Per arginare il fenomeno del lavoro nero nel settore domestico, le autorità competenti hanno intensificato i controlli.
Sempre più accertamenti e controlli incrociati su badanti e signore delle pulizie (colf) in nero grazie alle banche dati dell'Agenzia delle entrate. Il lavoro nero nel settore domestico coinvolge colf, badanti e babysitter: secondo i dati più recenti, quasi il 47% dei lavoratori domestici opera in nero. Nonostante le misure introdotte negli ultimi anni per favorire la regolarizzazione, il costo contributivo e la scarsa conoscenza delle normative spingono molte famiglie e lavoratori verso il sommerso. Vogliamo capire:
Le sanzioni sono cumulative per cui il mancato rispetto delle norme può portare a cifre elevate. Oltre agli aspetti amministrativi, il datore di lavoro potrebbe affrontare cause legali in caso di contenziosi con il lavoratore.
I lavoratori domestici, tra badanti, signore delle pulizie e colf, impiegati senza contratto si trovano in una posizione di vulnerabilità. La mancanza di tutele previdenziali e assicurative li espone a rischi in caso di infortunio sul lavoro. Senza un contratto regolare, non possono beneficiare della copertura Inail: eventuali spese mediche o periodi di inattività lavorativa restano a loro carico.
Un altro aspetto da considerare è l’assenza di contributi pensionistici. Chi lavora in nero non accumula alcuna forma di risparmio previdenziale. L’assenza di un contratto limita la possibilità di accedere a diritti come le ferie retribuite, il trattamento di fine rapporto e la malattia.
Negli ultimi anni, lo Stato ha intensificato i controlli per contrastare il fenomeno del lavoro nero nel settore domestico. Le autorità, come l’Inps e l’Ispettorato nazionale del lavoro, hanno adottato strumenti più avanzati per individuare le irregolarità. Mediante l’incrocio dei dati delle comunicazioni obbligatorie con quelli fiscali e contributivi, è diventato più semplice individuare rapporti di lavoro non dichiarati.
In parallelo sono state lanciate campagne di sensibilizzazione per informare sia i datori di lavoro che i lavoratori sui rischi del lavoro nero.
Il lavoro nero nel settore domestico ha un impatto economico non trascurabile per lo Stato. Secondo le stime, il mancato versamento dei contributi previdenziali e delle imposte legate al lavoro domestico in nero ammonta a diverse centinaia di milioni di euro all’anno.
Dopodiché la diffusione del lavoro irregolare contribuisce ad alimentare un clima di precarietà sociale. I lavoratori domestici.