Le aziende partecipate dallo Stato sono pilastri dell'economia italiana: operano in settori strategici come energia e trasporti, influenzano livelli di occupazione, produttivitŕ, bilanci pubblici.
Quarantacinque società rappresentano oggi una porzione significativa dell'apparato produttivo nel Paese, delineando un profilo industriale che risulta imprescindibile per ogni analisi della macroeconomia nazionale. Secondo gli ultimi rapporti del Centro Studi CoMar, la somma dei ricavi annuali di queste realtà pubbliche e para-pubbliche supera i 312 miliardi di euro, ovvero circa il 14,2% del prodotto interno lordo.
Questo aggregato occupa una posizione di spicco su scala nazionale, grazie al coinvolgimento in settori trainanti come energia, trasporti, telecomunicazioni e meccanica. L'insieme delle partecipazioni pubbliche non si configura solo come motore industriale, ma anche come pilastro in termini di occupazione e investimenti, con la capacità di influenzare profondamente lo sviluppo delle politiche economiche italiane.
Con il termine aziende partecipate dallo Stato si intendono le società in cui lo Stato, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze, detiene una quota rilevante di capitale, spesso in posizione di controllo o maggioranza. Queste realtà operano secondo modelli di governance che bilanciano interessi pubblici e profitto industriale, mantenendo un equilibrio tra processi di mercato e indirizzo strategico collettivo. Il valore strategico di tale assetto risiede nella capacità di garantire continuità e resilienza in comparti fondamentali: infrastrutture, energia, trasporti e difesa.
La presenza dello Stato in questi comparti avviene con finalità precise:
L'analisi settoriale rivela una forte concentrazione in alcuni comparti chiave:
L'andamento dei risultati economico-finanziari documenta una crescita robusta nel medio periodo, nonostante il 2024 abbia segnato una lieve contrazione dei ricavi: rispetto al 2023, si è registrato un calo del 5,1% passando da 329,1 a 312,2 miliardi di euro. L'analisi storica rivela però un trend positivo: nel 2017 i ricavi aggregati erano 227,8 miliardi; oggi la differenza supera gli 84 miliardi (+37%).
Per quanto riguarda gli utili, i dati evidenziano:
Le imprese a controllo statale sono tra i maggiori datori di lavoro in Italia. I dati del Rapporto CoMar indicano un organico superiore a 520.000 addetti nelle 45 principali società esaminate. Questo risultato segna il superamento della soglia del mezzo milione di occupati, un'espansione che negli ultimi sette anni ha portato alla creazione di oltre 62.000 nuovi posti di lavoro.
Il comparto si distingue anche per la distribuzione della forza lavoro:
L'analisi delle performance delle controllate pubbliche mette in luce forti differenziazioni fra le singole realtà. La redditività - intesa come rapporto tra utili e fatturato - registra valori di eccellenza per alcune strutture: Stretto di Messina (73,6%), Infrastrutture Milano Cortina (63%), e i colossi dell'energia come Snam, Terna e Italgas. Snam in particolare guida la graduatoria della marginalità operativa con il 48,8% di margine (MON) sul fatturato.
Al contrario, alcune aziende come Open Fiber, Cinecittà e Ansaldo Energia stanno affrontando periodi complessi, mostrando risultati negativi sia in termini di margine operativo che di utile netto.
Il fatturato medio per addetto, pari a circa 600.000 euro, testimonia comunque un'elevata efficienza produttiva. L'andamento delle quotate riflette inoltre un rafforzamento nel 2025, con ricavi aggregati che segnano un incremento dell'1,8% nei primi nove mesi (170,5 miliardi), trainati da Italgas (+42,7%), Fincantieri (+20,5%) e Leonardo (+11,3%). La maggioranza delle società mantiene o migliora la propria guidance sul risultato annuo.
Il contributo finanziario delle grandi aziende pubbliche ai conti dello Stato è significativo. Nel 2025, i dati CoMar mostrano che le dodici maggiori società hanno versato dividendi per 3,3 miliardi di euro, superando di 1,3 miliardi le attese iniziali. Questa liquidità rappresenta una leva importante per il Tesoro nella gestione del debito pubblico, pur in presenza di un incremento dell'indebitamento delle partecipate stesse.
La relazione debiti/fatturato e la crescita della leva finanziaria richiedono costante monitoraggio. Tuttavia, la continuità nel versamento dei dividendi e la loro incidenza positiva sui saldi di finanza pubblica rafforzano la stabilità macroeconomica, sostenendo al contempo programmi di spesa strategici su infrastrutture e servizi essenziali.
L'ambito delle partecipazioni pubbliche negli ultimi mesi si è caratterizzato per manovre di rilievo sia in termini di acquisizioni che di alleanze strategiche. Tra i passaggi chiave emergono: