Approvato il Ddl Concorrenza 2025: analisi delle nuove regole per servizi pubblici, colonnine elettriche, trasporti, sanità, professionisti e le reazioni politiche alla legge che rimodella il mercato italiano.
L’approvazione definitiva della legge annuale dedicata alla promozione della concorrenza nel mercato italiano segna un passaggio di rilievo nell’ambito delle politiche economiche e regolatorie del Paese. Il recente via libera parlamentare rappresenta il risultato di un iter accelerato, attuato in linea con gli impegni assunti nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il provvedimento punta a cambiare l’approccio gestorio in diversi settori, mirando a stimolare maggiore apertura, trasparenza e accesso ai mercati pubblici e privati.
Diverse sono le realtà coinvolte. Dai servizi pubblici alle infrastrutture per la mobilità elettrica, fino ai comparti sanitario, cosmetico e dei trasporti, la normativa si pone l’obiettivo di intervenire per superare criticità storiche e per stimolare l’adozione di modelli più performanti e inclusivi.
L’articolato normativo è il frutto di un confronto tra governo, istituzioni locali e opposizioni e riflette sia esigenze di adeguamento agli standard europei sia una spinta interna verso una gestione più efficiente delle risorse pubbliche. Le misure adottate sono ora al centro del dibattito per l’impatto previsto su cittadini, operatori economici e amministrazioni locali, offrendo uno scenario regolatorio destinato a incidere su diversi aspetti della vita economica e sociale del Paese.
L’impianto normativo all’origine di questa legge si configura come un insieme di interventi volti a rimuovere ostacoli regolatori che da tempo frenano la competitività nazionale. Il testo, suddiviso in ventiquattro commi, consolida il percorso ormai triennale di un intervento organico teso a favorire apertura dei mercati, trasparenza amministrativa e semplificazione delle procedure.
In particolare, gli obiettivi dichiarati si articolano su due livelli distinti:
Per quanto riguarda le modalità di applicazione, il disegno di legge prevede il coinvolgimento diretto di enti territoriali e amministrazioni centrali nella definizione di linee guida e atti di indirizzo strategico, promuovendo il principio della sussidiarietà nella gestione dei servizi e delle risorse tecnologiche.
Complessivamente, questa architettura normativa mira a riportare il sistema economico nazionale su parametri di maggiore apertura, con effetti potenzialmente positivi sia in termini di sviluppo che di sostenibilità delle scelte pubbliche e private.
Le innovazioni legislative introdotte con il nuovo pacchetto normativo hanno un impatto importante sulla gestione e il controllo dei servizi di pubblica utilità di rilevanza economica.
Tra le principali novità, spicca l’obbligo di gara per l’affidamento di servizi nei Comuni con popolazione superiore a 5000 abitanti, destinato ad abbattere possibili situazioni di monopolio e aperture dirette in house senza alcuna competizione di mercato. Le amministrazioni locali sono ora obbligate ad adottare una relazione annuale sulla situazione gestionale dei servizi pubblici di rilievo economico, con la pubblicazione online per assicurarne trasparenza e monitoraggio da parte della collettività.
Il controllo è rafforzato da un sistema sanzionatorio dettagliato. L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) assume un ruolo di verifica e, in caso di inadempienze, può applicare una sanzione amministrativa tra 5000 e 10000 euro agli enti che non abbiano pubblicato tempestivamente la relazione richiesta. Inoltre, le nuove regole prevedono:
L’ambito della mobilità sostenibile viene profondamente rinnovato attraverso disposizioni specifiche rivolte all’installazione e gestione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. Le amministrazioni comunali dovranno ora bandire procedure competitive progettate per assicurare la partecipazione di una pluralità di operatori economici, evitando la concentrazione delle concessioni nelle mani di pochi soggetti.
Un aspetto chiave riguarda il criterio di affidamento preferenziale: in caso di offerte comparabili tra operatori, la priorità va a chi detiene una quota inferiore al 40% delle colonnine già installate sul territorio comunale. Questa disposizione mira a impedire la formazione di oligopoli e a favorire la crescita di nuove realtà industriali e commerciali, ampliando il panorama dell’offerta e agevolando lo sviluppo di una rete di ricarica capillare su tutto il territorio.
Le novità introdotte intendono quindi:
Nel settore dei trasporti, la legge introduce strumenti per promuovere un ambiente più competitivo ed efficiente. In ambito ferroviario regionale, le amministrazioni sono chiamate a pubblicare calendari dettagliati che definiscono le tempistiche delle procedure di affidamento, migliorando la prevedibilità e la trasparenza del processo per i potenziali operatori. Questo meccanismo ha lo scopo di facilitare l’ingresso di nuove realtà imprenditoriali e garantire agli utenti un’offerta più ampia e di qualità.
Per quanto riguarda il trasporto aereo, vi è un’estensione delle procedure amministrative per la determinazione dei diritti aeroportuali anche agli scali più piccoli (fino a 5 milioni di passeggeri all’anno), che vengono così inclusi in un quadro regolatorio unitario insieme agli aeroporti maggiori. L’uniformità dei criteri di determinazione dei diritti aeroportuali favorisce l’equità competitiva tra diversi aeroporti, consentendo alle compagnie aeree di pianificare meglio strategie operative e tariffarie.
Nel complesso, il nuovo impianto legislativo nel comparto trasporti punta a:
Nel settore sanitario, la legge innova il sistema di accreditamento delle strutture, favorendo una maggiore apertura alla partecipazione di nuovi operatori e introducendo criteri differenziati per la definizione degli accordi contrattuali. In particolare, la distinzione tra rinnovo di convenzioni già in essere e accesso di nuovi soggetti permette di evitare barriere all’ingresso dovute all’esperienza pregressa e garantisce trasparenza e imparzialità nei processi di assegnazione.
La ridefinizione delle categorie dei presidi medico-chirurgici e il potenziamento dei controlli sulla sicurezza rispondono all’esigenza di rafforzare la tutela dell’utenza e di aumentare la fiducia nel sistema sanitario e nei prodotti destinati alla cura e alla prevenzione.
L’ambito delle attività professionali e imprenditoriali beneficia di modifiche tese a semplificare e rendere più omogenee le possibilità di operare nel mercato e di adottare modelli societari moderni. In particolare, per le società tra professionisti (Stp) sono rivisti i requisiti per la costituzione e l’iscrizione, allineandoli alle osservazioni delle autorità antitrust e superando interpretazioni restrittive che limitavano la diffusione di tali forme societarie.
Di seguito, alcune delle principali disposizioni:
Nonostante il sostanziale consenso maturato in fase di approvazione, il nuovo impianto normativo ha dato origine a una serie di critiche e posizioni contrapposte tra maggioranza e opposizioni. Le forze favorevoli, tra cui il Ministero delle Imprese, hanno esaltato l’introduzione di nuovi strumenti per la crescita del sistema economico nazionale, definendoli strategici per rilanciare investimenti e competitività.
D’altra parte, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno espresso forti riserve sulla portata delle innovazioni, giudicando il testo come incapace di incidere sulle reali fragilità dell’economia, eccessivamente sbilanciato verso grandi realtà urbane. Le critiche, riportate in sede parlamentare, sostengono che la legge possa introdurre eccessiva burocratizzazione e comportare disagi amministrativi soprattutto per i piccoli comuni.