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Cannabis Light e decreto sicurezza 2025 approvato ufficialmente. Cosa cambia, gli usi consentiti e divieti

di Marianna Quatraro pubblicato il
cannabis decreto sicurezza

Come cambia l’uso della cannabis light dopo l’approvazione ufficiale del nuovo Decreto Sicurezza 2025 e le sanzioni previste

Cambia l’uso della Cannabis Light con l’approvazione del nuovo decreto sicurezza 2025 ufficiale.  Il provvedimento, che ha suscitato diverse polemiche e scontri, ha finalmente ottenuto il via libera definitivo dal Senato, introducendo quattordici nuovi reati e diverse aggravanti, rafforzando l'approccio alla sicurezza pubblica per garantire un maggiore ordine e modificando le norme relative all’uso della cannabis light. Vediamo quali sono le novità previste per quest’ultimo punto.

  • Come cambia l’uso della cannabis light con il nuovo Decreto Sicurezza 2025
  • Gli unici usi ancora consentiti
  • Le sanzioni previste

Come cambia l’uso della cannabis light con il nuovo Decreto Sicurezza 2025

Il decreto introduce il totale divieto di uso della cannabis light, rendendo illegale sia la lavorazione e che il commercio delle infiorescenze di canapa, indipendentemente dal livello di Thc, tetraidrocannabinolo, contenuto.

L’obiettivo è evitare che l’assunzione di prodotti da infiorescenza della canapa possa favorire l’insorgere di comportamenti che possono mettere a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale a causa di alterazioni dello stato psicofisico. 

Tra gli altri nuovi divieti approvati:

  • il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata;
  • il divieto di commercializzazione dei prodotti contenenti i fiori, compresi gli estratti, le resine e gli olii da essi derivati. 

Gli unici usi ancora consentiti

Si salva dai nuovi divieti solo la produzione agricola di semi per gli usi consentiti dalla legge, per esempio, per la produzione di fibre o per altri usi industriali, diversi dall’uso farmaceutico, con sementi certificate.

E' ancora possibile usare la canapa per la produzione di alimenti e cosmetici, semilavorati (fibra, canapulo, polveri, cippato, olio carburanti) per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico. 

Via libera anche all’uso della canapa come biomassa ai fini energetici solo però in pochissimi casi, come l’autoproduzione energetica aziendale o la fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati.

Le sanzioni previste

Per chi trasgredisce i nuovi divieti, la legge prevede l’applicazione delle sanzioni previste per l’uso di stupefacenti che implica i reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Le sanzioni prevedono la reclusione da sei a vent’anni e una multa da 26mila a 260mila euro, e sono previste pene maggiori se il reato è commesso da chi detiene l’autorizzazione a coltivare, produrre, importare, esportare, commerciare sostanze stupefacenti o psicotrope.

Sono applicabili anche le sanzioni legate all’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, che prevedono la reclusione non inferiore a vent’anni per chi promuove, costituisce, dirige, organizza o finanzia l’associazione, e la reclusione non inferiore a dieci anni anche per chi vi partecipa.

Sono previste anche le sanzioni amministrative, come la sospensione della patente di guida, della licenza di porto d’armi, del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirli. 

Se si viene poi identificati come rischi per la sicurezza pubblica nel caso di soggetti già condannati per alcuni delitti (contro la persona o il patrimonio), scattano ulteriori misure punitive e restrittive, come l’obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il comando locale della polizia o dei carabinieri, o comparire in uno specifico ufficio di polizia negli orari di entrata e uscita da scuola, o l’obbligo di rientrare nella propria abitazione entro un determinato orario, o il divieto di frequentare specifici locali, ecc. 
 

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