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Chi paga l'IMU 2025 in caso di divorzio o separazione in base a normative e giurisprudenza

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
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IMU 2025 e divorzio: chi paga l'imposta in caso di separazione secondo la legge e la giurisprudenza aggiornata. Informazioni utili per coniugi separati o divorziati

Quando un matrimonio giunge al termine, sorgono interrogativi sulla responsabilità fiscale relativa agli immobili di proprietà. Le disposizioni normative riguardanti il versamento dell'IMU in Italia risultano abbastanza definite, e diverse pronunce giurisprudenziali hanno fornito chiarimenti su situazioni specifiche che possono verificarsi in caso di separazione o divorzio.

Quadro normativo dell'IMU e sue applicazioni

La normativa vigente relativa all'Imposta Municipale Unica prevede l'obbligo di versamento su tutti gli immobili, con l'eccezione dell'abitazione principale, definita come l'immobile in cui il nucleo familiare risiede stabilmente e dimora abitualmente, e delle relative pertinenze.

L'esenzione per l'abitazione principale non si applica agli immobili classificati nelle categorie catastali considerate "di lusso o di pregio" (A/1, A/8 e A/9), per i quali l'IMU resta dovuta anche se utilizzati come residenza principale.

Nel 2025, il versamento dell'imposta si effettua in due rate con scadenze generalmente fissate al:

  • 16 giugno per l'acconto
  • 16 dicembre per il saldo
L'ammontare dell'imposta varia in base alle aliquote deliberate da ciascun Comune, che ha facoltà di modificarle entro determinati limiti stabiliti dalla legge nazionale. Il pagamento deve essere effettuato esclusivamente tramite il modello F24.

Responsabilità fiscale dell'IMU nelle situazioni di separazione e divorzio

Con la sentenza 2747 del 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio: l'esonero dal versamento dell'IMU per i coniugi che, in seguito a separazione o divorzio, abbandonano l'abitazione che costituiva la residenza familiare.

Secondo quanto affermato dai giudici, il contribuente separato che non risiede più nell'immobile di sua proprietà, nel quale continuano ad abitare l'ex coniuge e i figli, non è tenuto al pagamento dell'imposta municipale. Questa interpretazione garantisce una tutela fiscale per il coniuge che, pur mantenendo la proprietà dell'immobile, non ne usufruisce direttamente.

La pronuncia della Suprema Corte riprende e conferma quanto già dichiarato dalla Corte Costituzionale nel 2025, che ha ritenuto illegittima la doppia imposizione fiscale per i coniugi con residenze differenti, considerandola una pratica discriminatoria. Questo orientamento giurisprudenziale si applica anche quando le abitazioni si trovano all'interno dello stesso territorio comunale.

Il principio dell'assegnazione giudiziale e i suoi effetti tributari

La Corte di Cassazione ha precisato che, nelle situazioni di separazione o divorzio, l'obbligo di versamento dell'IMU ricade sul coniuge al quale viene assegnata la casa coniugale tramite provvedimento del giudice. Questo principio chiarisce definitivamente la questione della responsabilità fiscale, legandola all'effettivo utilizzo dell'immobile piuttosto che alla mera titolarità del diritto di proprietà.

Tale interpretazione si basa sul concetto che l'IMU, in quanto imposta patrimoniale, deve essere corrisposta da chi beneficia concretamente del bene immobile. Nel contesto di una separazione, il coniuge assegnatario dell'abitazione familiare acquisisce un diritto personale di godimento che, ai fini dell'imposizione fiscale, prevale sul diritto di proprietà.

Va sottolineato che questo principio si applica esclusivamente quando l'assegnazione avviene tramite un provvedimento giudiziale formale, e non in caso di accordi privati tra i coniugi non omologati dal tribunale.

Casi particolari e interpretazioni giurisprudenziali recenti

La giurisprudenza ha affrontato diversi casi particolari relativi all'applicazione dell'IMU nelle situazioni di separazione e divorzio, contribuendo a chiarire ulteriormente il quadro normativo.

Un aspetto rilevante riguarda la distinzione tra diritto di proprietà e diritto di abitazione. Secondo l'orientamento consolidato, il diritto di abitazione attribuito al coniuge assegnatario della casa coniugale prevale, ai fini dell'IMU, sul diritto di proprietà. Questo significa che il coniuge proprietario ma non assegnatario non è soggetto all'imposta.

Tuttavia, è importante considerare che l'esenzione si applica solo se l'immobile assegnato costituisce l'abitazione principale del coniuge assegnatario. Se quest'ultimo stabilisce la propria residenza altrove, l'immobile non può beneficiare dell'esenzione prevista per l'abitazione principale.

Inoltre, la Corte di Cassazione ha chiarito che l'assegnazione della casa coniugale non modifica la titolarità del diritto di proprietà, ma incide esclusivamente sull'obbligo tributario relativo all'IMU.

Implicazioni pratiche per i contribuenti interessati

Per i contribuenti che si trovano in situazioni di separazione o divorzio, è fondamentale tenere in considerazione alcuni aspetti pratici:

  • Verificare l'esistenza di un provvedimento giudiziale di assegnazione della casa coniugale
  • Controllare che la residenza anagrafica coincida con l'effettiva dimora abituale
  • Conservare la documentazione relativa alla separazione o al divorzio per eventuali contestazioni da parte dell'amministrazione finanziaria
  • Monitorare eventuali variazioni delle aliquote IMU deliberate dal Comune di riferimento
In caso di dubbi specifici, è consigliabile rivolgersi a un professionista fiscale o consultare direttamente l'ufficio tributi del Comune in cui è situato l'immobile.

Differenze tra separazione consensuale e giudiziale ai fini IMU

È importante evidenziare che, ai fini dell'applicazione dell'IMU, non sussistono differenze sostanziali tra separazione consensuale e giudiziale. Ciò che rileva è l'esistenza di un provvedimento formale di assegnazione della casa coniugale, indipendentemente dalla tipologia di procedura seguita per la separazione.

Nel caso della separazione consensuale, il provvedimento di omologazione dell'accordo tra i coniugi produce gli stessi effetti di una sentenza di separazione giudiziale, anche per quanto riguarda gli aspetti fiscali.

La normativa tributaria del 2025 riconosce piena validità all'assegnazione della casa coniugale contenuta in un accordo di separazione consensuale omologato dal tribunale, equiparandola a quella disposta con sentenza in caso di separazione giudiziale. In ogni caso, è sempre opportuno verificare chi paga e quali esenzioni IMU sono possibili nella propria situazione specifica.

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