Analisi completa sulla chiusura dei mercati il 5 dicembre 2025: Borsa Italiana, Europa, Wall Street, andamento di bitcoin, oro, spread e principali asset. Focus su settori chiave, dinamiche macro e prospettive future dei mercati.
I mercati finanziari europei e italiani hanno vissuto una giornata oggi giovedì 4 dicembre 2025 di contrattazioni moderatamente positiva, riflettendo le attese degli investitori verso la politica monetaria statunitense e le dinamiche settoriali interne. L'atmosfera è rimasta improntata alla cautela, con particolare attenzione agli sviluppi nel settore auto, alla tecnologia e agli asset rifugio, mentre sono proseguite le oscillazioni su istituti bancari e materie prime.
Il contesto europeo ha seguito un trend di tiepido rialzo, consolidando le aspettative su una prossima mossa accomodante della Federal Reserve. L'indice Euro Stoxx 50 ha chiuso a +0,4%, rafforzato dagli acquisti sui settori ciclici e tecnologici. Simile percorso ha seguito Piazza Affari con il FTSE MIB che si è attestato a +0,3%, raggiungendo quota 43.519 punti dopo una sessione caratterizzata da oscillazioni ridotte e bassi volumi di scambio (3,27 miliardi di euro).
Nel comparto italiano, Stellantis ha primeggiato nell'indice principale, sostenuta dallo slancio osservato nel mercato auto europeo e dagli sviluppi normativi provenienti dal mercato statunitense. STM ha registrato forti progressi grazie allo stretto legame con il settore chip per l’automotive, mentre Interpump si è aggiudicata la migliore performance del listino in vista del suo imminente avvicendamento nell’indice principale. Da segnalare anche i guadagni di Fincantieri e Prysmian.
Le banche hanno avuto un andamento misto, riflettendo le condizioni macro e le vicende legali che hanno coinvolto alcuni istituti. Le attenzioni si sono concentrate ancora su Mps, in discesa dopo i recuperi del giorno precedente, e su Banco BPM. A livello europeo, le piazze di Francoforte (+0,58%), Madrid (+0,68%) e Amsterdam (+0,24%) hanno chiuso in tono positivo, mentre Parigi è cresciuta con minore intensità.
Il comparto automobilistico ha beneficiato delle notizie di allentamento regolamentare negli Stati Uniti sulle emissioni, fornendo un impulso ulteriore alle case europee. Stellantis ha guadagnato oltre il 3,6%, sostenuta dalle rassicurazioni della dirigenza sul mantenimento delle guidance di fine anno e dalla presenza strategica nel mercato USA. Tra i migliori anche Interpump (+3,91%) e Fincantieri, che dal 22 dicembre sarà inclusa nel FTSEMib.
Nel settore tecnologico, STM si è distinta con un progresso del 3,5%, trascinata dalla domanda per semiconduttori e circuiti integrati destinati all’industria automobilistica. Prysmian ha messo a segno una salita del 2,3%, mentre Ferrari ha registrato un incremento superiore al 2%. In controcorrente invece Lottomatica, Prysmian (in alcune fasi della seduta) e Italgas, complici downgrade e prese di profitto.
Sul fronte bancario, Mps ha perso l’1,2% in una fase delicata legata alle inchieste giudiziarie e alle aspettative per il prossimo cda. Banco BPM e Popolare Sondrio hanno chiuso deboli, mentre si sono difese bene Bper Banca e Mediolanum. Il comparto energetico ha visto Saipem e Tenaris oscillare con decisione, alternando fasi di rialzo a momenti di debolezza, seguendo le variazioni sui prezzi del greggio. Nei segmenti delle medie e piccole capitalizzazioni, da segnalare il debutto positivo di Rt&L e il rinnovato interesse per NewPrinces dopo l’acquisizione di Carrefour Italia.
Lo spread tra Btp decennale italiano e Bund tedesco conferma una fase storica di stabile e significativa riduzione: il differenziale si viene a situare a 70 punti base, sui minimi dal 2009 secondo le rilevazioni di giornata. Il rendimento del Btp a 10 anni rimane posizionato sopra il 3,45%, segnalando costanza malgrado le pressioni sulle obbligazioni globali.
Il mercato obbligazionario europeo è stato caratterizzato da scambi contenuti, con operatori in attesa delle decisioni della Banca centrale europea e delle nuove emissioni governative. La curva dei rendimenti si mantiene in lieve appiattimento, rispecchiando aspettative di politiche accomodanti sui tassi.
Sul fronte macroeconomico, Eurostat ha pubblicato i dati sulle vendite al dettaglio di ottobre nell’Eurozona senza rilevare variazioni rispetto al mese precedente. Nell’ambito statunitense, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione è diminuito nettamente, segnalando una possibile resilienza del mercato del lavoro americano, pur in un contesto generale misto e di ridimensionamento delle prospettive di crescita.
Nelle ultime sedute, il quadro valutario ha evidenziato la forza della moneta unica nei confronti del dollaro. L’euro/dollaro è stabile sopra quota 1,16, ai massimi delle ultime settimane, sostenuto dalle aspettative di una politica monetaria statunitense più accomodante.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha registrato un moderato rialzo, con il Brent stabilmente sopra i 63 dollari al barile e il Wti attorno ai 59 dollari. La variabilità dei prezzi è stata parzialmente attenuata dalla decisione dell’Opec+ di mantenere invariata la produzione nei mesi invernali. Il gas naturale europeo, invece, ha segnato un calo tra i 27 e i 28 euro/MWh, seguito da una volatilità legata ai movimenti globali e alle dinamiche geopolitiche.
L’oro spot si è mantenuto in area 4.200-4.250 dollari l’oncia, oscillando tra prese di beneficio e momenti di ricerca di asset rifugio. Il metallo prezioso permane tra le scelte di diversificazione nei portafogli degli operatori istituzionali, benché meno brillante rispetto a periodi di maggiore incertezza.
La scena delle cripto-attività, capeggiata dal Bitcoin, rimane contraddistinta da alta volatilità: dopo aver vissuto un sell-off ad inizio settimana, il Bitcoin si è riposizionato stabilmente sopra la soglia dei 92.000 dollari, con scambi vivaci e margini speculativi ancora presenti. Gli investitori rimangono però cauti alla luce della storica volatilità e delle recenti oscillazioni di prezzo.
Sul panorama internazionale, la seduta di ier statunitense è stata influenzata dalle attese sulla riunione della Federal Reserve prevista nei prossimi giorni: oltre l’80% degli economisti si attende un taglio del costo del denaro di 25 punti base.
Wall Street ha registrato una stabilizzazione degli indici, favorita dalla ripresa dei titoli tecnologici e dalle nuove aspettative sui tassi. Il Dow Jones ha archiviato un progresso dell’1%, il Nasdaq e l’S&P 500 hanno beneficiato del rimbalzo nei comparti ad alta crescita. Oggi, mentre scriviamo, gli indici si trovano in una sostanziale parità.
Le borse asiatiche e pacifiche hanno vissuto una giornata a doppia velocità, con il Nikkei giapponese in rialzo e il comparto tech in evidenza, mentre la Cina ha chiuso in negativo.
I mercati emergenti restano osservati speciali per l’esposizione alle materie prime, mentre le tensioni geopolitiche legate a Ucraina e Medio Oriente continuano a influenzare i prezzi di petrolio, gas e metalli preziosi.
Nel segmento degli asset alternativi, la volatilità resta il tratto distintivo della performance delle criptovalute: Bitcoin si è distinto nelle ultime ore per una tenuta robusta sopra i 92.000 dollari, dopo una fase di forte pressione e successivo recupero.
Per l’oro, la posizione rimane difensiva: la prossimità ai massimi delle ultime settimane testimonia la continua domanda degli investitori istituzionali, in un contesto di bassa inflazione e rendimenti in moderato calo.
Il mercato energetico si mostra invece sempre più legato a dinamiche geopolitiche e decisioni di cartello, come le ultime prese dall’Opec+ sulla produzione.
Prospettive future restano ancorate all’evoluzione delle politiche monetarie, alla stabilità delle supply chain e alle prossime mosse legislative sia in Europa sia oltre Atlantico.
I recenti dati macroeconomici hanno disegnato un quadro complesso ma stabile per l’Eurozona: le vendite al dettaglio, pubblicate da Eurostat, hanno mostrato una dinamica stazionaria su base mensile. L’inflazione nell’area euro è risalita appena al 2,2% rispetto al 2,1% del mese precedente, mentre il tasso di disoccupazione resta relativamente contenuto.
La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ribadito che “ci aspettiamo che l'inflazione si mantenga intorno al 2% nei prossimi mesi”, rilevando come i rischi rimangano bilanciati tra miglioramento e peggioramento.
In ambito USA, i dati sul mercato del lavoro si sono rivelati contrastanti: crescita dei payroll privati in flessione, disoccupazione in lieve diminuzione e attese di ulteriori allentamenti monetari. Questi elementi continuano a influenzare i flussi su asset a rischio e obbligazioni governative.
L’insieme dei dati e degli sviluppi finanziari conferma una fase di relativa stabilità, con una volatilità limitata nelle asset class principali e con le attenzioni degli operatori focalizzate sul prossimo vertice della Federal Reserve.
Le aspettative sulle banche centrali restano decisive per orientare le scelte degli investitori, mentre il comparto auto e tecnologico continua a distinguersi tra i motori dei mercati europei.
I margini di manovra per le prossime sedute espongono a una possibile prosecuzione del clima di cautela, in assenza di incidenti geopolitici e con la progressiva riduzione dei differenziali sovrani. L'attenzione, infine, rimane alta sugli sviluppi regolamentari e sugli aggiornamenti macro attesi, elementi destinati a modellare le rotte degli operatori verso il nuovo anno.