Cosa prevedono le nuove linee guida 2025 messe a punto da alcune regioni per proteggere i lavoratori nei casi di caldo eccessivo e per chi valgono
Le temperature elevate rappresentano una sfida crescente per chi presta servizio in ambienti esterni, con impatti diretti sia sulla salute dei lavoratori sia sulla produttività delle aziende. L’aumento delle ondate di calore, direttamente connesso ai cambiamenti climatici, pone il rischio termico tra le priorità di intervento per le istituzioni.
In Italia ogni anno si registrano migliaia di infortuni correlati a condizioni climatiche avverse, spesso in settori in cui l’attività lavorativa si svolge principalmente all’aperto. Secondo gli ultimi dati resi noti dall'Inail, oltre 25.600 infortuni sono direttamente attribuibili al caldo tra il 2014 e il 2019, con costi assicurativi che hanno superato i 290 milioni di euro. Le categorie più colpite includono l’agricoltura, l’edilizia, la logistica e i servizi di emergenza.
La Conferenza delle Regioni ha pubblicato qualche giorno fa le nuove linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, per fornire ai datori di lavoro e ai soggetti impegnati nelle attività di prevenzione le indicazioni operative per contrastare il rischio legato al caldo e all’esposizione solare.
Considerando che, per legge, tutti i lavoratori hanno diritto ad un ambiente di lavoro in cui i rischi per la salute e sicurezza siano adeguatamente controllati, il datore di lavoro deve, innanzitutto, lavorare sulle misure preventive, valutando i rischi legati alle alte temperature e alla radiazione solare; definendo misure di prevenzione e protezione e ponendo particolare attenzione ai lavoratori più fragili e suscettibili.
Le nuove linee di indirizzo 2025:
Del resto, diverse le Regioni italiane hanno già definito loro singole ordinanze con limitazioni e divieti specifici per le attività all’aperto nelle giornate e nelle fasce orarie più a rischio. Le nuove disposizioni:
Le aree coinvolte includono le regioni del Sud e del Centro Italia, come Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Marche e potranno ampliarsi ancora.
Il divieto di svolgimento di attività outdoor entra in vigore nelle fasce orarie centrali della giornata, generalmente dalle 12:30 alle 16:00, quando l’indice di rischio raggiunge livelli definiti come "ALTO" dagli strumenti messi a disposizione da INAIL e CNR.
La sospensione è obbligatoria per i lavoratori esposti al sole che svolgono attività fisica intensa, in tutti i casi in cui le condizioni ambientali siano pericolose per la salute.
Ricordiamo che sono già in vigore le Direttive Inail del 2022, un decalogo per prevenire le patologie da calore nei luoghi di lavoro, che tiene conto di come l’impatto delle temperature estreme possa risultare particolarmente rischioso, soprattutto in alcune condizioni ambientali e in determinati settori, come quello delle costruzioni e quello agricolo.
La guida riporta informazioni dettagliate sulle patologie da calore, raccomandazioni per una corretta gestione del rischio, condizioni patologiche che aumentano la suscettibilità al caldo e sui temi della disidratazione e dell’organizzazione delle pause.
Le 10 regole in particolare riportate sono le seguenti:
Le sospensioni o le riduzioni dell’attività lavorativa sono, infatti, riconosciute nei casi di temperature elevate, superiori ai 35° centigradi. Anche temperature inferiori, però, possono essere ritenute idonee ai fini del riconoscimento dell’integrazione salariale.