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Chi detiene la ricchezza in Italia? Gli over50 con patrimoni e risparmi importanti che sono nelle mani di pochi

di Marcello Tansini pubblicato il
Distribuzione della ricchezza

In Italia la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, soprattutto tra gli over 50. L'articolo esplora dati, blocchi alla mobilità sociale, effetti della crisi demografica e scenari futuri tra successioni e possibili riforme fiscali.

L’Italia presenta uno dei livelli più alti d’Europa di concentrazione patrimoniale, con gli over 50 che rappresentano una fetta predominante nella detenzione di patrimoni e risparmi. Il rapporto Eurostat tra generazioni nella distribuzione dei beni mostra una forte polarizzazione, con un accumulo di ricchezza nelle mani di una fascia demografica ridotta, mentre la parte più giovane della popolazione si trova a competere per risorse sempre più limitate.

Questo squilibrio strutturale ha radici profonde e conseguenze sociali di ampia portata che travalicano la mera dimensione economica e coinvolgono anche l’accesso alle opportunità, ai servizi essenziali e alle prospettive di crescita personale.

Distribuzione della ricchezza: dati e dinamiche generazionali

  • Il 10% più ricco della popolazione italiana detiene oltre il 60% della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera si limita a poco più del 7%.
  • Gli over 50 controllano il 75% dei patrimoni (dato Banca d’Italia), a fronte di una stagnazione della ricchezza disponibile tra le nuove generazioni.
  • I baby boomer e la cosiddetta generazione silenziosa, nate entro gli anni 60, mantengono valori medi patrimoniali più che doppi rispetto ai Millennials e alla Generazione Z.
Le cause di queste disparità comprendono fattori storici, dinamiche di mercato e cambiamenti normativi. L’aumento del valore degli immobili, la scarsità di opportunità di lavoro stabile e il rallentamento della crescita economica hanno favorito l’accumulo tra chi ha iniziato il proprio percorso lavorativo in decenni più favorevoli. Il trend si discosta dalla media europea sia per rapidità della concentrazione che per la resistenza all’inversione di tendenza, secondo dati Eurostat e analisi del think tank Tortuga.

Gruppo Generazionale

Quota patrimonio detenuta

Ricchezza media per nucleo

Baby Boomer/Silenziosa (>60 anni)

43,3%

>360.000 €

Generazione X (40-59 anni)

32%

>250.000 €

Millennials/gen. Z (<40 anni)

<25%

≈150.000 €

Secondo le analisi di Banca d’Italia e Censis, chi nasce in nuclei famigliari precari rischia di rimanere intrappolato in situazioni analoghe anche in età adulta. Il risultato è un incremento delle nuove forme di povertà, come quella energetica e alimentare, che colpiscono in particolare le famiglie giovani.

Il concetto di ascensore sociale rotto sintetizza efficacemente la situazione italiana: il punto di partenza familiare è altamente predittivo delle opportunità future. Questa staticità deriva da:

  • Sistema educativo poco redistributivo: la capacità del percorso scolastico di ridurre le differenze ereditarie è limitata, come evidenziato dalle prove Invalsi.
  • Mercato del lavoro stagnante: la crescita dei lavori poveri e l’immobilità salariale limitano la capacità delle nuove generazioni di accumulare capitale.
  • Privatizzazioni parziali di beni pubblici come la sanità
Gli effetti sono tangibili in vari ambiti:
  • Difficoltà nell’accesso al credito per l’acquisto della prima casa
  • Minore capacità di affrontare spese impreviste
  • Possibilità limitate di investire in formazione o cambiare occupatione

Il ruolo delle successioni e il futuro della ricchezza intergenerazionale

L’Italia si trova davanti a uno dei più vasti passaggi di ricchezza della storia: nei prossimi vent’anni si stima che oltre 6.400 miliardi di euro cambieranno titolarità tramite successioni. La trasmissione però avverrà all’interno di famiglie molto ristrette, a causa dell’invecchiamento demografico e del calo delle nascite. L’attuale regime fiscale sulle eredità rimane tra i più miti in Europa, con aliquote che favoriscono il mantenimento e l’accentramento dei grandi patrimoni, accentuando il divario tra chi eredita e chi non ha accesso a queste risorse.
  • Generazioni giovani destinate a ricevere importi elevati, ma in poche mani
  • Aumento della distanza tra la popolazione titolare di grandi patrimoni e la maggioranza che vive con risorse modeste
  • Rischio di mentalità rentier tra i giovani, demotivando spirito imprenditoriale
Il dibattito sulla riforma delle imposte sulle successioni si concentra sul possibile allineamento ai livelli di Paesi come Francia, Germania e Regno Unito, prevedendo soglie esenti fino a un milione di euro e incrementando la progressività oltre la soglia.

Impatto della crisi demografica e conseguenze per la società italiana

Dal 2008 al 2023 l’Italia ha subito un forte calo delle nascite (-34,1%) e una riduzione della popolazione giovanile (-17,5% tra i 20-29enni in quarant’anni). Tali trend rendono il fenomeno del consolidamento patrimoniale nelle mani degli over60 ancora più marcato, riducendo allo stesso tempo il numero di potenziali eredi e aumentando la massa unitaria delle future eredità.

  • Rischio di immobilismo nella crescita sociale ed economica
  • Emergenza nuove povertà: rischio di povertà (27,2%) superiore alla media europea (dato Censis)
  • Difficoltà di accesso ai servizi come sanità e istruzione, soprattutto per i nuclei giovani
La diminuzione del numero di giovani comporta minori innovazione e ricambio generazionale, ponendo il sistema sociale e produttivo sotto pressione. Lo scenario descrive una "medietà" che non consente avanzamenti diffusi, mentre emergono nuove elite finanziarie con incrementi di miliardari e patrimoni a doppia cifra.