Nuove regole al via nel 2026 per il bollo auto che riguardano numerosi aspetti, dai pagamenti (scadenze, rate) alle esenzioni e sconti fino alla obbligatorietà o meno per certi veicoli e nuove sanzioni e multe. Non tutti, però, saranno da subito interessati a queste novità
L’anno 2026 segna una svolta per la gestione della tassa automobilistica in Italia. Le nuove disposizioni, approvate nell’ambito della riforma fiscale, si articolano nell'intento di rafforzare l'autonomia regionale e semplificare la burocrazia per gli utenti.
La normativa sul bollo auto interessa diversi aspetti: dalle modalità di pagamento, alle scadenze annuali su misura, alla gestione delle esenzioni, alle nuove regole in caso di fermo amministrativo e passaggio di proprietà.
Dal 2026, la tassa automobilistica sarà assoggettata a nuove regole per tutti i veicoli immatricolati da quella data. Non sarà più consentito il frazionamento dell’importo in rate mensili o semestrali: la somma dovuta dovrà essere versata in un’unica soluzione annuale, entro l’ultimo giorno del mese successivo alla data di prima immatricolazione. Questa scadenza personalizzata continuerà a valere anche per gli anni successivi, garantendo certezza nei pagamenti e una pianificazione più efficiente delle scadenze fiscali rispetto al passato.
La riforma attribuisce in via esclusiva alle Regioni la gestione della tassa automobilistica, rafforzando il principio del federalismo fiscale. L’importo va versato esclusivamente presso la Regione di residenza dell’intestatario, la quale può intervenire non solo sulle aliquote ma anche sulle eventuali esenzioni e sconti, con forte impatto sulla sostenibilità e sul parco veicolare locale.
Fra le novità più rilevanti si segnala la cancellazione dell’esenzione dal pagamento per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario. L’esonero, previsto dalla sentenza n. 47/2017 della Corte Costituzionale, viene superato: dal 2026 anche tali veicoli saranno tenuti al pagamento annuale della tassa. Tale scelta colma un vuoto normativo e limita la possibilità di evitare l’imposta ricorrendo al blocco amministrativo e va interpretata nell’ottica del principio del possesso fiscale, che prescinde dall’effettivo uso del mezzo.
Il provvedimento, pur contestato da alcune associazioni di tutela dei consumatori, mira ad assicurare uniformità applicativa nazionale e maggiore equità fiscale, in linea con gli obiettivi della riforma tributaria recente.
Cambia anche la disciplina relativa ai passaggi di proprietà e all’acquisto di veicoli di seconda mano. Dal 2026 pagherà l’imposta il soggetto che risulta intestatario al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) nel primo giorno del periodo tributario annuale (e non più nell’ultimo giorno utile al pagamento).
Non subisce variazioni la disciplina relativa al superbollo: continuerà ad essere dovuta l’imposta aggiuntiva sui veicoli con potenza superiore a 185 kW, secondo i parametri già noti. Le discussioni circa una sua abolizione non hanno trovato conferma nelle più recenti riforme.
Tipologia veicolo | Base di calcolo | Superbollo |
Oltre 185 kW | Potenza eccedente | 50 € per ogni kW oltre la soglia |
Per chi possiede veicoli di fascia alta, restano quindi invariate le condizioni, sia per le annualità che per i criteri di calcolo.
Il nuovo assetto normativo avrà un impatto differenziato sui nuclei familiari e sui bilanci individuali, dati soprattutto dall’impossibilità di rateizzare la quota annuale e dalla crescente diversificazione regionale delle politiche fiscali.