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Caldo eccessivo e lavoro fuori all'esterno, le nuove linee guida 2025 regionali per proteggere lavoratori

di Marianna Quatraro pubblicato il
Caldo eccessivo nuove linee guida

Cosa prevedono le nuove linee guida 2025 messe a punto da alcune regioni per proteggere i lavoratori nei casi di caldo eccessivo e per chi valgono

Le temperature elevate rappresentano una sfida crescente per chi presta servizio in ambienti esterni, con impatti diretti sia sulla salute dei lavoratori sia sulla produttività delle aziende. L’aumento delle ondate di calore, direttamente connesso ai cambiamenti climatici, pone il rischio termico tra le priorità di intervento per le istituzioni. 

In Italia ogni anno si registrano migliaia di infortuni correlati a condizioni climatiche avverse, spesso in settori in cui l’attività lavorativa si svolge principalmente all’aperto. Secondo gli ultimi dati resi noti dall'Inail, oltre 25.600 infortuni sono direttamente attribuibili al caldo tra il 2014 e il 2019, con costi assicurativi che hanno superato i 290 milioni di euro. Le categorie più colpite includono l’agricoltura, l’edilizia, la logistica e i servizi di emergenza.

  • Lavoratori stagionali e migranti sono spesso tra i soggetti più vulnerabili;
  • l’uso di dispositivi di protezione individuale, la carenza di ombra e pause adeguate aumentano il rischio di colpo di calore e infortuni;
  • un crescente numero di incidenti si verifica soprattutto tra i giovani neoassunti, talvolta per sottovalutazione del rischio o scarsa formazione.
Oltre ai danni fisici, sono rilevanti gli effetti sul benessere psicosociale: ansia, stress da caldo, peggioramento della qualità lavorativa e perdita di produttività fino al 6,5% per ogni grado di temperatura superiore ai 19,6 °C. Le nuove linee guida 2025 regionali per proteggere i lavoratori da caldo eccessivo assumono un ruolo determinante nella tutela di chi affronta queste condizioni ogni giorno.

Le nuove ordinanze e linee guida regionali 2025: contenuto, ambiti e divieti

La Conferenza delle Regioni ha pubblicato qualche giorno fa le nuove linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, per fornire ai datori di lavoro e ai soggetti impegnati nelle attività di prevenzione le indicazioni operative per contrastare il rischio legato al caldo e all’esposizione solare.

Considerando che, per legge, tutti i lavoratori hanno diritto ad un ambiente di lavoro in cui i rischi per la salute e sicurezza siano adeguatamente controllati, il datore di lavoro deve, innanzitutto, lavorare sulle misure preventive, valutando i rischi legati alle alte temperature e alla radiazione solare; definendo misure di prevenzione e protezione e ponendo particolare attenzione ai lavoratori più fragili e suscettibili.

Le nuove linee di indirizzo 2025

  • esaminano in via preliminare i fattori favorenti il rischio da calore e radiazione solare e gli effetti sulla salute;
  • riportano indicazioni specifiche per la sorveglianza sanitaria, l’analisi preliminare alla valutazione del rischio, gli strumenti di ausilio e gli indici per la valutazione del rischio e infine alle raccomandazioni per prevenire gli effetti del calore e della radiazione solare;
  • forniscono ulteriori indicazioni per il comparto agricoltura, quello edile e quello logistico con specifiche schede di autovalutazione.
Le ultime novità sono delle regioni autonome ma possono diventare valide anche per tutte le altre singole regioni nel territorio nazionale.
 

Del resto, diverse le Regioni italiane hanno già definito loro singole ordinanze con limitazioni e divieti specifici per le attività all’aperto nelle giornate e nelle fasce orarie più a rischio. Le nuove disposizioni:

  • Vietano il lavoro outdoor nelle ore più calde (12:30-16:00) nei settori agricolo, florovivaistico, edile e affini;
  • Si applicano nei giorni e nelle aree identificate dall'Inail come “alto rischio”;
  • Prevedono sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni in caso di elevato pericolo termico.
I settori maggiormente interessati dalle ordinanze sono il comparto edile, l’agricoltura e il florovivaismo. Tuttavia, anche la logistica e i servizi pubblici operanti all’aperto possono essere soggetti a restrizioni. 

Le aree coinvolte includono le regioni del Sud e del Centro Italia, come Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Marche e potranno ampliarsi ancora.

Orari e condizioni di applicazione: chi e quando deve fermarsi

Il divieto di svolgimento di attività outdoor entra in vigore nelle fasce orarie centrali della giornata, generalmente dalle 12:30 alle 16:00, quando l’indice di rischio raggiunge livelli definiti come "ALTO" dagli strumenti messi a disposizione da INAIL e CNR. 

La sospensione è obbligatoria per i lavoratori esposti al sole che svolgono attività fisica intensa, in tutti i casi in cui le condizioni ambientali siano pericolose per la salute.

Le Direttive Inail 2022 contro il caldo a lavoro

Ricordiamo che sono già in vigore le Direttive Inail del 2022, un decalogo per prevenire le patologie da calore nei luoghi di lavoro, che tiene conto di come l’impatto delle temperature estreme possa risultare particolarmente rischioso, soprattutto in alcune condizioni ambientali e in determinati settori, come quello delle costruzioni e quello agricolo.

La guida riporta informazioni dettagliate sulle patologie da calore, raccomandazioni per una corretta gestione del rischio, condizioni patologiche che aumentano la suscettibilità al caldo e sui temi della disidratazione e dell’organizzazione delle pause. 

Le 10 regole in particolare riportate sono le seguenti:

  • riorganizzazione dei turni di lavoro;
  • strategie di prevenzione e protezioni individuali per i lavoratori;
  • favorire l’acclimatazione dei lavoratori;
  • designare una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo sulla salute e sulla sicurezza e l’adeguata risposta;
  • identificazione dei pericoli e valutazione del rischio;
  • formazione sulle strategie di prevenzione;
  • rendere disponibili e accessibili aree ombreggiate per le pause;
  • realizzazione del sistema del compagno, per dare l'allarme in caso di emergenza;
  • pianificazione e risposta alle emergenze;
  • misure specifiche per i luoghi di lavoro in ambienti chiusi.
L’Inail ha anche precisato che l’afa a lavoro motiva la richiesta della cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO).

Le sospensioni o le riduzioni dell’attività lavorativa sono, infatti, riconosciute nei casi di temperature elevate, superiori ai 35° centigradi. Anche temperature inferiori, però, possono essere ritenute idonee ai fini del riconoscimento dell’integrazione salariale.

 

 

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