Nonfarm Payrolls nov. +64.000
Tasso di disoccupazione nov. 4,6%
Vendite al dettaglio ott. 0%
Yield Treasury 10y 4,18%
Bitcoin 86.400 $
Le prospettive che emergono sono caratterizzate da:
  • Alti livelli di incertezza sulle decisioni future della Fed;
  • Mercati in attesa di nuove conferme, sia in termini di occupazione sia di inflazione;
  • Prospettive di volatilità sui mercati digitali, che rimangono sensibili sia ai dati macro che alle dinamiche regolatorie (ritardi nella legislazione statunitense su crypto asset);
  • Possibile incremento della propensione globale verso asset rifugio se i dati macro proseguiranno su tendenze deboli.
L’analisi dettagliata delle ultime ore mostra che il raffreddamento dell’economia americana si ripercuote ormai chiaramente su tutti i comparti finanziari, orientando le aspettative verso manovre espansive, ma richiedendo anche agli operatori la massima cautela nell’interpretazione dei dati. In un quadro internazionale dove le Banche Centrali riscoprono l’importanza della comunicazione e la geopolitica resta una variabile determinante, la capacità di adattamento e la solidità analitica restano le chiavi per la gestione efficace dei portafogli.