Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Cambiare la propria vecchia auto? Un grande piano aiuto di incentivi UE per la rottamazione accanto alle E-Car

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Grande piano aiuto di incentivi

La rivoluzione del parco auto si gioca tra incentivi, rottamazione e soluzioni a basse emissioni. Scenari europei, focus sulle city car e le reazioni di industrie, consumatori e ambientalisti.

La visione espressa da John Elkann, presidente di Stellantis, mira a rilanciare la mobilità in Europa attraverso un percorso di rinnovamento del parco circolante, ponendo al centro dell'attenzione auto più moderne e meno inquinanti. Tale approccio intende rispondere alle esigenze ambientali, ma anche sostenere la crescita e la sostenibilità socio-economica nei prossimi anni.

Alla base della nuova strategia, che si affianca al programma di rilancio delle E-Car, si colloca la proposta di un piano di rottamazione strutturato, affiancato da incentivi fiscali e supercrediti per l'acquisto di veicoli a basse emissioni. L'obiettivo dichiarato da Elkann - condiviso anche dalle principali associazioni di categoria - non consiste nel mero rispetto di target imposti ma nello sviluppo di soluzioni tecniche flessibili e accessibili, tra elettrico, ibrido avanzato e carburanti alternativi. Questa visione richiede un aggiornamento delle politiche europee, insieme a un confronto aperto e pragmatico tra industria, istituzioni e società civile.

L'intervento suggerito, secondo Elkann, va letto alla luce di un parco auto europeo caratterizzato da un'età media elevata, con numerosi veicoli obsoleti che incidono sulle emissioni e sulla sicurezza stradale. Da qui prende forma un piano articolato, che cerca di rendere la mobilità sostenibile una realtà concreta per cittadini e imprese, rilanciando al contempo l'innovazione e la competitività dell'automotive europeo.

Il programma europeo di rottamazione: obiettivi, meccanismi e ricadute

Il programma di rottamazione europea delineato da Elkann prevede una rimodulazione profonda delle politiche attuali. L'idea chiave è quella di rinnovare il parco circolante eliminando progressivamente i veicoli più vecchi e inquinanti, stimolando così sia la domanda che l'offerta di tecnologie pulite:

  • Obiettivo ambientale: l'eliminazione delle auto con oltre 12 anni di servizio mira a una riduzione netta delle emissioni di CO2 su strada.
  • Meccanismo operativo: dal 2028, l'asse portante del piano saranno i certificati di rottamazione gestiti direttamente dalle case automobilistiche, i quali dovranno attestare la dismissione delle vecchie vetture; questo meccanismo consentirebbe di legare l'efficacia dei programmi alle reali riduzioni di emissioni ottenute.
  • Ricadute economiche: accanto alla tutela dell'ambiente, la proposta offre benefici concreti anche sotto il profilo della crescita industriale e dell'accessibilità, facilitando il ricambio verso veicoli meno costosi e tecnologicamente avanzati.
Un elemento distintivo della proposta riguarda la contabilizzazione dei benefici ambientali: la differenza tra le emissioni delle vecchie auto demolite e quelle dei nuovi modelli venduti sarebbe accreditata direttamente alle aziende produttrici, favorendo così investimenti virtuosi nell'innovazione.

Il programma prende in considerazione variabili demografiche e geografiche: l'età media del parco auto, ad esempio, oscilla tra i 9 anni in Danimarca e i 17 anni in Grecia, mentre in Italia è attorno ai 12. Questa disomogeneità rende urgente un approccio strutturato, capace di adattarsi ai diversi contesti nazionali. I vantaggi potenziali sono molteplici:

  • Riduzione sensibile delle emissioni
  • Stimolo alla domanda di veicoli efficienti
  • Maggiore accessibilità economica alle tecnologie green
  • Sostegno all'occupazione nel comparto

Supercrediti e incentivi per le auto elettriche e ibride plug-in: come funzionerebbero

All'interno dell'articolata strategia di rinnovamento del parco auto, supercrediti ed incentivi mirati si configurano come strumenti chiave per aumentare l'attrattività delle auto elettriche e plug-in hybrid nella fascia di mercato più sensibile al prezzo.

Il sistema prevederebbe una quota maggiorata di crediti fiscali per le auto elettriche con batteria fino a 60 kWh, così da premiare chi introduce veicoli a emissioni ridotte o nulle. Questo meccanismo, già in parte sperimentato in altri mercati, ha lo scopo di rendere più vantaggioso, per produttori e clienti, l'acquisto di queste tecnologie.

La proposta suggerisce la combinazione di sgravi e agevolazioni dirette per privati e imprese che scelgono di sostituire la propria vettura con un modello elettrico o plug-in. L'effetto atteso è duplice:

  • Abbattere il prezzo finale per il consumatore, facilitando l'accesso alle tecnologie elettriche
  • Accelerare il turnover dei modelli circolanti, incrementando la quota di veicoli a basse emissioni
Un elemento importante evidenziato da Elkann riguarda la possibilità di progettare incentivi a saldo neutro rispetto al bilancio UE, minimizzando l'impatto sulla finanza pubblica e valorizzando la partnership pubblico-privato. In quest'ottica, il settore privato assumerebbe un ruolo attivo nella realizzazione e gestione delle campagne di rottamazione, mentre gli Stati membri potrebbero definire i parametri degli interventi sulla base delle specifiche esigenze di mobilità.

Secondo diversi analisti, l'efficacia dei supercrediti potrebbe concretamente incidere sulla crescita della domanda di auto a zero emissioni, favorendo in prospettiva sia la sicurezza ambientale che l'adozione di nuove modalità di spostamento. Inoltre, la coesistenza di misure per veicoli elettrici e ibridi plug-in è giudicata indispensabile per preservare una transizione ordinata e accessibile al maggior numero possibile di cittadini europei.

La proposta di flessibilità normativa: oltre il 2035 tra elettrico, ibrido e motorizzazioni alternative

L'avvicinarsi della scadenza fissata dall'Unione Europea per lo stop ai motori a combustione nel 2035 ha portato molte case automobilistiche, Stellantis in primis, a interrogarsi sulla sostenibilità e la concretezza delle strategie attuali. Elkann interviene su questo tema proponendo una maggiore flessibilità normativa, che non mira a cambiare gli obiettivi di emissione, ma invita a un aggiornamento delle regole:

  • Dopo il 2035, mantenere in commercio veicoli ibridi plug-in e modelli con range extender - ovvero auto che, pur basate su motori termici, integrano pacchi batteria ricaricabili autonomamente.
  • Concedere spazio a carburanti alternativi, come gli e-fuel e i biocarburanti, per i veicoli convenzionali.
  • Valorizzare, nelle procedure di omologazione, il reale contributo degli ibridi alla riduzione delle emissioni, attribuendo specifici vantaggi regolamentari a chi investe in modelli a tecnologia intermedia.
L'approccio suggerito si ispira a una logica di neutralità tecnologica, nella consapevolezza che la sola elettrificazione progressiva rischia di trascurare segmenti importanti d'utenza e di mettere sotto pressione l'intera infrastruttura industriale.

In aggiunta, Elkann promuove un sistema di verifica delle emissioni calcolato su media quinquennale (2028-2032) sia per le auto che per i veicoli commerciali: questa scelta, già adottata per la normativa 2025, garantirebbe alle aziende maggiore stabilità e pianificazione, evitando inutili scossoni di mercato.

La posizione dell'industria vede in queste soluzioni una via percorribile per salvaguardare competitività e occupazione in Europa, mantenendo aperte alternative e incentivando l'innovazione continua anche dopo il 2035.

Focus sui veicoli commerciali e segmenti city car: regole su misura e l'iniziativa Small Car

I veicoli commerciali leggeri e le auto compatte destinate all'ambiente urbano rappresentano due snodi centrali nella revisione regolamentare evocata da Stellantis. Ad oggi, la normativa UE tende a equiparare questi segmenti alle autovetture tradizionali in termini di obiettivi di emissione, senza tener conto delle loro particolari funzioni di servizio e delle differenti esigenze di mercato.

Elkann propone alcune modifiche chiave:

  • Separazione dei target: definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni specifici per i veicoli commerciali, svincolati dal comparto privato.
  • Media su base quinquennale: introduzione di un periodo di verifica a cinque anni, utile a meglio calibrare gli investimenti e assicurare una transizione graduale verso propulsioni meno inquinanti.
  • Small Car Initiative: sostegno ai segmenti A e B - in linea con le strategie annunciate dalla Commissione - affinché le tecnologie sostenibili siano accessibili a un pubblico più ampio, con attenzione anche al contenuto locale delle filiere.
Particolare rilevanza assume l'iniziativa europea sulle auto compatte. Pur apprezzando l'indirizzo verso modelli a batterie accessibili, il management Stellantis sottolinea l'esigenza di regole definite in termini di contenuto produttivo continentale, per favore l'industria locale ed evitare un'eccessiva dipendenza da mercati esteri.

Le nuove regole proposte mirano dunque a garantire competitività ai costruttori europei e a mettere in sicurezza l'occupazione nei distretti produttivi, assicurando una gamma di soluzioni che vada oltre l'elettrico puro e tenga conto delle reali possibilità di mercato.

Le reazioni e i punti critici: industria, consumatori, ambientalisti

Le richieste avanzate da Stellantis hanno suscitato ampie discussioni tra addetti ai lavori, associazioni di consumatori e gruppi ambientalisti. Se il settore industriale vede nella maggiore flessibilità normativa e nella differenziazione degli incentivi una possibilità concreta di rilancio, alcune voci critiche sollevano questioni importanti su diversi fronti:

  • Ambientalisti: temono che deroghe eccessive per le ibride plug-in possano rallentare la realizzazione di infrastrutture di ricarica e ostacolare la transizione verso una mobilità totalmente a zero emissioni.
  • Consumatori: manifestano interesse per politiche che favoriscano l'abbassamento dei prezzi e l'accessibilità ai modelli più moderni, ma osservano con attenzione il rischio di una disparità tra grandi gruppi e piccole imprese innovative, soprattutto in relazione ai supercrediti.
  • Industria: pone l'accento sulla necessità di tempi regolamentari sufficienti per permettere investimenti e aggiornamenti tecnologici, indicando nel meccanismo dei supercrediti una leva potente, a condizione che venga bilanciata da strumenti che favoriscano anche startup e nuove realtà di filiera.
L'equilibrio tra esigenze climatologiche, sostenibilità occupazionale e competitività globale rimane dunque uno degli aspetti centrali del confronto in corso, che vedrà la Commissione e le parti sociali chiamate a trovare soluzioni equilibrate e lungimiranti nel prossimo pacchetto normativo.