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Bollo auto 2026, nuove regole al via. Per chi valgono e cosa cambia per scadenze, esenzioni e sconti, rate, sanzioni

di Chiara Compagnucci pubblicato il
bollo auto 2026

Nuove regole al via nel 2026 per il bollo auto che riguardano numerosi aspetti, dai pagamenti (scadenze, rate) alle esenzioni e sconti fino alla obbligatorietà o meno per certi veicoli e nuove sanzioni e multe. Non tutti, però, saranno da subito interessati a queste novità

L’anno 2026 segna una svolta per la gestione della tassa automobilistica in Italia. Le nuove disposizioni, approvate nell’ambito della riforma fiscale, si articolano nell'intento di rafforzare l'autonomia regionale e semplificare la burocrazia per gli utenti. 

La normativa sul bollo auto interessa diversi aspetti: dalle modalità di pagamento, alle scadenze annuali su misura, alla gestione delle esenzioni, alle nuove regole in caso di fermo amministrativo e passaggio di proprietà.

Pagamento del bollo auto: obbligo della soluzione unica e personalizzazione delle scadenze

Dal 2026, la tassa automobilistica sarà assoggettata a nuove regole per tutti i veicoli immatricolati da quella data. Non sarà più consentito il frazionamento dell’importo in rate mensili o semestrali: la somma dovuta dovrà essere versata in un’unica soluzione annuale, entro l’ultimo giorno del mese successivo alla data di prima immatricolazione. Questa scadenza personalizzata continuerà a valere anche per gli anni successivi, garantendo certezza nei pagamenti e una pianificazione più efficiente delle scadenze fiscali rispetto al passato.

  • Per le automobili già immatricolate entro il 31 dicembre 2025, restano valide le consuete regole sulle scadenze, salvo diverse integrazioni stabilite a livello regionale.
  • La nuova disciplina, dettata dal decreto attuativo della riforma fiscale, mira a semplificare l’interazione tra cittadini e amministrazioni pubbliche, riducendo la frammentazione dei pagamenti e i potenziali oneri burocratici.
Il calcolo della tassa continuerà a dipendere da potenza del motore in kW e classe ambientale del veicolo, in linea con la normativa vigente. Gli importi, tuttavia, saranno determinati dalle singole Regioni secondo propri parametri.

Gestione regionale: cosa cambia per esenzioni, sconti e aliquote

La riforma attribuisce in via esclusiva alle Regioni la gestione della tassa automobilistica, rafforzando il principio del federalismo fiscale. L’importo va versato esclusivamente presso la Regione di residenza dell’intestatario, la quale può intervenire non solo sulle aliquote ma anche sulle eventuali esenzioni e sconti, con forte impatto sulla sostenibilità e sul parco veicolare locale.

  • Regioni e Province autonome possono confermare o rivedere le agevolazioni per veicoli a basso impatto ambientale, come elettrici, ibridi, GPL o metano. Tali agevolazioni potranno essere ridotte, eliminate o confermate a discrezione dell’ente territoriale.
  • Alcune Regioni valuteranno anche l’eventuale applicazione di riduzioni per veicoli storici o ultraventennali, secondo criteri autonomi.
  • Per le autovetture dalle emissioni ridotte (elettriche, plug-in hybrid), gli sconti, già variabili tra una Regione e l’altra, potranno subire modifiche o venire rimossi integralmente, generando uno scenario non uniforme su scala nazionale.
Questa differenziazione regionale richiede ai contribuenti una costante attenzione alle delibere locali pubblicate sui siti istituzionali, come è possibile verificare sulle pagine ufficiali regionali.

Bollo su veicoli in fermo amministrativo: addio all’esenzione dal 2026

Fra le novità più rilevanti si segnala la cancellazione dell’esenzione dal pagamento per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario. L’esonero, previsto dalla sentenza n. 47/2017 della Corte Costituzionale, viene superato: dal 2026 anche tali veicoli saranno tenuti al pagamento annuale della tassa. Tale scelta colma un vuoto normativo e limita la possibilità di evitare l’imposta ricorrendo al blocco amministrativo e va interpretata nell’ottica del principio del possesso fiscale, che prescinde dall’effettivo uso del mezzo.

Il provvedimento, pur contestato da alcune associazioni di tutela dei consumatori, mira ad assicurare uniformità applicativa nazionale e maggiore equità fiscale, in linea con gli obiettivi della riforma tributaria recente.

Passaggi di proprietà, acquisto di auto usate e nuovi obblighi di pagamento

Cambia anche la disciplina relativa ai passaggi di proprietà e all’acquisto di veicoli di seconda mano. Dal 2026 pagherà l’imposta il soggetto che risulta intestatario al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) nel primo giorno del periodo tributario annuale (e non più nell’ultimo giorno utile al pagamento).

  • Vendita di auto usate: chi acquista un veicolo gravato da bollo non ancora versato è responsabile a partire dal primo giorno del nuovo periodo impositivo, anche se il passaggio di proprietà avviene successivamente.
  • Usufrutto e leasing: anche gli usufruttuari o i titolari di leasing saranno soggetti a questa regola, con l’obiettivo di ridurre controversie e rimborsi fra regioni diverse.
Questa modifica snellisce il contenzioso tra venditori ed acquirenti e migliora la trasparenza nei rapporti con gli enti di riscossione regionali, tramite procedure digitalizzate e l’utilizzo dell’archivio ANTA (Archivio Nazionale Tasse Automobilistiche), gestito in collaborazione tra ACI, PRA e Regioni.

Superbollo e veicoli ad alte prestazioni: novità o conferme?

Non subisce variazioni la disciplina relativa al superbollo: continuerà ad essere dovuta l’imposta aggiuntiva sui veicoli con potenza superiore a 185 kW, secondo i parametri già noti. Le discussioni circa una sua abolizione non hanno trovato conferma nelle più recenti riforme.

Tipologia veicolo Base di calcolo Superbollo
Oltre 185 kW Potenza eccedente 50 € per ogni kW oltre la soglia

Per chi possiede veicoli di fascia alta, restano quindi invariate le condizioni, sia per le annualità che per i criteri di calcolo.

Impatto delle nuove norme su costi, bilancio familiare e mobilità sostenibile

Il nuovo assetto normativo avrà un impatto differenziato sui nuclei familiari e sui bilanci individuali, dati soprattutto dall’impossibilità di rateizzare la quota annuale e dalla crescente diversificazione regionale delle politiche fiscali.

  • Nel breve periodo viene richiesto uno sforzo organizzativo ai contribuenti per pianificare il pagamento annuale e gestire potenziali aumenti legati a veicoli obsoleti o di bassa classe ambientale.
  • L’abolizione dell’esenzione per i veicoli in fermo amministrativo può comportare maggiori oneri, in particolare per chi ha subito restrizioni sull’utilizzo del mezzo.
  • La più ampia autonomia concessa alle Regioni lascia spazio percettivo sia a politiche incentivanti per veicoli "green" sia a possibili svantaggi per possessori di auto datate.
  • Ipotizzabile è una maggiore pressione fiscale sulle auto più inquinanti (Euro 0 ed Euro 1), coerentemente con il piano di rinnovo del parco circolante previsto dalla normativa europea (Direttiva Veicoli Puliti).
Di rilievo è anche il riflesso sulle dinamiche del mercato automobilistico, dove si osserva una flessione delle immatricolazioni tradizionali e una crescita delle auto elettriche e ibride, tendenza che potrebbe rafforzarsi con politiche regionali favorevoli alla mobilità sostenibile.
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