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Chi sono i lavoratori e i professionisti green? Che cosa fanno e cosa hanno studiato? Ne mancano oltre 2 milioni

di Marcello Tansini pubblicato il
Cosa hanno studiato

Lavoratori e professionisti green guidano la transizione sostenibile in Italia, ma la domanda supera l'offerta. Quali competenze servono, i profili più ricercati, le difficoltà delle aziende e le nuove opportunità formative nel settore.

L'innovazione tecnologica, unita all'urgenza di sostenibilità ambientale, guida le imprese verso processi produttivi sempre più efficienti dal punto di vista energetico e meno impattanti sull'ecosistema. Questo cambiamento si riflette sulle figure ricercate dalle aziende, che individuano nel possesso di competenze rivolte alla sostenibilità un requisito prioritario. Attualmente, la spinta verso un'economia a basse emissioni e l'integrazione di tecnologie green genera opportunità concrete in numerosi settori, segnando l'inizio di una vera e propria rivoluzione del mercato del lavoro.

Cosa sono i lavori e le professioni green: definizione e settori coinvolti

Con l'espressione lavoratori e i professionisti green si indicano tutti coloro che, indipendentemente dal comparto di riferimento, contribuiscono con la propria attività alla salvaguardia dell'ambiente e alla promozione di uno sviluppo sostenibile. Si tratta sia di nuove professionalità create dalla transizione energetica sia di ruoli tradizionali che evolvono acquisendo nuove competenze in ottica green.

La definizione si fonda sulla missione di sostenere la crescita economica senza compromettere il benessere delle generazioni future, in linea con le direttive internazionali, come l'Agenda 2030 dell'ONU. I lavori green sono diffusi tra produzione manifatturiera, agricoltura, edilizia sostenibile, pubblica amministrazione e terziario avanzato, coinvolgendo principalmente settori come:

  • Energie rinnovabili
  • Efficienza energetica
  • Gestione dei rifiuti e della risorsa idrica
  • Edilizia sostenibile
  • Produzioni a basso impatto ambientale
  • Servizi di consulenza ambientale e innovazione verde
  • Informatica e digitalizzazione legata alla sostenibilità
In questi ambiti, l'obiettivo prioritario è ridurre le emissioni di carbonio, limitare lo spreco di risorse e promuovere cicli produttivi sostenibili. I green jobs, infatti, rappresentano ormai una leva strategica per la competitività, offrendo impieghi tanto a profili altamente specializzati quanto a lavoratori operativi e tecnici.

Ambito

Esempi di professioni green

Energie rinnovabili

Installatore di impianti solari ed eolici, tecnico delle biomasse

Efficienza energetica

Esperto in risparmio energetico, energy manager

Gestione ambientale

Ingegnere ambientale, specialista in gestione rifiuti

Informatica

Digital energy specialist, bioinformatico

Le competenze green più richieste dalle aziende italiane

L'adozione di strategie di sostenibilità nelle imprese italiane determina una crescente necessità di specifiche competenze green. Le analisi mostrano che oltre il 70% dei tecnici e delle professioni specializzate deve possedere un'adeguata attitudine al risparmio energetico e alla riduzione dell'impatto ambientale. Questo trend si estende anche a operai qualificati e addetti a mansioni non specialistiche, coinvolti per il 64% nella richiesta di competenze ecologiche.

Le skill più ricercate dai datori di lavoro includono:

  • Gestione dell'efficienza energetica nei processi produttivi
  • Conoscenza di tecnologie e materiali sostenibili
  • Abilità nell'analizzare e ridurre l'impronta ambientale di prodotti e servizi
  • Competenze nella gestione delle energie rinnovabili
  • Conoscenze di economia circolare e ciclo dei rifiuti
  • Approccio trasversale alla digitalizzazione dei processi per la sostenibilità
Un altro elemento chiave richiesto è la sensibilità verso la responsabilità sociale di impresa e la governance ESG, che comporta la capacità di orientare decisioni aziendali secondo princìpi ambientali e sociali condivisi.

I profili professionali più ricercati: quali figure mancano all'appello?

La rapida diffusione della green economy ha fatto emergere nuove opportunità per tecnici e specialisti, ma anche un'evidente difficoltà nella copertura di determinati ruoli professionali. Tra le categorie con maggiore difficoltà di reperimento si segnalano:

  • Specialisti di saldatura elettrica (oltre il 73% di difficoltà)
  • Installatori di linee elettriche e riparatori di sistemi tecnologici avanzati
  • Assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche
  • Ingegneri energetici e meccanici
  • Tecnici per il risparmio idrico ed energetico
Tali professionisti risultano essenziali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma si rivelano particolarmente difficili da trovare sul mercato del lavoro, secondo i dati Excelsior di Unioncamere e del Ministero del Lavoro. La copertura di queste posizioni è cruciale per l'innovazione delle filiere produttive e l'adozione di tecnologie a basso impatto.

La carenza non si limita ai ruoli fortemente tecnici, ma investe anche profili trasversali, come ESG manager, consulenti per la sostenibilità aziendale e project manager per progetti green. La domanda crescente testimonia come l'inserimento di queste competenze sia ormai strategico per la competitività delle imprese e l'occupabilità delle nuove generazioni.

L'emergenza del mismatch: perché le aziende non trovano lavoratori green?

Nonostante l'elevata richiesta, il divario tra domanda e offerta di professionisti green appare allarmante. Nel 2024, quasi la metà dei candidati ricercati - più di due milioni di unità - sono risultati introvabili, portando il sistema produttivo a una situazione di forte squilibrio. Questo mismatch è particolarmente acuto nelle regioni del Nord e del Centro Italia, dove la difficoltà di reperimento supera il 55% in territori come Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Umbria.

Le cause di questa situazione sono molteplici:

  • Insufficiente offerta di percorsi formativi aggiornati sulle esigenze delle imprese
  • Lentezza nell'adeguamento dei programmi scolastici alle evoluzioni del mercato green
  • Bassa attrattività dei settori tecnici fra i giovani
  • Difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro per neodiplomati e neolaureati
Il risultato è una perdita di competitività valutata in oltre 44 miliardi di euro di mancato valore aggiunto, che rappresenta quasi 2,5 punti di PIL. La transizione ecologica rischia così di non esprimere tutto il proprio potenziale se non si risolvono queste criticità strutturali.

Come si diventa lavoratori green: i nuovi percorsi formativi e il ruolo delle Its Academy

La formazione specializzata rappresenta la chiave per rispondere al fabbisogno di competenze nell'ambito della sostenibilità. Negli ultimi anni, il sistema educativo italiano ha avviato importanti riforme per favorire il collegamento tra giovani, imprese e opportunità lavorative nei settori chiave della green economy.

Un elemento centrale è il modello denominato 4+2, introdotto dal Ministero dell'Istruzione e del Merito: quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni negli Its Academy, istituti tecnici superiori che propongono percorsi dedicati a tecnologie ambientali, energie rinnovabili, gestione dell'innovazione e transizione digitale nel settore energetico.

Le Its Academy si distinguono per:

  • Formazione pratica e orientata al lavoro grazie a laboratori e tirocini in azienda
  • Docenza proveniente dal mondo del lavoro (oltre il 95%)
  • Alto tasso di occupabilità dei diplomati, spesso superiore al 95%
  • Collaborazione continuativa con oltre 450 imprese e PMI
L'offerta formativa copre tutto il territorio nazionale, con esempi di eccellenza come quelli della Lombardia. Questi percorsi favoriscono la crescita delle competenze richieste dal mercato, supportando giovani e lavoratori nel loro sviluppo professionale sostenibile.