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Caos semestre filtro in medicina. Governo pensa a far passare tutti per evitare ricorsi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Governo evitare ricorsi

Il sistema del semestre filtro in Medicina sta vivendo una fase di forte crisi, tra test d'accesso discussi, ricorsi, sanatorie e nuove ipotesi di riforma. Governo e studenti alla ricerca di un equilibrio.

Nel corso del semestre filtro introdotto per l'accesso ai corsi di laurea in Medicina, il sistema selettivo ha generato polemiche e insoddisfazione tra studenti, famiglie e addetti ai lavori. Dopo due tornate di prove ritenute quasi "impossibili" per complessità e organizzazione, è cresciuta la pressione mediatica e sociale, alimentata da ricorsi già annunciati e manifestazioni a livello nazionale.

Di fronte a questo scenario, il Ministero dell'Università e della Ricerca ha iniziato a valutare ipotesi di mediazione, tra cui la possibile ammissione di parte degli studenti esclusi, condizionata però al recupero dei crediti formativi non conseguiti. Si tratta di una soluzione inedita, nata dall'intento di evitare un contenzioso collettivo e di trovare un equilibrio fra meritocrazia, equità e rispetto delle regole.

Il semestre filtro: origini, funzionamento e difficoltà dei test d'accesso

Negli ultimi anni il sistema d'accesso a Medicina in Italia è stato oggetto di profonde riforme, dettate dall'esigenza di superare il tradizionale test a numero chiuso, spesso criticato per la sua funzione scrematoria e per la difficoltà di garantire reale uguaglianza di opportunità. Con la legge delega approvata nel marzo scorso, il Parlamento ha sancito l'introduzione di un semestre iniziale ad iscrizione “aperta”, seguito da prove accademiche in Biologia, Chimica e Fisica. Solo chi supera questi esami entra nella graduatoria nazionale stilata dal Ministero, accedendo così al proseguimento del corso di laurea.

Il nuovo modello si distingue per alcune sue specificità:

  • L'iscrizione al primo semestre è stata resa libera, senza selezioni preventive;
  • La selezione avviene solo dopo aver sostenuto specifici esami nelle aree scientifiche fondamentali;
  • Il punteggio minimo richiesto in ciascun esame è 18/30;
  • Chi supera gli esami accede al secondo semestre e viene inserito in una graduatoria nazionale, con l'assegnazione alle sedi indicate in fase d'iscrizione;
  • Chi non raggiunge la soglia può utilizzare i crediti conseguiti in altri corsi dell'area sanitaria, biomedica, farmaceutica o veterinaria.
La ratio alla base di questa riforma è di garantire una selezione più meritocratica e meno influenzata da fattori casuali, stimolando la preparazione in contesto universitario piuttosto che attraverso estenuanti quiz pre-accademici. Tuttavia, l'applicazione concreta del semestre filtro ha subito mostrato le sue ombre. In particolare, le prove di esame si sono rivelate molto più ostiche di quanto previsto, con una percentuale altissima di non ammessi già al primo appello (oltre il 90% secondo alcuni dati filtrati dalle associazioni studentesche). La situazione è peggiorata nel secondo turno, suscitando proteste nei principali atenei e gravi preoccupazioni anche tra i docenti incaricati della valutazione.

Le irregolarità e i problemi organizzativi: proteste, ricorsi e perdita di fiducia nel sistema

Le difficoltà oggettive delle prove non sono state l'unico problema. Diverse segnalazioni hanno documentato irregolarità durante lo svolgimento degli esami, sia per quanto riguarda l'anonimato e la segretezza dei quesiti che per le modalità di vigilanza eterogenee tra le università. Alcuni candidati hanno riscontrato:

  • Circolazione di fotografie delle prove prima della fine degli esami;
  • Differenze nei controlli d'aula tra singoli atenei;
  • Anomali picchi di ricerche su internet relative ai quesiti somministrati;
  • Pubblica ammissione delle irregolarità da parte degli stessi studenti coinvolti.
A questi aspetti tecnici si è aggiunta un'organizzazione logistica giudicata insufficiente da molti osservatori, tanto da indurre l'Unione degli Universitari a indire uno sciopero generale e sollevare interrogazioni in Parlamento e presso la Conferenza dei Rettori.

Il risultato è stata una perdita repentina della fiducia nel meccanismo selettivo, percepito come squilibrato e incapace di garantire condizioni realmente trasparenti e omogenee. In un sistema così compromesso, il rischio di ricorsi collettivi è divenuto imminente, alimentando un dibattito acceso anche sui mezzi di comunicazione.

L'ipotesi della sanatoria: cosa prevede, il recupero crediti e le soluzioni in campo

Alla luce dell'eccezionale difficoltà delle prove e delle irregolarità riscontrate, è emersa la proposta di una sanatori limitata a coloro che, pur non raggiungendo la sufficienza in tutti i test, posseggano comunque il requisito dell'iscrizione regolare e della frequenza al semestre filtro. Secondo i dettagli diffusi dal Ministero, questa possibilità verrebbe offerta esclusivamente in caso di posti vacanti nella graduatoria finale, e subordinata al recupero dei crediti non acquisiti.

La sanatoria rappresenterebbe una risposta di carattere eccezionale, volta a:

  • Sanare le posizioni degli studenti penalizzati da un sistema selettivo non adeguato;
  • Offrire loro la chance di proseguire gli studi, a patto che integrino i deficit formativi entro termini stabiliti;
  • Evitare il proliferare di ricorsi collettivi che rischierebbero di bloccare il funzionamento degli atenei e gravare sulla macchina giudiziaria e amministrativa.
Va sottolineato che il provvedimento ipotizzato non eliminerebbe il principio selettivo, ma si tradurrebbe in uno slittamento temporale: i candidati ammessi mediante sanatoria dovranno colmare i crediti mancanti con percorsi integrativi ad hoc, senza deroghe per quanto riguarda gli standard minimi di formazione.

La soluzione, discussa a livello ministeriale e supportata anche da alcuni organi accademici, è stata accolta con favore da parte di una consistente fetta di studenti e famiglie, mentre solleva interrogativi fra chi teme possa introdurre precedenti rischiosi in termini di gestione delle selezioni pubbliche. Dal punto di vista normativo, la misura sarebbe fondata sul principio di equità, andando a compensare una responsabilità percepita come sistemica più che individuale.

Le alternative per chi non supera il semestre filtro: prospettive accademiche e professionalizzanti

Per coloro che non riescano a superare la selezione, il sistema prevede percorsi di studio alternativi nell'ambito delle scienze della vita, a tutela dell'impegno profuso e nella logica di valorizzare comunque le competenze acquisite.

Fra le principali opzioni a disposizione:

  • Farmacia: Materie affrontate nel semestre filtro sono riconosciute, facilitando trasferimenti e prosecuzione regolare degli studi;
  • Biologia e Biotecnologie: Possibilità di reimpiego dei CFU conseguiti e apertura a sbocchi professionali nella ricerca e nelle industrie biotecnologiche;
  • Scienze infermieristiche e Professioni sanitarie: In alcune università è previsto il riconoscimento degli esami superati durante il semestre filtro;
  • Altri corsi dell'area biomedica, sanitaria e veterinaria previsti fra le discipline di riferimento dalle linee ministeriali.
Un elemento di particolare interesse è la portabilità dei crediti formativi acquisiti, elemento che riduce il rischio di perdita dell'anno accademico e sostiene la motivazione e la pianificazione futura per i giovani esclusi dalla graduatoria. Questa innovazione riflette un cambio di paradigma rispetto al passato, in cui il mancato superamento del test di ingresso determinava inevitabilmente uno stop formativo di 12 mesi.