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Passaporto e viaggi in nazione UE: come funzionano impronte e immagini facciali che sostituiscono definitivamente il timbro

di Marianna Quatraro pubblicato il
Entry/Exit System (EES)

La digitalizzazione rivoluziona i controlli alle frontiere UE: il sistema EES sostituisce i vecchi timbri con impronte e immagini facciali, ridefinendo procedure, sicurezza e privacy per chi viaggia in Europa

Le frontiere europee stanno vivendo una profonda trasformazione che riguarda milioni di persone. Per anni, il timbro sul passaporto ha rappresentato la traccia fisica di ogni ingresso nell’area Schengen. Oggi, la tecnologia digitale prende il posto dell’antico inchiostro, segnando l’inizio di una nuova era nei controlli ai valichi. L’Unione Europea introduce progressivamente strumenti informatici avanzati per monitorare gli spostamenti da Paesi extraeuropei, ponendo al centro la sicurezza e l’efficienza delle procedure. Questi cambiamenti rispondono alle esigenze di velocità, precisione e contrasto alle frodi, offrendo procedure più snelle ma attente ai diritti dei viaggiatori. Il passaggio al digitale non è solo una svolta normativa, ma rappresenta una profonda innovazione nell’esperienza di viaggio, capace di incidere anche sull’emotività di chi considerava il timbro un simbolo di avventure e ricordi.

Che cos’è il sistema EES e come funziona

L’Entry/Exit System (EES) è il nuovo sistema elettronico implementato dall’Unione Europea per la gestione degli ingressi e delle uscite ai confini esterni dell’area Schengen. Pensato in risposta alle direttive comunitarie sulla sicurezza, l’EES permette di registrare automaticamente entrata e uscita dei viaggiatori provenienti da Paesi terzi, cioè non membri UE, che attraversano queste frontiere per soggiorni brevi (fino a 90 giorni su 180).

Al posto del tradizionale timbro cartaceo, ogni ingresso viene ora annotato su un database digitale attraverso:

  • Rilevazione biometrica (impronte digitali e scansione del volto).
  • Verifica automatica dell’identità tramite confronto della fotografia con il documento.
  • Registrazione dei dati anagrafici e delle date di ingresso/uscita.
Le informazioni sono collegate al passaporto e conservate in maniera criptata in un archivio centrale per tre anni, salvo motivi di sicurezza che ne impongano una conservazione superiore. L’intento è prevenire i soggiorni irregolari, identificare eventuali abusi di visto e contrastare i tentativi di frode documentale.

La gradualità dell’introduzione, avviata in Italia nei principali aeroporti e porti, garantisce un periodo di transizione per cittadini, compagnie di viaggio e autorità di controllo. Così facendo, l’Unione Europea si allinea agli standard già adottati da Paesi come Australia, Stati Uniti o Canada, rafforzando la cooperazione internazionale in materia di sicurezza e mobilità.

Addio ai timbri: le nuove procedure biometriche ai confini

L’applicazione del nuovo sistema rende obsoleta la pratica del timbro a inchiostro sul passaporto, introducendo una gestione informatizzata dei flussi alle frontiere. Tutti i viaggiatori che arrivano dai cosiddetti Paesi terzi sono ora soggetti a un controllo biometrico obbligatorio al primo ingresso nell’area Schengen. Nelle procedure attuali, lo screening include:

  • Acquisizione delle impronte digitali e fotografia del volto
  • Verifica immediata, tramite scanner, dei dati biometrici con le informazioni presenti nel microchip del passaporto (obbligatoriamente biometrico per l’accesso)
  • Registrazione elettronica dell’ingresso e dell’uscita dal territorio europeo
Non sono previsti cambiamenti per i cittadini UE, i titolari di permesso di soggiorno di lunga durata e chi si sposta soltanto tra Stati membri: le vecchie procedure restano in vigore per questi gruppi.

La nuova modalità offre diversi vantaggi:

  • Riduzione degli errori di trascrizione manuale e dei falsi visti
  • Semplificazione delle procedure, soprattutto per chi attraversa abitualmente i confini europei
  • Possibilità di identificare tentativi di frode o usi illeciti del documento
D’altra parte, la scomparsa dei timbri rappresenta per molti viaggiatori la perdita di un simbolo culturale: ogni impronta sull’antico passaporto raccontava una storia e ora la memoria delle mete visitate passa dal cartaceo al digitale. Tuttavia, efficienza e sicurezza sono ormai priorità imprescindibili nelle nuove politiche migratorie europee.

Cosa cambia concretamente per chi viaggia: consigli e adempimenti

Per i viaggiatori extra-Schengen la sostituzione della timbratura con il rilevamento biometrico comporta importanti implicazioni pratiche: il passaporto deve obbligatoriamente essere biometrico e valido. Prima della partenza va verificata attentamente la conformità del documento, perché senza questo tipo di passaporto non sarà possibile entrare nell’area Schengen. Ecco alcuni accorgimenti e adempimenti utili:

  • Arrivare con un certo anticipo in aeroporto, specialmente nei primi mesi di apertura del sistema digitale, per evitare disagi dovuti alla fase di adattamento.
  • Informarsi in anticipo sull’introduzione di ETIAS, il nuovo sistema di autorizzazione elettronica che, dal 2026, sarà progressivamente obbligatorio per molti viaggiatori oggi esenti da visto.
  • Prestare attenzione ai limiti di permanenza e monitorare i giorni trascorsi in area Schengen tramite i nuovi sistemi digitali.
  • Non occorre rinnovare il passaporto se già biometrico, né compilare moduli aggiuntivi: la registrazione avviene automaticamente al controllo passaporti.
Una raccomandazione delle autorità riguarda i tempi di attesa: durante la fase iniziale del nuovo sistema, potrebbero verificarsi rallentamenti, ma in seguito i controlli risulteranno notevolmente accelerati rispetto al passato. Oltre a garantire maggiore fluidità nei flussi, queste innovazioni contribuiscono a rendere più trasparente e sicura la gestione dei movimenti internazionali.

Impatto su sicurezza, privacy e futuro dei controlli in Europa

L’introduzione generalizzata di controlli biometrici e tracciamento digitale ha un impatto profondo sulla protezione delle frontiere e sulle politiche migratorie europee. Da un lato, la digitalizzazione consente un monitoraggio istantaneo e accurato di ogni passaggio, permettendo di individuare con precisione le violazioni e potenziali minacce quali soggiorni oltre i termini e falsificazioni di identità.

Il quadro normativo UE sulla privacy—GDPR incluso—impone rigorosi standard di sicurezza per la conservazione dei dati biometrici:

  • Dati raccolti solo per finalità strettamente legate al controllo delle frontiere
  • Conservazione limitata a tre anni (estendibile per motivi specifici di sicurezza)
  • Accesso controllato e tracciato dalle autorità competenti
L’EES non è solo uno strumento di controllo, ma rappresenta un tassello della strategia europea per la modernizzazione e l’integrazione dei sistemi informativi, in vista dell’introduzione di strumenti quali ETIAS. L’Europa si ispira alle best practice di altri Paesi sviluppati, implementando soluzioni che valorizzano sia la sicurezza sia il rispetto dei diritti individuali.