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Borse e mercati finanziari: previsioni e appuntamenti di questa settimana dal 3-7 novembre 2025

di Marcello Tansini pubblicato il
settimana mercati finanziari

Una panoramica su appuntamenti chiave, focus settoriali e previsioni macroeconomiche, tra rischi, opportunitŕ ed effetti delle tensioni geopolitiche sui mercati globali per questa settimana dal al 7 novembre 2025

Dal 3 al 7 novembre 2025, i mercati finanziari europei e internazionali si preparano ad affrontare una settimana densa di appuntamenti strategici e dati sensibili per la valutazione degli equilibri borsistici. In questo contesto, per operatori istituzionali e investitori retail è essenziale monitorare le date chiave di pubblicazione delle trimestrali, contestualmente all’evoluzione dei principali indicatori macroeconomici. L’incertezza politica, i rischi geopolitici e l’impatto delle nuove barriere commerciali tra Stati Uniti, Cina ed Europa rappresentano sempre variabili importanti. 

I principali appuntamenti del calendario finanziario: trimestrali e dati societari attesi

La pubblicazione dei risultati trimestrali di molte grandi società quotate rappresenta, in queste giornate, uno dei catalizzatori più rilevanti per la dinamica dei mercati azionari. Il calendario finanziario prevede tra il 3 e il 7 novembre la diffusione dei conti di gruppi attivi in settori strategici: in particolare, nel comparto bancario saranno messi sotto osservazione i bilanci di BPER Banca, Banco BPM e Banca Popolare di Sondrio. In parallelo, il settore industriale e delle telecomunicazioni vedrà la pubblicazione dei risultati di Telecom Italia e società ad alta capitalizzazione, mentre le trimestrali di Poste Italiane arriveranno la settimana successiva. Di seguito alcuni dei principali appuntamenti della settimana:

  • 5 novembre: pubblicazione dei dati di Banca Generali, Telecom Italia e BPER Banca
  • 6 novembre: Banco BPM
  • Stime e outlook diffusi dagli analisti sulle prospettive del comparto energia e utility
Per il mercato, queste fasi sono spesso caratterizzate da elevata volatilità, poiché gli operatori valutano non solo i numeri periodici, ma anche le guidance per i mesi successivi, eventuali revisioni delle proiezioni e strategie di investimento delle società. Le scelte di trading tipicamente si dividono tra operatività anticipatoria rispetto ai risultati, scommettendo su eventuali sorprese positive o negative rispetto al consenso, e operazioni sulla reazione di mercato successiva alla pubblicazione dei dati. Una gestione efficace del rischio, tramite strumenti quali ordini stop loss e take profit, si impone come requisito per chi intende cogliere le opportunità offerte dall’instabilità dei prezzi durante la settimana.

Focus settoriale: banche, energia, tecnologia e lusso tra aspettative e volatilità

Il panorama settoriale di inizio novembre mette in primo piano comparti con diverso grado di esposizione alle principali forze di mercato. Nel settore bancario, riflettori puntati sulla tenuta dei margini di interesse dopo i recenti progressivi tagli dei tassi da parte delle autorità monetarie europee: la resilienza dei margini creditizi e la capacità di fronteggiare i nuovi requisiti regolamentari rimarranno sotto stretta osservazione. Il comparto energetico – trainato dai big come Eni, Enel, Saipem – risente delle dinamiche delle materie prime e delle tensioni geopolitiche, tra calo recente dei prezzi del gas e oscillazioni del petrolio.

Analizzando, invece, il settore tecnologico, le trimestrali di colossi globali come Amazon, Meta e Microsoft confermano una crescente volatilità: aumenti degli investimenti in intelligenza artificiale, nuove strategie cloud e impatti delle politiche di riduzione dei costi rappresentano elementi di forte interesse per analisti e investitori.

Sul fronte del lusso, i dati di gruppi come Moncler riflettono l’andamento della domanda globale, con particolare attenzione agli scenari nei mercati emergenti e all’effetto dei nuovi flussi turistici, in un contesto markedamente selettivo ma dinamico.

Le previsioni di mercato: analisi macroeconomica e rischi geopolitici

Le aspettative di breve periodo restano condizionate dall’incertezza economica globale. Il rallentamento dell’Eurozona, acuito dalle politiche restrittive, viene controbilanciato da una maggiore tenuta degli Stati Uniti, dove le politiche di offerta e la forza lavoro disponibile mantengono il PIL in crescita. Tuttavia, i rischi legati a tensioni commerciali, dazi e conflitti geopolitici non sono mai da dimenticare, anzi...

L'instabilità politica tra Europa e Stati Uniti e la prosecuzione delle tensioni in Medio Oriente e nelle relazioni commerciali con la Cina impongono una particolare attenzione alla gestione dei rischi di portafoglio.

Gli operatori evidenziano segnali di cautela, con una riduzione delle attese rialziste sulle borse nel medio periodo e uno spostamento verso asset più difensivi, come il reddito fisso. 

Scenari globali: Stati Uniti, Cina ed Europa a confronto

Nell’attuale scenario, il differenziale tra le principali aree geografiche si accentua. Negli Stati Uniti la crescita reale del PIL rimane sostenuta, anche grazie a elevata produttività, politiche attive sul fronte dell’offerta e una ripresa della domanda interna, pur con un rallentamento delle aspettative per i prossimi mesi dovuto alla pressione dei dazi e alla possibile instabilità politica legata all’insediamento della nuova amministrazione. In Europa, invece, la crescita del PIL risulta più sottotono, con l’Area Euro alle prese con una domanda interna debole e produzione industriale ancora in difficoltà, mentre Germania, Francia e Italia mostrano segnali contrastanti fra i principali settori produttivi.

Area Previsione Crescita PIL 2025 (%)
Stati Uniti ~2,0
Eurozona <1,0
Cina ~5,0

Per la Cina, la strategia di trainare la crescita tramite export e nuovi ordini nel manifatturiero determina un’accelerazione nel breve, ma il rischio di frenata legato all’introduzione di dazi e limitazioni sulle esportazioni tecnologiche è concreto. In generale, l’assetto globale resta sbilanciato e soggetto a rapide evoluzioni in base alle variabili politiche e commerciali.

Impatto dei dazi e delle tensioni politiche sui mercati

L’introduzione di nuove barriere tariffarie da parte degli Stati Uniti nei confronti di varie economie, tra cui UE e Cina, rimescola le carte sulle prospettive della crescita mondiale. L’aumento dei dazi coinvolge prodotti industriali, autoveicoli, semiconduttori e metalli, generando immediate ripercussioni sulla domanda, i prezzi delle commodity e la struttura delle filiere globali. Le recenti misure varate hanno già colpito settori manifatturieri e automobilistici sia negli Stati Uniti che in Europa, con effetti di compressione dei margini e maggiori costi di produzione.

  • Il commercio globale è atteso stagnante nel biennio 2025-2026 (-2% rispetto alle precedenti previsioni).
  • L’export italiano verso gli USA, che rappresenta il 10,8% delle vendite manifatturiere, risente dell’aumento dei costi e delle incertezze regolatorie.
  • La crescente pressione competitiva dalla Cina, a causa della riduzione dell’export verso il mercato americano, spinge l’UE a rafforzare le misure di salvaguardia e protezione.

Le opportunità e i rischi per gli investitori nella settimana: strategie di gestione e outlook

Tra il 3 e il 7 novembre, per gli investitori la chiave è la gestione dinamica del rischio, considerando sia le possibili accelerazioni dei listini che le correzioni, in un ambiente dove la volatilità potrebbe riaccendersi. Le opportunità sono individuabili soprattutto nelle fasi di rilascio dei dati societari: il modello operativo prevalente alterna approcci speculativi prima della pubblicazione delle trimestrali a strategie più difensive che privilegiano il consolidamento dei trend dopo l’assestamento dei prezzi.
  • Rischi principali: intensificarsi delle tensioni commerciali USA-Cina-UE, volatilità sui titoli bancari e industriali, revisioni negative delle guidance, incertezza politica e andamento dei tassi di interesse.
  • Opportunità: occasioni di ingresso su titoli sottovalutati, ricerca di valore in settori come difesa, energia e tecnologia, nonché incremento dell’esposizione su asset obbligazionari grazie ai rendimenti più alti rispetto al passato decennio.
Il comparto obbligazionario torna appetibile dopo anni di rendimenti reali negativi; per i portafogli bilanciati 60/40 le aspettative di rendimento a medio termine sono salite in area 2,5-4,5%. Gli investitori con maggiore propensione al rischio monitorano possibili rimbalzi dei mercati azionari, ma la prudenza resta d’obbligo in considerazione degli event risk attesi durante la settimana.