Il decreto flussi 2026 approvato dal Consiglio dei Ministri rappresenta un passaggio determinante per la politica migratoria e il lavoro domestico italiano. L'urgenza di rispondere a una popolazione sempre più anziana, e la crescente richiesta di personale per l'assistenza a soggetti over 80 e persone non autosufficienti, hanno spinto il legislatore a rivedere in modo strutturale norme e procedure.
Il nuovo provvedimento punta a favorire l'ingresso regolare e controllato di lavoratori extra-UE nel settore domestico, arginando fenomeni come lavoro sommerso e sfruttamento. Contestualmente, punta a offrire alle famiglie uno strumento più rapido e capillare per rispondere al fabbisogno di cure domiciliari specializzate.
Le nuove regole per l’assunzione di badanti e assistenti familiari: cosa cambia dal 2026
Il nuovo decreto flussi 2026 prevede innanzitutto l’abolizione delle quote prestabilite per le assunzioni di badanti e assistenti familiari destinati a gestire casi di non autosufficienza o di età superiore a 80 anni. Questo cambiamento consente un ingresso nel territorio più flessibile da parte e sostiene chi ha bisogno di assistenza specifica. Le modifiche stabilite riguardano soprattutto:
- Liberazione dai tetti massimi annuali: per questa categoria, quindi, la programmazione per quote viene superata e non sarà più vincolata al numero di ingressi stabilito nel decreto flussi per le altre categorie lavorative.
- Canali preferenziali: la possibilità di richiedere l’assunzione anche al di fuori delle precedenti scadenze annuali del cosiddetto click day consente alle famiglie di affrontare con tempismo situazioni di emergenza, senza dover attendere finestre temporali prestabilite.
- Procedura digitalizzata: si consolida una modalità di presentazione telematica delle domande attraverso il portale ufficiale del Ministero dell’Interno, funzione che aiuta ad anticipare i controlli e velocizzare la trattazione delle pratiche.
- Superamento del nulla osta preventivo: per queste assunzioni non sarà più necessario ottenere preventivamente il nulla osta, bensì sarà sufficiente l’inoltro della domanda tramite canali autorizzati.
Superamento dei limiti di quota e click day
Il settore dell’assistenza domiciliare è stato spesso penalizzato dai limiti di quota fissati dai decreti flussi e dall’incertezza legata all’attesa del click day, cioè il giorno unico stabilito annualmente per la presentazione delle domande. Il nuovo decreto flussi 2026 prevede invece:
- Eliminazione dei tetti di ingresso: dal 2026 non esisteranno più limiti numerici rigidi per l’accesso di lavoratori extra-UE nel comparto badanti e assistenza familiare ove destinati a ultraottantenni o persone con disabilità grave.
- Stop al click day: la raccolta delle domande potrà avvenire in qualsiasi momento dell’anno, superando l’ostacolo rappresentato dalle finestre annuali e riducendo drasticamente i tempi di attesa. Ciò facilita la risposta a esigenze imprevedibili tipiche di questo ambito.
- Canali trasparenti e digitalizzazione: il rafforzamento della procedura online di precompilazione semplifica la ricezione e la verifica delle domande, creando un sistema in cui la legalità e la verifica anticipata delle condizioni sostituiscono la velocità e la concorrenza tipiche dei click day.
Vincoli operativi per i neoassunti e nuova gestione dei permessi di soggiorno
Il nuovo provvedimento stabilisce, inoltre, che i lavoratori stranieri destinati all’assistenza familiare, come
le badanti, o sociosanitaria debbano
osservare precisi vincoli operativi durante il primo anno di regolare permanenza in Italia. Nel dettaglio:
- Esclusività dell’attività: nei primi 12 mesi di contratto, l’impiego dovrà essere limitato alle mansioni per cui è stato autorizzato l’ingresso, escludendo la possibilità di lavorare in settori differenti. Questa misura mira a prevenire il trasferimento illecito di manodopera e promuovere stabilità nell’assistenza.
- Cambio di datore di lavoro: è ammesso solo in presenza di specifica autorizzazione da parte dell’Ispettorato territoriale del lavoro, garantendo così che ogni transizione sia tracciata e motivata.
- Gestione permessi di soggiorno: al termine del primo anno, il permesso potrà essere convertito in lavoro subordinato anche in altri comparti, favorendo flessibilità e integrabilità all’interno del tessuto socio-economico italiano. Resta comunque necessario procedere con richiesta di rinnovo direttamente presso la Questura entro la scadenza annuale.
Sono stati anche previsti strumenti di tutela rapida e straordinaria, come il permesso di soggiorno per le vittime di sfruttamento lavorativo.
Procedure, requisiti e soggetti ammessi alla domanda di assunzione
La domanda di assunzione di collaboratori domestici stranieri extra-UE, dal 2026, potrà essere presentata attraverso canali digitalizzati dallo Sportello Unico per l’Immigrazione o da soggetti abilitati come le agenzie per il lavoro e le organizzazioni datoriali firmatarie del contratto nazionale del settore domestico. I principali requisiti e vincoli sono i seguenti:
- Requisiti reddituali: il datore singolo deve dimostrare un reddito annuale pari almeno a 20.000 euro; per nuclei familiari con più conviventi la soglia sale a 27.000 euro, salve eccezioni in presenza di gravi patologie o disabilità.
- Soggetti legittimati: possono presentare domanda il coniuge, parenti e affini dell’assistito entro il secondo grado (o terzo in casi di disabilità grave), purché residenti in Italia. Non è invece consentito l’ingresso a famigliari entro il terzo grado convertiti in badanti.
- Precompilazione e invio: la domanda deve essere precompilata telematicamente sul portale dedicato e trasmessa secondo le istruzioni ministeriali; la precompilazione anticipa i controlli, velocizzando la fase autorizzativa.
Procedura |
Requisito |
Presentazione domanda |
Portale Ministero Interno / Agenzie / Associazioni |
Limite di richieste privati |
3 per datore non associato |
Vincoli parentali |
Fino al secondo/terzo grado in casi specifici |
Costi, agevolazioni fiscali e contributi per l’assunzione di badanti
Assumere una badante comporta costi differenziati in base alla tipologia di servizio richiesto (convivente, notturno, specializzata). Nel dettaglio:
- Servizio convivente: il costo mensile totale oscilla tra 1.300 e 1.900 euro, includendo retribuzione, contributi INPS, tredicesima, ferie e vitto/alloggio.
- Servizio notturno: la spesa può variare tra 700 e 1.100 euro mensili.
- Assistenza specializzata: per patologie complesse, l’investimento può arrivare fino a 2.200 euro mensili.
L’intervento dello Stato si sostanzia in diverse forme di sostegno:
- Detrazione IRPEF: è possibile detrarre il 19% delle spese per assistenza domiciliare fino a un massimo di 2.100 euro annui, a condizione che l’assistito sia non autosufficiente e il reddito complessivo non superi 40.000 euro.
- Deduzione contributi INPS: i contributi previdenziali obbligatori possono essere dedotti fino a 1.549,37 euro all’anno.
- Assegno di accompagnamento: l’INPS garantisce un assegno mensile di circa 530 euro alle persone non autosufficienti, mentre il nuovo contributo universale varato dalla recente riforma degli anziani prevede un sostegno aggiuntivo fino a 850 euro per over 80 con ISEE sociosanitario basso.
- Sgravi contributivi: è previsto uno sgravio del 100% per due anni, fino a un massimo di 3.000 euro annui, per chi assume assistenti familiari destinati ad anziani ultraottantenni già beneficiari dell'indennità di accompagnamento.
A livello locale, le Regioni e alcuni Comuni possono erogare ulteriori contributi e buoni assistenza, spesso legati all’ISEE e riferiti a specifiche condizioni di patologia o disabilità.
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