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Bancomat, cellulari, trasporti pubblici: le modifiche obbligatorie che dovranno essere fatte entro il 2026 per legge su accessibil

di Marianna Quatraro pubblicato il
Bancomat cellulari trasporti pubblici le

Imprese obbligate ad adeguare molti prodotti e servizi per renderli facilmente accessibili ai disabili, con particolare attenzione a quelli considerati essenziali o di uso universale

Dal 2025, le imprese che offrono prodotti e servizi digitali dovranno rispettare obblighi di accessibilità stringenti per garantire servizi realmente inclusivi alle persone con disabilità, come richiesto dalla direttiva europea (UE) 2019/882.

Questa normativa rappresenta una svolta per il mercato unico europeo, coinvolgendo sia il settore pubblico che privato, con focus particolare su bancomat, terminali self-service, dispositivi mobili e trasporti pubblici. L’obiettivo è abbattere le barriere all’accesso e offrire pari opportunità, assicurando che le tecnologie più usate nella vita quotidiana possano essere fruite da tutti, senza discriminazioni. 

La legge europea sull'accessibilità: principi, ambito di applicazione e soggetti obbligati

Il quadro legislativo introdotto dalla direttiva (UE) 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA), mira a promuovere una società europea più equa, stabilendo che prodotti e servizi chiave debbano essere utilizzabili da chiunque, grazie alla rimozione delle barriere digitali. Il recepimento in Italia è avvenuto con la Legge sull'accessibilità che ha esteso gli obblighi non solo al settore pubblico, ma anche a soggetti privati e imprese che operano in ambiti digitali rilevanti, e che prevede:

  • Principi cardine: Il testo normativo si fonda sui criteri "POUR" (Perceivable, Operable, Understandable, Robust): ogni prodotto o servizio deve essere percepibile, operabile, comprensibile e robusto, ovvero compatibile sia con le tecnologie attuali che future.
  • Ambito di applicazione: Le nuove regole si applicano a tutti i prodotti e servizi commercializzati dal 28 giugno 2025 e, in molti casi, anche a quelli già esistenti che subiranno modifiche sostanziali successivamente. L’obbligo riguarda le interfacce digitali più usate nella quotidianità: sistemi bancari e di pagamento, terminali di self-service, soluzioni di trasporto pubblico e piattaforme digitali di comunicazione o e-commerce.
  • Operatori obbligati: Produttori, distributori, importatori e prestatori di servizi sono tenuti a rispettare i nuovi standard se il loro servizio rientra nelle categorie contemplate. È prevista l’esclusione per le microimprese di servizi (meno di 10 dipendenti e fatturato sotto i 2 milioni di euro), salvo nel caso in cui forniscono strumenti alla PA o altre eccezioni. Per le PMI invece vale la clausola dell’onere sproporzionato, se dimostrato e documentato secondo quanto stabilito dal legislatore.

Prodotti e servizi coinvolti: bancomat, terminali self-service, trasporti, canali digitali

Le nuove disposizioni obbligano le imprese ad adeguare diversi prodotti e servizi per renderli facilmente accessibili ai disabili, con particolare attenzione a quelli considerati essenziali o di uso universale. La seguente tabella riassume le principali categorie coinvolte:
Prodotti Servizi
Terminali self-service (bancomat, biglietterie automatiche, POS) Servizi bancari digitali, home banking, piattaforme di pagamento
Sistemi hardware e software per il pubblico E-commerce, piattaforme di prenotazione e servizi online
Smartphone, tablet, computer Soluzioni di trasporto pubblico (biglietteria elettronica, info in tempo reale)
Lettori di e-book e dispositivi audiovisivi Accesso a media digitali e contenuti audiovisivi
  • Tutti i terminali di pagamento o dispositivi self-service dovranno predisporre funzionalità inclusive come sintesi vocale, layout semplificati e assistenza per utenti con disabilità sensoriali o motorie.
  • Nei trasporti pubblici, le informazioni su orari, percorsi, acquisti biglietti e modifiche di percorso saranno adeguate per renderle fruibili tramite diversi canali e formati, tenendo conto di utenti ipovedenti o con difficoltà cognitive.
  • Per quanto riguarda il digitale, siti web, app e piattaforme di e-commerce dovranno integrare standard internazionali come le WCAG 2.1 (almeno livello AA), assicurandosi la compatibilità con tecnologie assistive e la navigazione senza barriere.

Obblighi per le imprese: cosa fare entro il 2025 e 2026 e chi è escluso

Le aziende chiamate a conformarsi alle modifiche obbligatorie per i servizi inclusivi per i disabili previsti dalla legge accessibilità devono adottare una strategia strutturale e multidisciplinare entro il termine stabilito. Gli obblighi normativi impongono:
  • Mappatura e valutazione: Identificare la gamma di prodotti e servizi soggetti alla normativa, rilevando eventuali barriere esistenti.
  • Piano di adeguamento: Definire e implementare interventi tecnici e organizzativi (incluso il redesign dei processi digitali), predisponendo la documentazione necessaria e dichiarazioni di accessibilità aggiornate.
  • Aggiornamento dei contratti: Inserire clausole di conformità nei rapporti con fornitori e partner, per assicurare la responsabilità su tutta la filiera.
  • Formazione del personale: Aggiornare le competenze interne, coinvolgendo progettisti, sviluppatori e operatori del customer care.
  • Testing periodico: Introdurre strumenti e metodi di monitoraggio, con verifiche manuali e tramite tecnologie automatiche.
L’esclusione dagli obblighi riguarda solo le microimprese di servizi, restando pienamente valido l’invito ad adottare buone pratiche di accessibilità per motivi reputazionali e strategici. 

Requisiti tecnici: sintesi vocale, leggibilità, compatibilità e assistenza nei principali dispositivi

I prodotti e servizi soggetti alle modifiche obbligatorie per servizi inclusivi disabili legge accessibilità devono rispettare una serie di requisiti tecnici volti a garantirne la piena fruibilità a utenti con limitazioni sensoriali, motorie o cognitive. Nello specifico, i principali requisiti sono:

  • Sintesi vocale e feedback uditivo: I terminali di pagamento self-service (bancomat, POS), gli e-reader e i dispositivi mobili dovranno integrare sintesi vocale per la lettura di informazioni, istruzioni o messaggi di errore. Ciò migliora l’accesso a chi non può contare sulla vista o ha difficoltà di lettura.
  • Leggibilità e contrasto: Interfacce digitali e display di dispositivi dovranno utilizzare caratteri ad alta leggibilità, con contrasto cromatico adeguato. I font devono essere selezionati per essere facilmente percepibili anche da utenti ipovedenti.
  • Compatibilità con tecnologie assistive: Tutto il software, dai siti web alle app, dovrà interoperare facilmente con screen reader, tastiere alternative, dispositivi di input speciali, assicurando la piena navigabilità anche senza mouse.
  • Accessibilità nei trasporti pubblici: Gestori dei servizi dovranno rendere accessibili le informazioni su orari, ticketing e schede informatiche attraverso canali vocali, testuali e visivi, predisponendo postazioni a diverse altezze e con pulsanti tattili o feedback aptico.
  • Assistenza digitale: Deve essere garantito un supporto dedicato – tramite chat, sistemi vocali, canali testuali alternativi – per l’interazione con utenti che necessitano di aiuto nel processo di accesso ai servizi digitali.
La conformità richiede anche la predisposizione di etichette accessibili, istruzioni alternative e una robusta documentazione. 

Le tappe normative, i tempi di adeguamento e le sanzioni per il mancato rispetto

La direttiva stabilisce una serie di scadenze cogenti per l’attuazione delle modifiche obbligatorie per servizi inclusivi disabili legge accessibilità. Il calendario normativo è sintetizzato di seguito:

  • 28 giugno 2025: Termine da cui tutti i nuovi prodotti e servizi digitali immessi sul mercato devono essere accessibili.
  • 28 giugno 2030: Scadenza per l’adeguamento dei sistemi e servizi già operativi prima del 2025, salvo aggiornamenti sostanziali che anticipano l’obbligo.
  • Terminali self-service: Gli apparecchi già installati prima del 2025 potranno restare in funzione fino alla fine della loro vita economica, al massimo per 20 anni.
Il quadro sanzionatorio prevede ammende fino a 40.000 euro o il 5% del fatturato annuo per le grandi imprese in caso di inadempienza, oltre a pene accessorie come il ritiro dal mercato dei prodotti non conformi e danni reputazionali. In Italia, la vigilanza è affidata all’AgID per i servizi e al MiMIT per i prodotti.

 

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