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Borsa Italiana, mercati europei, Usa, obbligazioni e criptovalute: attese per oggi venerdì 28 Novembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
agenda mercati finanziari oggi venerdì 2

Mercati finanziari in fermento a fine novembre: Borsa Italiana, Europa e USA tra trend, tecnologia e politiche monetarie. Analisi su obbligazioni, criptovalute, oro e nuove prospettive di investimento.

Nel contesto attuale dei mercati finanziari internazionali, la fine di novembre 2025 si distingue per un rinnovato equilibrio tra rischiosità e opportunità di investimento.

A fronte di uno scenario caratterizzato da volatilità moderata e segnali macroeconomici eterogenei, gli operatori evidenziano come la complessità globale sia dettata da una combinazione di: politiche monetarie in fase di attesa, sensi di rischio geopolitico, e rotazioni settoriali in rapida evoluzione. L’attenzione degli analisti si concentra sui dati macro finanziari e sulle scelte delle principali banche centrali, elementi che condizionano profondamente le asset class tradizionali e alternative.

Andamento della Borsa Italiana e degli altri mercati europei: protagonisti e trend del giorno

La seduta odierna vede milano confermare una resilienza significativa in un clima di volatilità contenuta, trainata dalle prospettive di ricostruzione in Ucraina e dalla solidità del settore finanziario. Le performance di Piazza Affari segnano un positivo rialzo con l’indice Ftse Mib che si posiziona attorno ai 42.700 punti, sostenuto da acquisti su titoli come Buzzi e Nexi. Il comparto dei cementieri trova slancio dalle rinnovate prospettive di ricostruzione a est; sempre tra i protagonisti, Nexi beneficia del potenziale rafforzamento di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale della società, dato che ha suscitato l’interesse di investitori istituzionali e analisti per una maggiore solidità strutturale e nuove strategie di crescita.

Nel contesto europeo, le altre principali piazze – Francoforte, Parigi e Madrid – mostrano andamenti stabili, ma sono spesso frenate dai dati macro ancora poco convincenti e da uno scenario tedesco di crescita stagnante. Settori come utility e comparto difensivo presentano prese di beneficio dopo i recenti rialzi; mentre il comparto bancario italiano, guidato da Mps e Unicredit, continua a fornire segnali di forza. Sullo sfondo, rimangono sotto controllo i flussi di capitale in ingresso su titoli di Stato e settori più anticiclici, riflesso di una cautela legata alle attese sulle future mosse della BCE.

Il sentiment generale ne esce misto: le immatricolazioni nel settore automotive spingono Stellantis, mentre deboli appaiono alcuni titoli come Pirelli – penalizzata dal downgrade degli analisti – e Diasorin. Di rilievo, la presenza di volatilità anche sui listini dei Paesi core europei, legata a previsioni di crescita ancora incerte e a una persistente attenzione per i temi inflattivi e la domanda strutturale nel manifatturiero continentale. Tale scenario porta a una lettura prudente ma non priva di opportunità per chi pratica uno stock picking selettivo orientato sia verso titoli ciclici sia verso comparti con maggiori prospettive di recupero nella fase post-correzioni degli ultimi mesi.

Wall Street e i mercati USA: performance, intelligenza artificiale e impatti sugli scambi globali

Mentre Wall Street alterna fasi di consolidamento e momenti di volatilità, l’attenzione è catalizzata dai colossi tecnologici collegati all’intelligenza artificiale. Il recente andamento degli indici – con S&P 500 vicino a 6.900 punti e Nasdaq sopra quota 23.800 – riflette una sostanziale tenuta, seppure con correzioni settoriali spinte da realizzi sulle big tech: è il caso di Nvidia e Oracle, che hanno registrato forti oscillazioni anche in presenza di fondamentali solidi. Invece, realtà come Alphabet (Google) e Meta vengono premiate dalla capacità di innovare tramite partnership sui microprocessori AI, un tema ormai dominante nello scenario USA.

Le analisi macro segnalano come gran parte della crescita del PIL statunitense sia oggi legata al boom dell’AI, nel cui ecosistema rientrano infrastrutture cloud, semiconduttori e data center. Tuttavia, una preoccupazione trasversale si sta facendo strada fra investitori e analisti: la sostenibilità finanziaria del comparto, la dipendenza da flussi di credito ed eventuali rischi sistemici. Le ultime trimestrali – pur mostrando una crescita degli utili intorno al 15% anno su anno – puntano i riflettori sulle criticità dell’overcrowding tematico e sulla concentrazione degli scambi su pochi nomi.

L’effetto di questa dinamica si riflette sia a livello domestico che mondiale: la dipendenza globale dall’innovazione made in USA rimane elevatissima, generando correlazioni e rischi amplificati sugli scambi finanziari globali. Si assiste quindi a una crescente integrazione tra mercati tradizionali e nuovi asset digitali, con le principali borse europee e asiatiche particolarmente sensibili alle rotazioni nei portafogli internazionali in seguito ai movimenti del mercato tecnologico americano.

Obbligazioni e BTP: aste recenti, spread e valutazione del rischio Italia

In questa fase, i titoli di Stato italiani conservano una struttura di rendimento competitiva, sostenuta dalla buona domanda registrata nelle recenti aste di medio-lungo termine. Il rendimento del decennale si posiziona stabilmente fra il 3,39% e il 3,45%, mentre lo spread con il Bund tedesco oscilla fra i 73 e i 78 punti base, attestando la solidità percepita dai mercati internazionali nei confronti del debito sovrano nazionale.

A favorire tale scenario concorrono :

  • l’incremento dell’outlook da parte delle principali agenzie di rating – come Moody’s e Dbrs;
  • il positivo impatto del ridotto haircut BCE in seguito agli upgrade;
  • il sostegno della domanda retail e l’apprezzamento del sistema bancario italiano;
  • il costante interesse di investitori esteri, in cerca di rendimento in un contesto europeo generalmente caratterizzato da tassi più bassi.
Tuttavia, permane la necessità di monitorare le future emissioni a causa di possibili effetti indiretti legati alle decisioni di politica monetaria della BCE e alla percezione del rischio sovrano, soprattutto in funzione dell’evoluzione macroeconomica dell’area euro. Gli investitori mantengono grande attenzione anche all’inclusione di nuove regole o modifiche regolatorie che potrebbero incidere sulla valutazione degli strumenti italiani nelle grandi asset allocation internazionale.

Criptovalute, oro e commodities: volatilità, investimenti e nuove dinamiche di mercato

Il comparto delle nuove asset class, in particolare le criptovalute, evidenzia una volatilità elevata e dinamiche di investimento tipiche delle fasi di transizione degli scenari finanziari globali. Bitcoin oscilla ampiamente sopra quota 110.000 dollari, mentre Ethereum e altre principali altcoin vivono una fase di deflussi significativi dagli asset digitali. Questa tendenza riflette sia l’attrazione di capitali istituzionali in cerca di diversificazione, sia una rinnovata attenzione alla regolamentazione e ai rischi sistemici legati al comparto digitale.

Parallelamente, l’oro registra un fisiologico ritracciamento dopo i massimi di inizio autunno: il valore ora si attesta poco sotto i 4.000 dollari l’oncia. Tale discesa viene interpretata dagli analisti come conseguenza di una crescente fiducia nelle asset class rischiose, di una momentanea tregua commerciale internazionale e delle rinnovate aspettative di tagli dei tassi della Federal Reserve. Dal lato opposto, le banche centrali – tradizionali mercati di riferimento per il metallo giallo – potrebbero incrementare le riserve proprio a fronte della minor domanda privata, dimostrando l’utilità dell’oro come asset strategico nei periodi di incertezza prolungata.

Il settore delle commodities industriali, con rame e petrolio in primo piano, si configura come uno degli ambiti a maggiore sensibilità alle notizie macro e geopolitiche. Il petrolio Brent si mantiene su livelli tra 64,5 e 65 dollari al barile, mentre il rame supera i 10.950 dollari a tonnellata grazie alla forte domanda legata alle filiere green tech e alle dinamiche della transizione energetica. Le materie prime, dunque, rimangono un terreno di investimento che richiede monitoraggio costante dei rischi esogeni e opportunità di medio termine, specie per chi cerca copertura nei portafogli diversificati.

Aspettative su Fed e BCE: politiche monetarie e riflessi su borse, valute e investitori

Le decisioni di politica monetaria delle banche centrali costituiscono il nodo cruciale su cui convergono le attese degli operatori finanziari. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve si indirizza verso una fase più accomodante – almeno nelle proiezioni di consenso – con due possibili tagli dei tassi nei prossimi mesi. L’ultimo dato sulle buste paga non agricole, unitamente al raffreddamento dell’inflazione e alla debolezza dei salari, suggerisce un percorso di allentamento già in parte prezzato dai principali listini azionari e obbligazionari.

Al contrario, la BCE mantiene un approccio prudente, ancorata all’assenza di forti segnali di ripresa nelle indagini PMI e nella crescita industriale europea. Christine Lagarde mostra la preferenza per un mantenimento dei tassi sui livelli attuali sino a che l’inflazione non darà indicazioni più decise; il contesto europeo, ancora condizionato da crescita stagnante e incognite politiche in Germania, privilegia dunque la stabilità rispetto a scelte di politica monetaria espansiva.

Fed (USA) BCE (EUROPA)
Attesa per allentamento tassi Stabilità almeno fino a dati macro più solidi
Ripresa dei consumi in focus Deboli segnali da retail e PMI

Queste differenze di approccio provocano ripercussioni sulle principali valute: l’euro trova sostegno sopra 1,16 contro dollaro, mentre yen, sterlina e yuan si muovono su livelli oscillanti a causa delle attese sui rispettivi tassi di riferimento.

Outlook e previsioni per le borse e i mercati finanziari nelle prossime sedute

Nei prossimi giorni i mercati potrebbero segnare fasi di crescita moderata alternate a rinnovati momenti di volatilità, in attesa delle decisioni della Federal Reserve e del prossimo consiglio direttivo BCE. La rotazione settoriale in corso suggerisce un maggiore interesse verso asset difensivi e titoli sensibili alle dinamiche del rischio globale – quali oro, obbligazioni governative e alcune industrie tradizionali ancora sottovalutate rispetto al comparto tech.

L’agenda macroeconomica, con focus sui dati di inflazione, produzione e vendite al dettaglio, fornirà agli operatori ulteriori indicazioni circa la sostenibilità della ripresa economica sia negli Stati Uniti che in Europa. Nel medio termine, le proiezioni degli analisti indicano:

  • stabilità dei tassi d’interesse nell’Eurozona fino a eventuali nuovi dati su prezzi e PMI;
  • probabili tagli dei Fed Funds statunitensi entro fine anno per sostenere il ciclo congiunturale;
  • riallocazione graduale dei portafogli verso titoli value e settori rimasti finora ai margini;
  • opportunità di trading su valute e materie prime grazie alla volatilità attesa.
La prospettiva di una transizione verso mercati più bilanciati è favorita dalla resilienza di base dell’economia USA e dal progressivo ampliamento della crescita in Europa, elementi che – pur all’interno di un contesto meno euforico – dovrebbero contribuire a ridurre il rischio sistemico e a offrire nuovi spunti per gli investitori più attenti alla diversificazione.