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Chat Control, come funziona la nuova legge: controlli di tutte le chat, foto, video e qualsiasi post online dell'Ue

di Marcello Tansini pubblicato il
Qualsiasi post online dell'Ue

Il nuovo regolamento Chat Control dell'UE ridefinisce la sorveglianza digitale: algoritmi e intelligenza artificiale monitoreranno chat, foto e video, sollevando interrogativi cruciali su privacy, tutela dei minori e diritti digitali.

L'Unione Europea è al centro di un intenso dibattito sulla proposta di regolamento denominata informalmente Chat control, destinata a introdurre nuove strategie per la prevenzione e il contrasto all'abuso sessuale su minori nel contesto digitale. Se approvata, la normativa allargherebbe l'ambito dei controlli automatici a tutte le comunicazioni private che utilizzano servizi digitali nella speranza di arginare la diffusione di contenuti illeciti e comportamenti dannosi. La discussione ha sollevato domande profonde: la tutela dei minori può essere garantita senza mettere in pericolo la sicurezza e la riservatezza delle comunicazioni personali? Il futuro delle piattaforme online e la gestione dei dati degli utenti rischiano di cambiare in modo radicale, coinvolgendo milioni di persone all'interno dell'UE.

Le origini e gli obiettivi di Chat Control

Il percorso che ha portato alla proposta nota come Chat control affonda le proprie radici negli anni 2020-2022, quando la Commissione Europea ha individuato l'esigenza di un intervento normativo coordinato per fronteggiare il fenomeno degli abusi su minori nella dimensione online. Denominato ufficialmente CSAR (Child Sexual Abuse Regulation), il progetto nasce per dare attuazione alle iniziative previste dalla Strategia UE sui diritti dei minori e alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. L'obiettivo è sostituire le attuali normative nazionali frammentate con un quadro unico che assicuri l'individuazione, la segnalazione e la rimozione efficace di materiale illegale.

Le motivazioni alla base della proposta si fondano sulla constatazione di un aumento delle vittime di reati come la pedopornografia e l'adescamento online. Secondo i dati più recenti, anche in Italia i casi sono cresciuti in maniera esponenziale: solo nel 2024, la polizia postale ha segnalato un incremento dei reati legati allo sfruttamento di minori. A tale contesto si associa la volontà istituzionale di colmare le lacune lasciate dalle leggi esistenti, adottando strumenti vincolanti per tutti gli Stati membri.

Il regolamento mira a fornire protezione rafforzata ai minori sia nell'ambiente fisico che digitale, istituendo obblighi specifici per i fornitori di servizi digitali e introducendo il Centro UE sull'abuso sessuale su minori, incaricato del monitoraggio e della gestione delle segnalazioni sull'intero territorio comunitario. Questa centralizzazione delle competenze punta a garantire una risposta tempestiva ai rischi per i minori, in linea con il principio secondo cui la loro tutela costituisce un interesse superiore secondo l'art. 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.

Funzionamento tecnico: algoritmi, intelligenza artificiale e controlli sulle chat

Il cuore della proposta si basa sull'impiego di tecnologie avanzate per monitorare preventivamente i contenuti delle conversazioni digitali. Il meccanismo prevede l'uso di algoritmi di intelligenza artificiale e sistemi di client-side scanning che operano direttamente sul dispositivo dell'utente, esaminando messaggi, immagini, video e file audio prima che vengano cifrati e inviati. Tali tecnologie sono progettate per rilevare contenuti associati a materiale illegale, sfruttando database digitali costantemente aggiornati dalle autorità di contrasto.

Le principali modalità di identificazione si fondano su:

  • Confronto delle immagini e dei video con “impronte digitali” note (hash) già presenti negli archivi delle forze dell'ordine
  • Analisi semantica e sintattica dei testi per individuare potenziali tentativi di adescamento (grooming)
  • Segnalazione automatica e anonimizzata di eventuali corrispondenze sospette agli organi competenti
Nel caso venga individuato un contenuto a rischio, l'algoritmo lo segnala immediatamente alla piattaforma coinvolta che, in caso di riscontro, inoltra la segnalazione al Centro UE e alle autorità di pubblica sicurezza. Questo approccio solleva vari interrogativi sulla gestione della crittografia end-to-end, che tradizionalmente protegge la riservatezza dei dati rendendoli leggibili soltanto a mittente e destinatario. Il sistema, infatti, prevede di intervenire prima della cifratura, introducendo potenziali margini di vulnerabilità rispetto a accessi non autorizzati e a rischi di abuso delle informazioni raccolte.

Se da un lato i sostenitori della norma sottolineano l'efficacia degli strumenti automatizzati nel bloccare la diffusione di materiale illecito, molti esperti hanno messo in guardia rispetto al rischio di falsi positivi, cioè la segnalazione errata di contenuti innocui, e al pericolo che tale infrastruttura possa essere sfruttata per la sorveglianza di massa o il controllo politico in contesti meno democratici.

Gli obblighi per piattaforme, provider e servizi di messaggistica

L'introduzione di Chat control implicherebbe una serie di obblighi rigorosi per le piattaforme digitali e i fornitori di servizi di comunicazione, chiamati ad adottare misure preventive e reattive per minimizzare i rischi di abuso online. La regolamentazione, articolata in 89 articoli, prevede una differenziazione degli obblighi, a seconda della tipologia di servizio esercitato:

  • Valutazione e aggiornamento periodico del rischio di uso improprio dei servizi
  • Implementazione di misure di attenuazione adeguate e proporzionate in relazione ai rischi identificati
  • Obbligo di utilizzare tecnologie idonee per rilevare casi di abuso su richiesta delle autorità
  • Segnalazione tempestiva dei casi sospetti al Centro UE
  • Rimozione e blocco rapido del materiale pedopornografico segnalato, entro 24 ore dall'ordine delle autorità
  • Impedimento dell'accesso al materiale illegale per gli utenti della piattaforma
In aggiunta, le piattaforme sono tenute a informare gli utenti coinvolti sulle segnalazioni effettuate e sulle possibilità di reclamo verso le decisioni assunte, garantendo trasparenza e accesso agli strumenti di tutela dei diritti. Gli Stati membri designano autorità competenti incaricate di ispezionare, imporre sanzioni pecuniarie (fino al 6% del fatturato annuo globale) e assicurare la corretta attuazione del regolamento.

Il provvedimento esclude responsabilità penale per i provider che operano in buona fede nell'esecuzione degli obblighi normativi, sottolineando tuttavia la necessità di mantenere misure non intrusive a tutela dei diritti fondamentali, fra cui riservatezza delle comunicazioni e protezione dei dati personali, tema oggetto di particolare attenzione da autorità indipendenti come il Garante europeo della protezione dei dati.

Contenuti soggetti a controllo: cosa rileva e come funziona la segnalazione

L'ambito di intervento della normativa copre gran parte dei contenuti digitali scambiati tramite servizi di comunicazione elettronica. Le tecnologie implementate dovranno rilevare:

  • Materiale pedopornografico già noto e registrato in appositi database di indicatori
  • Nuovi contenuti potenzialmente illeciti che emergono in seguito all'analisi algoritmica
  • Messaggi e interazioni che suggeriscono intenti di adescamento o “grooming”
  • File multimediali, link esterni, note vocali e persino post pubblicati su social network
Quando un contenuto è individuato come sospetto, la piattaforma è tenuta a produrre una segnalazione anonima che, previa valutazione umana, può essere inoltrata alle autorità di pubblica sicurezza tramite il canale unico rappresentato dal Centro UE. Nei casi più gravi viene ordinata la rimozione o il blocco immediato dei contenuti, anche preventivamente rispetto all'approvazione finale da parte delle autorità competenti degli Stati membri.

La segnalazione comporta l'informazione dell'utente interessato sul motivo e gli estremi dell'azione adottata, il diritto a contestare la valutazione o a proporre reclamo. Grazie all'armonizzazione promossa a livello UE, la procedura dovrebbe garantire coerenza su tutto il territorio, evitando divergenze tra giurisdizioni nazionali.

Impatto su privacy, crittografia end-to-end e rischi di sorveglianza di massa

L'attuazione di Chat control solleva profondi dilemmi etici e tecnici, tra cui la possibile erosione della crittografia end-to-end, un pilastro della sicurezza digitale. I controlli preventivi sulle conversazioni verrebbero eseguiti prima della cifratura, rendendo teoricamente intercettabili i contenuti anche da parti terze in caso di vulnerabilità. Numerosi esperti, tra cui i rappresentanti dell'EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) e dell'EDPS (Garante europeo della protezione dei dati), hanno espresso dubbi sulla compatibilità della scansione automatica con i principi della privacy by design e della segretezza delle comunicazioni.

Tra i principali rischi segnalati:

  • Possibilità che sistemi di intelligenza artificiale producano numerosi falsi positivi, con conseguente esposizione ingiustificata di dati sensibili
  • Introduzione di vulnerabilità utilizzabili da criminali informatici o regimi autoritari
  • Potenziale utilizzo massivo degli strumenti di controllo da parte delle autorità, trasformando la prevenzione in sorveglianza di massa su tutta la popolazione digitale
  • Erosione del principio di segretezza delle comunicazioni sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE e confermato dalla giurisprudenza CEDU (caso Podchasov v. Russia, 2024)
  • Indebolimento delle garanzie procedurali e diminuzione della fiducia nei confronti delle piattaforme digitali
Le organizzazioni per i diritti digitali hanno avvertito che, una volta introdotte tali backdoor tecnologiche, sarebbe difficile garantire che esse restino riservate al solo contrasto dell'abuso sui minori, senza scivolare in ambiti di controllo più ampi, mettendo in discussione i valori democratici. Le stesse piattaforme, tra cui Signal e Meta, hanno manifestato la propria contrarietà alla normativa, minacciando il proprio ritiro dall'UE in caso di introduzione di varchi alla crittografia.