Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Chiusura Borse cauta mentre il Bitcoin oggi recupera tra nuove minacce di Putin e dati macroeconomi (2 dicembre)

di Marcello Tansini pubblicato il
chiusura borse oggi 2 dicembre 2025

Giornata ricca di notizie sui mercati finanziari oggi marted 2 dicembre 2025 tra chiusure di Piazza Affari ed europee, movimenti di Bitcoin, andamento di oro, petrolio ed euro. Analisi su spread Btp-Bund, titoli di Milano e contesto macroeconomico attuale.

Movimenti contrastati hanno caratterizzato l’odierna sessione finanziaria, con gli operatori che si sono trovati ad agire in un clima di volatilità moderata e incertezza, tra il rimbalzo di alcuni listini europei e le residue tensioni sulle principali piazze mondiali. L’analisi odierna si concentra sull’andamento dei principali mercati azionari, con un focus su Milano e sulle correlate asset class: obbligazionari, valute, materie prime e criptovalute. Il momento attuale vede al centro dell’attenzione i segnali provenienti dalla politica monetaria, le dinamiche macroeconomiche e gli sviluppi geopolitici. Come sempre, la composizione del quadro complessivo richiede attenzione sia agli spunti di breve termine che alle prospettive di medio periodo, interpretando i dati oggi disponibili per comprendere le implicazioni sugli asset finanziari a livello europeo e italiano.

La giornata dei mercati: chiusure e andamento delle borse europee e di Piazza Affari

Le borse europee hanno mostrato segnali di recupero, lasciandosi parzialmente alle spalle le vendite delle sedute precedenti. Milano si distingue per una chiusura in lieve progresso con il FTSE Mib sopra la parità (+0,22%), in linea con altre piazze come Francoforte e Londra. Madrid ha invece primeggiato tra i listini continentali, beneficiando di acquisti generalizzati soprattutto nel comparto finanziario e dei servizi.

L’avvio cautamente positivo di Wall Street ha contribuito a stabilizzare il sentiment europeo. Se da un lato l’attesa per nuove indicazioni da parte della Federal Reserve rimane alta, dall’altro i dati su inflazione e disoccupazione dell’Eurozona hanno indirizzato una graduale ripresa della fiducia. Sul paniere milanese hanno brillato titoli come Campari, promossa dagli analisti, insieme a Generali e Lottomatica, mantenendo così la spinta dei principali listini a ridosso dei massimi della sessione.

Tuttavia, il percorso non è stato uniforme: ad Amsterdam e Parigi la chiusura è stata sostanzialmente piatta a causa di realizzi selettivi. Nel complesso, la sessione riflette una fase di riposizionamento dopo giorni di volatilità. Il nervosismo rimane evidente nel comportamento degli investitori, ancora preoccupati da potenziali sviluppi nel settore tecnologico globale e dagli effetti di politiche monetarie che paiono prossime a una svolta. Le aspettative di un taglio dei tassi statunitensi restano comunque ben ancorate, sostenendo l’appeal dei mercati azionari europei, mentre in Asia le chiusure sono state miste in attesa delle decisioni di Federal Reserve e Bank of Japan.

Le performance dei principali titoli a Milano: banche, energia e automotive

Nel panorama borsistico milanese, il comparto finanziario resta al centro della scena. I titoli bancari hanno evidenziato un recupero diffuso, sostenuti dal miglioramento dei giudizi degli analisti e dall’ipotesi di scenari più favorevoli sul fronte dei requisiti di capitale. Tra i nomi di rilievo, Bper Banca e Popolare di Sondrio hanno segnato progressi superiori all’1%, mentre Intesa e Unicredit hanno consolidato i minimi risultati positivi.

Monte dei Paschi di Siena è rimasto oggetto di forti vendite, penalizzato dalle indagini in corso e dall’annuncio di requisiti patrimoniali ritenuti più stringenti rispetto alle attese. Il titolo ha evidenziato un calo accentuato su base settimanale, mostrando le fragilità derivanti da fattori esogeni e fattori interni di governance. Nel comparto assicurativo, Generali ha consolidato la ripresa recente, favorita anche dalla speculazione su scenari futuri, e dalle raccomandazioni positive ricevute. Campari è stata tra i maggiori rialzisti dopo l’upgrade a overweight, mentre Lottomatica ha beneficiato di acquisti consistenti.

Nel settore energia il clima è stato eterogeneo: Eni ed Enel si sono mosse in lieve rialzo, mentre Tenaris e Saipem hanno invece registrato ribassi marcati per l’intera sessione, riflettendo la volatilità del settore e le prese di profitto dopo i recenti progressi. Per le auto, Stellantis ha subito una correzione nonostante la crescita delle immatricolazioni annuali, risentendo però dell’andamento negativo delle vendite negli ultimi mesi e delle previsioni sulla produzione. Su base settoriale, la novità maggiore riguarda Iveco, che ha sfruttato l’aggiudicazione di un importante contratto di fornitura militare, segnando lievi progressi e confermando la diversificazione della domanda sul mercato italiano.

  • Settore bancario: Bper e Pop Sondrio in rialzo, Mps sotto pressione.
  • Energia: Andamenti frequenti frazionali al ribasso per Saipem e Tenaris, in lieve ripresa Enel ed Eni.
  • Automotive: Correzione per Stellantis, crescita modesta per Iveco.

Andamento del Bitcoin e delle principali criptovalute

L’universo crypto è stato investito da una volatilità elevata: il Bitcoin, dopo aver sfiorato nelle scorse sedute un crollo marcato, ha mostrato tentativi di rimbalzo tornando sopra i 90.000 dollari. Il recupero, valutabile intorno al 7% dopo una delle giornate peggiori degli ultimi mesi, è stato interpretato dagli operatori come segnale di nervosismo ancora latente tra gli investitori più orientati al rischio.

Il comportamento irregolare della crittovaluta leader rispecchia la variabilità che ha colpito Ethereum e Solana, anch’esse in pressione in queste giornate, mentre il comparto delle stablecoin si mantiene stabile. La recente lancio della jv Qivalis fra dieci istituti europei per la realizzazione di una stablecoin in euro segna un ulteriore elemento di attenzione e di potenziale innovazione per il panorama finanziario europeo, con riflessi ancora da valutare sull’ecosistema cripto.

Sul fronte regolamentare e di affidabilità, la supervisione delle banche centrali sulle iniziative digitali si rafforza, mentre la volatilità resta l’elemento dominante su tutte le monete digitali principali. Gli operatori segnalano che la fase attuale rappresenta un banco di prova per la resilienza del settore. In sintesi, l’appeal speculativo resta elevato ma fortemente condizionato da quanto emergerà sul piano della policy globale e delle future innovazioni regolamentari progettate dalle autorità europee e internazionali.

Spread Btp-Bund e mercati obbligazionari: focus su Italia e scenario europeo

La dinamica dello spread tra titoli di Stato italiani e Bund tedeschi non ha evidenziato variazioni significative rispetto alle ultime sedute. Il differenziale resta in area 71-72 punti base, sui minimi degli ultimi quindici anni. Questa stabilità è stata accompagnata da un rendimento del decennale italiano che oscilla sopra il 3,45%, segno di una progressiva percezione di minori rischi specifici sull’Italia, almeno nell’immediato.

L’incertezza generale delle ultime settimane si è tradotta in una cauta ripresa degli acquisti nel comparto obbligazionario, grazie alle attese di una BCE ancora prudente sul fronte dei tassi. Il consenso fra gli analisti è per una banca centrale attendista almeno fino al 2026, in assenza di shock esterni inattesi. Nel contesto europeo, la tenuta degli spread sovrani resta elemento di tranquillità per le banche e le imprese, confermando la robustezza dei fondamentali in un contesto di debito crescente.

Una tabella sintetizza i valori chiave:

Asset Livello
Spread Btp-Bund 71-72 punti base
Rendimento Btp 10Y oltre 3,45%
Rendimento Bund 10Y stimato 2,75%

Fonti: dati Eurostat, Bloomberg

Evoluzione di euro, dollaro e materie prime: oro e petrolio sotto la lente

Sul mercato valutario, l’euro si mantiene poco sopra quota 1,16 contro il dollaro. Quest’evoluzione segnala la ricerca di un equilibrio da parte degli operatori in vista dei prossimi dati macroeconomici USA e delle scelte di politica monetaria sia della Federal Reserve che della BCE. Il rapporto euro/yen si attesta intorno a 180,9, mentre il dollaro/yen si mantiene a 155,8: livelli che riflettono l’attesa, ma anche la scarsa propensione al rischio del momento.

Per le materie prime, l’oro ha vissuto una fase interlocutoria dopo il rally delle ultime settimane che lo aveva portato a livelli superiori ai 4.200 dollari l’oncia. L’attuale debolezza è direttamente collegata alla riduzione dell’avversione al rischio e alle trattative per la pace in Ucraina. Più marcato invece il consolidamento del petrolio, con Brent ed WTI che si muovono stabilmente sopra quota 63 dollari e 59 dollari al barile, grazie alla conferma dell’Opec+ di mantenere invariata la produzione anche nel primo trimestre 2026.

  • L’euro/dollaro resta stabile in area 1,16.
  • L’oro spot in lieve calo sui 4.215-4.250 dollari.
  • Petrolio Brent a 63 dollari, WTI a 59 dollari.

I dati macroeconomici chiave per i mercati: inflazione, disoccupazione e PMI

Fra gli indicatori più rilevanti dell’odierna giornata spiccano il dato sull’inflazione dell’Eurozona e le stime sulla disoccupazione. L’Eurostat indica una crescita dei prezzi del 2,2% a novembre (contro il 2,1% precedente), trainata dal comparto servizi e da un’attenuazione della contrazione dei prezzi energetici. A livello nazionale, la stima per l’Italia vede un tasso dell’1,1%, con valori superiori in Spagna e Germania.

La disoccupazione europea si è confermata stabile al 6,4%, evidenziando una sostanziale tenuta del mercato del lavoro delle principali economie, alimentata sia dall’incremento dei lavoratori permanenti che da una leggera diminuzione dei contratti a termine. In Italia, gli ultimi dati Istat segnalano un’espansione occupazionale nell’ultimo anno accompagnata da un lieve aumento della forza lavoro over 50.

Per i PMI, il dato manifatturiero dell’Eurozona si colloca poco al di sotto della soglia di 50, separatore tra contrazione ed espansione. L’Italia, tuttavia, fa registrare un avanzamento a 50,6 (in crescita rispetto al mese precedente), segno che la produzione industriale mantiene resilienza pur in un contesto europeo leggermente più debole.

  • Inflazione Eurozona: 2,2% (novembre)
  • Disoccupazione Eurozona: 6,4% (ottobre, stabile)
  • PMI manifattura Italia: 50,6 (in crescita)

Tendenze e fattori di instabilità: attese delle banche centrali e tematiche geopolitiche

L’orizzonte dei mercati resta fortemente condizionato dalle attese sulle decisioni delle banche centrali. Negli Stati Uniti, la probabilità incorporata dai mercati è elevata per un imminente taglio dei tassi FED nella prossima riunione, sostenendo l’appetibilità dell’azionario e dei titoli a più alto rischio. In Europa, la BCE pare intenzionata a mantenere una linea prudente, in assenza di sussulti inflazionistici.

Le tematiche geopolitiche mantengono elevata l’attenzione degli operatori: negoziati per un potenziale accordo di pace fra Russia e Ucraina in corso a Mosca, minacce rinnovate sul fronte Est da parte russa e possibilità di coinvolgimento diretto delle istituzioni europee nelle trattative. Gli investitori restano vigili anche a fronte delle fragilità emerse nell’economia tedesca e di quanto discusso in seno a Ocse sul risanamento dei conti pubblici italiani.

Il mix tra decisioni di policy e instabilità geopolitica resta il principale motore della volatilità globale. Da monitorare inoltre: rischi di frammentazione parlamentare nell’Unione Europea, pressioni su supply chain e politiche commerciali degli Stati Uniti.

Prospettive per i mercati finanziari per le prossime sedute

La sessione odierna ha delineato un quadro di moderata stabilità, con i mercati azionari che hanno provato a consolidare i timidi segnali di rilancio dopo le recenti correzioni. I volumi restano contenuti, specchio di un clima attendista in vista delle conclusioni delle banche centrali entro l’anno.

La sostenibilità degli spread sovrani e la tenuta dell’euro favoriscono una relativa tranquillità per il breve periodo. Tuttavia, le incognite restano molteplici: la dinamicità del settore tecnologico, gli effetti delle politiche monetarie, la fragilità di alcune economie cardine dell’eurozona e i riflessi di eventuali shock geopolitici, su tutti la crisi in Ucraina.

In questo contesto, gli operatori sono chiamati a bilanciare attese di recupero con la necessità di perseguire prudenza. L’utilizzo attento dei dati macroeconomici, la lettura delle posizioni delle banche centrali e la vigilanza sugli sviluppi politici garantiranno un approccio più responsabile alle future scelte di portafoglio nei mercati europei e italiani.