Con l'avvicinarsi delle vacanze estive, molti italiani si preparano a viaggiare in auto, ma i costi degli autogrill possono riservare sorprese
I prezzi elevati nei punti di ristoro autostradali non sono una novità, ma continuano a stupire i viaggiatori che, spinti dalla comodità e dalla necessità, si trovano a pagare cifre salate per un caffè, un panino o una bottiglietta d'acqua. Questi rincari sono giustificati dai gestori con i costi di gestione delle aree di servizio, che comprendono l'affitto delle strutture, il personale, e i servizi offerti ai viaggiatori, come bagni puliti e aree di riposo.
Secondo una recente indagine, il prezzo di un caffè in autostrada può superare di gran lunga quello dei bar cittadini, con differenze che arrivano fino al 50%. Allo stesso modo, un panino che normalmente costerebbe pochi euro in un bar del centro città può vedere il suo prezzo raddoppiato o addirittura triplicato nelle aree di servizio autostradali.
Viaggiare lungo le autostrade e fermarsi nelle aree di servizio degli autogrill per un pasto o una bevanda comporta spese ben superiori rispetto a quelle di normali bar e supermercati.
Chi ha intenzione di mangiare un panino durante il viaggio deve prepararsi a pagare un prezzo considerevole. Un'indagine di Altroconsumo condotta in 22 aree di servizio tra Milano, Napoli, Roma e Venezia ha rilevato che il prezzo medio di un panino in autostrada è di circa 7-8 euro, rispetto ai 4,20 euro di un bar normale. Questo rappresenta un incremento del 70%.
Anche fare colazione in autostrada risulta più oneroso. Un cappuccino costa in media 1,84 euro (+12% rispetto al bar cittadino), mentre una brioche arriva a 1,72 euro (+26%). Persino il caffè espresso non sfugge ai rincari, con un prezzo medio di 1,35 euro, il 14% in più rispetto ai bar cittadini.
Le bevande gassate come Fanta e Coca Cola costano in media 8 euro al litro. Le bottigliette da 330 ml risultano particolarmente costose, con un prezzo di 3,52 euro (equivalenti a 10,66 euro al litro). Anche gli energy drink raggiungono prezzi elevati: una lattina di Red Bull da 250 ml può arrivare a 3,91 euro, equivalenti a 16 euro al litro.
Il prezzo medio di un gelato confezionato è di circa 3 euro. Un gelato su stecco ricoperto di cioccolato può costare 38,72 euro al chilo, mentre un cono arriva a 38,31 euro al chilo. I gelati a marchio Algida, come il Magnum, variano notevolmente di prezzo a seconda del formato, con una differenza di oltre il 30% tra il formato più piccolo e quello più grande.
Anche i prezzi degli snack salati sono elevati. Un pacchetto di patatine può costare da 1,50 a 4 euro, con un prezzo medio al chilo di 23,08 euro. I cracker Tuc da 100 g hanno un prezzo medio di 3,16 euro, mentre le tavolette di cioccolato costano in media 3,70 euro, con prezzi variabili da 1,20 a 6,29 euro a seconda della marca e del formato.
Per risparmiare qualcosa durante la sosta in autostrada, molti punti di ristoro offrono menù combinati a prezzi vantaggiosi. Questi pacchetti tipicamente includono un panino o un piatto principale, una bevanda e talvolta un dessert a un prezzo fisso, permettendo di contenere la spesa rispetto all'acquisto separato degli stessi prodotti.
Le principali catene di ristorazione autostradale come Autogrill, Chef Express, MyChef e Sarni propongono diverse formule, tra cui:
È importante tenere presente che le catene offrono anche app con sconti e promozioni. Scaricare l'app ufficiale di Autogrill, Chef Express o altri gestori può dare accesso a offerte speciali, come caffè gratuiti o sconti sui menù, permettendo di risparmiare ulteriormente durante la sosta.
I costi sostenuti nelle aree di servizio autostradali non sono frutto del caso, ma rispondono a precise logiche economiche e commerciali. Diverse sono le ragioni che contribuiscono a determinare prezzi così elevati rispetto a quelli praticati al di fuori della rete autostradale.
Innanzitutto, le aziende di ristorazione devono far fronte a contratti di concessione particolarmente onerosi. Per poter operare sulle autostrade, queste società versano canoni elevati alle concessionarie autostradali, costi che vengono inevitabilmente trasferiti sui prezzi finali. A questi si aggiungono le spese per l'affitto degli spazi commerciali e le royalties sui marchi utilizzati.
Un altro fattore determinante è la limitata concorrenza presente lungo le tratte autostradali. Una volta entrati in autostrada, le possibilità di scelta per i viaggiatori sono estremamente ridotte, a meno di non voler uscire al primo casello. Questa situazione crea un effetto di semi-monopolio che consente ai gestori di applicare prezzi più alti.
Vi sono poi i costi operativi supplementari legati all'apertura continuativa, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, inclusi festivi e notturni. Il personale che lavora in queste condizioni ha diritto a maggiorazioni salariali per turni disagiati, festivi e notturni, elementi che incidono sui costi totali di gestione.
Da non sottovalutare anche le strategie di marketing mirate che vengono applicate. L'assortimento di prodotti è studiato secondo i principi del marketing di prossimità, puntando su categorie merceologiche ideali per lo spuntino veloce e sulle golosità alle quali si tende in situazione di viaggio. La disposizione degli articoli è pensata per favorire gli acquisti d'impulso, facendo leva sui desideri momentanei dei consumatori.