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Aziende partecipate dallo Stato: quali sono, cosa fanno, come vanno a livello fatturato e quanti dipendenti hanno

di Marianna Quatraro pubblicato il
Fatturato e dipendenti

Le aziende partecipate dallo Stato sono pilastri dell'economia italiana: operano in settori strategici come energia e trasporti, influenzano livelli di occupazione, produttivitŕ, bilanci pubblici.

Quarantacinque società rappresentano oggi una porzione significativa dell'apparato produttivo nel Paese, delineando un profilo industriale che risulta imprescindibile per ogni analisi della macroeconomia nazionale. Secondo gli ultimi rapporti del Centro Studi CoMar, la somma dei ricavi annuali di queste realtà pubbliche e para-pubbliche supera i 312 miliardi di euro, ovvero circa il 14,2% del prodotto interno lordo.

Questo aggregato occupa una posizione di spicco su scala nazionale, grazie al coinvolgimento in settori trainanti come energia, trasporti, telecomunicazioni e meccanica. L'insieme delle partecipazioni pubbliche non si configura solo come motore industriale, ma anche come pilastro in termini di occupazione e investimenti, con la capacità di influenzare profondamente lo sviluppo delle politiche economiche italiane.

Cosa sono le aziende partecipate dallo Stato e perché sono strategiche

Con il termine aziende partecipate dallo Stato si intendono le società in cui lo Stato, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze, detiene una quota rilevante di capitale, spesso in posizione di controllo o maggioranza. Queste realtà operano secondo modelli di governance che bilanciano interessi pubblici e profitto industriale, mantenendo un equilibrio tra processi di mercato e indirizzo strategico collettivo. Il valore strategico di tale assetto risiede nella capacità di garantire continuità e resilienza in comparti fondamentali: infrastrutture, energia, trasporti e difesa.

La presenza dello Stato in questi comparti avviene con finalità precise:

  • Gestione di servizi essenziali, quali trasporto ferroviario, reti energetiche e approvvigionamento idrico ed elettrico
  • Tutela della sicurezza nazionale, con il controllo di settori sensibili come difesa, spazio e telecomunicazioni
  • Promozione della crescita economica e dell'occupazione, soprattutto in fasi di ciclo economico incerto
L'assetto normativo per la disciplina delle società partecipate trova la sua base nel Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica (D.lgs. 175/2016) e successive modifiche, che fissano i principi di gestione e trasparenza. Le attività delle partecipate permettono allo Stato di perseguire politiche industriali e obiettivi di sostenibilità su vasta scala, mantenendo una rete di salvaguardia finanziaria per i cittadini e le imprese.

Composizione e settori: energia, trasporti e meccanica in primo piano

L'analisi settoriale rivela una forte concentrazione in alcuni comparti chiave:

  • Energia: rappresenta oltre il 71,6% del fatturato aggregato. A questo ambito si devono le principali dinamiche di crescita, per via della rilevanza di operatori come Eni, Enel, Snam e Terna.
  • Meccanica: copre il 13,5%. Include aziende di rilievo internazionale nei comparti engineering e difesa, come Leonardo e Fincantieri.
  • Trasporti e telecomunicazioni: circa 11,1%, con Ferrovie dello Stato e Poste Italiane in prima linea.
  • ICT: si attesta su una quota minore (2,3%), ma in costante sviluppo per effetto dei nuovi investimenti pubblici su infrastrutture digitali e reti di trasmissione.
Tutte le altre attività (servizi ambientali, pubblica amministrazione, asset territoriali) hanno un impatto minore, rappresentando poco più dell'1% ciascuna. La presenza statale si caratterizza quindi per una forte specializzazione, con la capacità di generare sinergie operative e finanziarie in segmenti ritenuti strategici per l'equilibrio sociale e produttivo del Paese.

Andamento dei ricavi, utili e debiti: evoluzione negli ultimi anni

L'andamento dei risultati economico-finanziari documenta una crescita robusta nel medio periodo, nonostante il 2024 abbia segnato una lieve contrazione dei ricavi: rispetto al 2023, si è registrato un calo del 5,1% passando da 329,1 a 312,2 miliardi di euro. L'analisi storica rivela però un trend positivo: nel 2017 i ricavi aggregati erano 227,8 miliardi; oggi la differenza supera gli 84 miliardi (+37%).

Per quanto riguarda gli utili, i dati evidenziano:

  • Un totale di 16,3 miliardi di euro nel 2024 (+9,9% sull'anno precedente e oltre il doppio rispetto al 2019)
  • Un livello di sostenibilità evidenziato da un margine operativo netto di 33,5 miliardi
Lato debiti, il 2024 mostra un lieve incremento del leverage: il debito finanziario lordo è salito a 230,1 miliardi di euro, con rapporto debiti/fatturato al 73,7% (contro il 57% di sette anni prima). Questi numeri forniscono elementi chiave per valutare l'affidabilità e la resilienza delle imprese pubbliche, capaci di affrontare cicli macroeconomici complessi continuando a sostenere investimenti e dividendi.

Occupazione: quanti dipendenti lavorano nelle partecipate pubbliche

Le imprese a controllo statale sono tra i maggiori datori di lavoro in Italia. I dati del Rapporto CoMar indicano un organico superiore a 520.000 addetti nelle 45 principali società esaminate. Questo risultato segna il superamento della soglia del mezzo milione di occupati, un'espansione che negli ultimi sette anni ha portato alla creazione di oltre 62.000 nuovi posti di lavoro.

Il comparto si distingue anche per la distribuzione della forza lavoro:

  • Il 75% dell'occupazione si concentra in sei big: Poste Italiane, Ferrovie dello Stato, Enel, Leonardo, Eni e Saipem.
  • L'occupazione risulta quindi polarizzata, con poche realtà che ospitano il grosso degli addetti nel sistema delle partecipazioni pubbliche.
Questa concentrazione offre sia solidità durante le crisi, sia criticità nel caso di flessioni del settore o di riorganizzazioni interne a tali gruppi. Nel complesso, il comparto mantiene alti livelli di produttività, fatturando mediamente circa 600.000 euro per dipendente, con parametri competitivi a livello europeo e internazionale nel contesto delle grandi imprese industriali.

Performance, efficienza e produttività delle aziende partecipate

L'analisi delle performance delle controllate pubbliche mette in luce forti differenziazioni fra le singole realtà. La redditività - intesa come rapporto tra utili e fatturato - registra valori di eccellenza per alcune strutture: Stretto di Messina (73,6%), Infrastrutture Milano Cortina (63%), e i colossi dell'energia come Snam, Terna e Italgas. Snam in particolare guida la graduatoria della marginalità operativa con il 48,8% di margine (MON) sul fatturato.

Al contrario, alcune aziende come Open Fiber, Cinecittà e Ansaldo Energia stanno affrontando periodi complessi, mostrando risultati negativi sia in termini di margine operativo che di utile netto.

Il fatturato medio per addetto, pari a circa 600.000 euro, testimonia comunque un'elevata efficienza produttiva. L'andamento delle quotate riflette inoltre un rafforzamento nel 2025, con ricavi aggregati che segnano un incremento dell'1,8% nei primi nove mesi (170,5 miliardi), trainati da Italgas (+42,7%), Fincantieri (+20,5%) e Leonardo (+11,3%). La maggioranza delle società mantiene o migliora la propria guidance sul risultato annuo.

Il contributo finanziario delle grandi aziende pubbliche ai conti dello Stato è significativo. Nel 2025, i dati CoMar mostrano che le dodici maggiori società hanno versato dividendi per 3,3 miliardi di euro, superando di 1,3 miliardi le attese iniziali. Questa liquidità rappresenta una leva importante per il Tesoro nella gestione del debito pubblico, pur in presenza di un incremento dell'indebitamento delle partecipate stesse.

La relazione debiti/fatturato e la crescita della leva finanziaria richiedono costante monitoraggio. Tuttavia, la continuità nel versamento dei dividendi e la loro incidenza positiva sui saldi di finanza pubblica rafforzano la stabilità macroeconomica, sostenendo al contempo programmi di spesa strategici su infrastrutture e servizi essenziali.

Le grandi operazioni e il futuro delle partecipazioni statali in Italia

L'ambito delle partecipazioni pubbliche negli ultimi mesi si è caratterizzato per manovre di rilievo sia in termini di acquisizioni che di alleanze strategiche. Tra i passaggi chiave emergono:

  • L'intesa tra Cdp e Poste per l'ingresso di queste ultime in Tim e la contestuale cessione a Cdp delle quote detenute in Nexi
  • L'ingresso di fondi internazionali come Kkr in Enilive
  • L'incremento delle quote di EIP in Eni Plenitude e la joint venture Eni-Petronas per asset upstream in Asia
  • L'ingresso del Mef in FiberCop per le reti digitali e l'acquisizione di 2i Rete Gas da parte di Italgas
  • L'alleanza Leonardo-Rheinmetall nella difesa terrestre e l'avvio di Nuclitalia per le tecnologie nucleari avanzate
Questi movimenti confermano la capacità del settore di adattarsi rapidamente ai cambiamenti globali, rafforzando la presenza italiana nei comparti strategici e intensificando la collaborazione con investitori internazionali e partner industriali. Le prospettive per i prossimi anni indicano, secondo gli esperti, una maggiore selettività negli investimenti e una spinta verso innovazione tecnologica e sostenibilità.