Uno degli aspetti più contestati riguarda l'autonomia effettiva delle auto elettriche rispetto ai valori dichiarati dalle case produttrici.
L'industria automobilistica è sotto la lente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per presunte pratiche commerciali scorrette nel settore delle auto elettriche. Non si tratta di una novità in quanto altri report hanno in passato svelato situazioni poco chiare, ma questa inchiesta ha rivelato che alcune informazioni fornite dalle case automobilistiche sarebbero fuorvianti a avrebbero indotto i consumatori a scelte basate su dati non del tutto aderenti alla realtà. Tra gli elementi più controversi ci sono autonomia reale, durata delle batterie e limitazioni delle garanziei.
L'Antitrust ha aperto istruttorie nei confronti di BYD Industria Italia, Stellantis Europe, Tesla Italy e Volkswagen Group Italia, sospettate di aver divulgato informazioni incomplete o potenzialmente ingannevoli sui loro modelli elettrici. Secondo le accuse, i dati riportati nei materiali pubblicitari e nei siti ufficiali delle aziende non rispecchierebbero le effettive prestazioni dei veicoli. La notizia ha scatenato un acceso dibattito sul grado di trasparenza del mercato e sulla necessità di regolamentazioni più rigide per garantire la tutela dei consumatori:
Le condizioni di utilizzo reali influenzano le prestazioni della batteria. Fattori come temperature rigide, velocità sostenuta, uso del climatizzatore e tipo di percorso abbassano l'autonomia anche del 30-40% rispetto al valore dichiarato. Questi dettagli non sono sempre spiegati in modo chiaro ai consumatori, che si ritrovano ad affrontare problemi imprevisti dopo l'acquisto.
Un altro punto critico dell'inchiesta riguarda il degrado delle batterie nel tempo e le garanzie offerte ai clienti. Le batterie agli ioni di litio, utilizzate nella maggior parte delle auto elettriche, tendono a perdere efficienza con l'uso. Secondo diversi studi, dopo cinque anni di utilizzo una batteria perde dal 10 al 20% della sua capacità originale.
Molti acquirenti scoprono solo dopo l'acquisto che la garanzia sulle batterie presenta limitazioni non sempre evidenziate. Alcune case automobilistiche coprono solo determinati tipi di degrado, escludendo, ad esempio, l'usura legata all'uso intensivo o al numero elevato di cicli di ricarica. Alcune garanzie prevedono soglie di degradazione molto elevate – la copertura decade se la batteria conserva almeno il 70% della sua capacità originale – lasciando i consumatori senza possibilità di intervento anche in presenza di un calo delle prestazioni.
L'Antitrust vuole appurare se i contratti di garanzia rispettino i principi di trasparenza e corretta informazione, obbligando le case automobilistiche a riformulare i termini delle coperture offerte.
L'indagine dell'Antitrust ha generato attenzione da parte del mercato e dei consumatori. Associazioni per la tutela dei diritti dei clienti, come Altroconsumo e Codacons, hanno espresso sostegno all'iniziativa e sottolineato come la mancanza di trasparenza sulle caratteristiche dei veicoli elettrici possa condizionare scelte di acquisto e strategie di investimento dei risparmiatori.
Nel frattempo, le aziende hanno dichiarato la propria disponibilità a collaborare con le autorità per chiarire ogni aspetto della questione. Alcuni costruttori hanno già annunciato aggiornamenti nei propri materiali informativi per rendere più evidenti i fattori che influenzano l'autonomia reale e i dettagli delle garanzie sulle batterie.