Il nuovo regolamento Chat Control dell'UE ridefinisce la sorveglianza digitale: algoritmi e intelligenza artificiale monitoreranno chat, foto e video, sollevando interrogativi cruciali su privacy, tutela dei minori e diritti digitali.
L'Unione Europea è al centro di un intenso dibattito sulla proposta di regolamento denominata informalmente Chat control, destinata a introdurre nuove strategie per la prevenzione e il contrasto all'abuso sessuale su minori nel contesto digitale. Se approvata, la normativa allargherebbe l'ambito dei controlli automatici a tutte le comunicazioni private che utilizzano servizi digitali nella speranza di arginare la diffusione di contenuti illeciti e comportamenti dannosi. La discussione ha sollevato domande profonde: la tutela dei minori può essere garantita senza mettere in pericolo la sicurezza e la riservatezza delle comunicazioni personali? Il futuro delle piattaforme online e la gestione dei dati degli utenti rischiano di cambiare in modo radicale, coinvolgendo milioni di persone all'interno dell'UE.
Il percorso che ha portato alla proposta nota come Chat control affonda le proprie radici negli anni 2020-2022, quando la Commissione Europea ha individuato l'esigenza di un intervento normativo coordinato per fronteggiare il fenomeno degli abusi su minori nella dimensione online. Denominato ufficialmente CSAR (Child Sexual Abuse Regulation), il progetto nasce per dare attuazione alle iniziative previste dalla Strategia UE sui diritti dei minori e alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. L'obiettivo è sostituire le attuali normative nazionali frammentate con un quadro unico che assicuri l'individuazione, la segnalazione e la rimozione efficace di materiale illegale.
Le motivazioni alla base della proposta si fondano sulla constatazione di un aumento delle vittime di reati come la pedopornografia e l'adescamento online. Secondo i dati più recenti, anche in Italia i casi sono cresciuti in maniera esponenziale: solo nel 2024, la polizia postale ha segnalato un incremento dei reati legati allo sfruttamento di minori. A tale contesto si associa la volontà istituzionale di colmare le lacune lasciate dalle leggi esistenti, adottando strumenti vincolanti per tutti gli Stati membri.
Il regolamento mira a fornire protezione rafforzata ai minori sia nell'ambiente fisico che digitale, istituendo obblighi specifici per i fornitori di servizi digitali e introducendo il Centro UE sull'abuso sessuale su minori, incaricato del monitoraggio e della gestione delle segnalazioni sull'intero territorio comunitario. Questa centralizzazione delle competenze punta a garantire una risposta tempestiva ai rischi per i minori, in linea con il principio secondo cui la loro tutela costituisce un interesse superiore secondo l'art. 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Il cuore della proposta si basa sull'impiego di tecnologie avanzate per monitorare preventivamente i contenuti delle conversazioni digitali. Il meccanismo prevede l'uso di algoritmi di intelligenza artificiale e sistemi di client-side scanning che operano direttamente sul dispositivo dell'utente, esaminando messaggi, immagini, video e file audio prima che vengano cifrati e inviati. Tali tecnologie sono progettate per rilevare contenuti associati a materiale illegale, sfruttando database digitali costantemente aggiornati dalle autorità di contrasto.
Le principali modalità di identificazione si fondano su:
Se da un lato i sostenitori della norma sottolineano l'efficacia degli strumenti automatizzati nel bloccare la diffusione di materiale illecito, molti esperti hanno messo in guardia rispetto al rischio di falsi positivi, cioè la segnalazione errata di contenuti innocui, e al pericolo che tale infrastruttura possa essere sfruttata per la sorveglianza di massa o il controllo politico in contesti meno democratici.
L'introduzione di Chat control implicherebbe una serie di obblighi rigorosi per le piattaforme digitali e i fornitori di servizi di comunicazione, chiamati ad adottare misure preventive e reattive per minimizzare i rischi di abuso online. La regolamentazione, articolata in 89 articoli, prevede una differenziazione degli obblighi, a seconda della tipologia di servizio esercitato:
Il provvedimento esclude responsabilità penale per i provider che operano in buona fede nell'esecuzione degli obblighi normativi, sottolineando tuttavia la necessità di mantenere misure non intrusive a tutela dei diritti fondamentali, fra cui riservatezza delle comunicazioni e protezione dei dati personali, tema oggetto di particolare attenzione da autorità indipendenti come il Garante europeo della protezione dei dati.
L'ambito di intervento della normativa copre gran parte dei contenuti digitali scambiati tramite servizi di comunicazione elettronica. Le tecnologie implementate dovranno rilevare:
La segnalazione comporta l'informazione dell'utente interessato sul motivo e gli estremi dell'azione adottata, il diritto a contestare la valutazione o a proporre reclamo. Grazie all'armonizzazione promossa a livello UE, la procedura dovrebbe garantire coerenza su tutto il territorio, evitando divergenze tra giurisdizioni nazionali.
L'attuazione di Chat control solleva profondi dilemmi etici e tecnici, tra cui la possibile erosione della crittografia end-to-end, un pilastro della sicurezza digitale. I controlli preventivi sulle conversazioni verrebbero eseguiti prima della cifratura, rendendo teoricamente intercettabili i contenuti anche da parti terze in caso di vulnerabilità. Numerosi esperti, tra cui i rappresentanti dell'EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) e dell'EDPS (Garante europeo della protezione dei dati), hanno espresso dubbi sulla compatibilità della scansione automatica con i principi della privacy by design e della segretezza delle comunicazioni.
Tra i principali rischi segnalati: