Il confronto tra Ikea Italia e le principali sigle sindacali nazionali sulla definizione del contratto integrativo aziendale, scaduto da diversi anni, rappresenta uno dei temi più rilevanti per i circa 7.400 dipendenti coinvolti. Le trattative, pur affrontate con spirito costruttivo dalle parti, continuano a vivere una fase di stallo, alimentando iniziative di sciopero e assemblee nei punti vendita. La complessità della trattativa è evidente nella pluralità di tematiche aperte: dalle condizioni economiche ai diritti sindacali, passando per le richieste relative a welfare e organizzazione del lavoro.
Le ragioni dello stallo nella trattativa del contratto integrativo Ikea
L’assenza di un nuovo accordo integrativo deriva da una serie di divergenze sostanziali tra le richieste sindacali e le proposte dell’azienda. Secondo le rappresentanze di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, la trattativa si è progressivamente complicata a causa di una gestione unilaterale da parte della direzione aziendale, che tenderebbe a prendere decisioni senza un confronto aperto, soprattutto su temi come la riorganizzazione dei turni, delle mansioni e sulle condizioni contrattuali. Entrando più nel dettaglio, si sottolineano:
- Relazioni sindacali decentrate: È stato segnalato un netto peggioramento nei livelli di dialogo, in particolare a livello territoriale e nei nuovi punti vendita, dove le possibilità di intervento delle RSA/RSU risultano fortemente limitate.
- Gestione delle professionalità: La protesta nasce anche dal mancato riconoscimento di maggiorazioni salariali ai neoassunti e dalla presenza di sistemi classificatori considerati peggiorativi, con avanzamenti di livello rallentati rispetto alle richieste sindacali.
- Disparità contrattuali: La questione dell’accesso al servizio mensa dei lavoratori part-time e la mancata estensione di particolari benefit e diritti costituiscono ulteriori fattori di attrito.
- Organizzazione del lavoro e turni: Persistono distanze sul tema della flessibilità oraria e dell’obbligatorietà del lavoro festivo, elemento che impatta soprattutto i neoassunti e i collaboratori a part-time.
Le richieste dei sindacati: diritti, maggiorazioni e welfare
I sindacati hanno puntato l’attenzione su diversi temi centrali per la qualità della vita lavorativa e la tutela dei diritti acquisiti. Le principali richieste avanzate comprendono:
- Maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo: Le organizzazioni dei lavoratori chiedono che tali indennità vengano riconosciute o aumentate per tutti, compresi i neoassunti, a prescindere dall’anzianità di servizio, con livelli fino al 65% per le domeniche ordinarie e all’85% per i festivi dal terzo evento in poi.
- Miglioramento economico e indennità di malattia: Viene invocata una revisione del premio di produzione e l’introduzione di nuove forme di indennità sul terzo e quarto evento di malattia rispetto a quanto stabilito dal Contratto Collettivo nazionale.
- Welfare e congedi: Le piattaforme sindacali prevedono l’istituzione di una quota una tantum di 150 euro in welfare, congedi aggiuntivi per la genitorialità (ulteriori giorni per padri e genitori non partorienti) e tutela per i lavoratori coinvolti in procreazione medicalmente assistita o percorsi di transizione di genere.
- Stabilizzazione e prospettive di rinnovo certo: Inserimento di clausole che garantiscano termini chiari per futuri rinnovi e maggiore protezione dei diritti in fase di evoluzione organizzativa, con coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nella gestione delle nuove aperture commerciali e dei centri di servizio.
La posizione di Ikea Italia e le risposte alle proposte sindacali
I vertici di Ikea Italia sottolineano di aver avanzato un pacchetto di proposte per integrare e migliorare i diritti già esistenti. Tra i principali elementi della
risposta aziendale figurano:
- Benefit innovativi: L’azienda ha previsto l’inclusione di misure di supporto per i lavoratori coinvolti in percorsi di PMA e transizione di genere, oltre a un piano welfare spendibile annualmente in beni e servizi.
- Premi e formazione: Nuovi modelli di premio di produzione a obiettivi, pensati per essere accessibili a tutti i collaboratori senza discriminazione di anzianità, e investimenti più ampi in formazione specialistica.
- Organizzazione del lavoro: Dal punto di vista aziendale, le modifiche organizzative sono ritenute necessarie per sostenere la competitività nel mercato italiano, pur nel rispetto delle normative nazionali e del Contratto collettivo.
Tuttavia, Ikea ritiene di non poter accogliere tutte le richieste sindacali a causa delle ricadute economiche e gestionali, soprattutto rispetto all’aumento dei costi lato maggiorazioni e al tema della gestione autonoma in materia di organizzazione dei turni.
Prospettive di chiusura e possibili sviluppi della trattativa
L’evoluzione della trattativa resta incerta, ma alcuni elementi consentono di ipotizzare i possibili scenari futuri:
- Ripresa del dialogo: Gli incontri sono destinati a proseguire nei prossimi mesi, con la possibilità che nuove proposte o mediazioni portino a una sintesi tra le parti.
- Mobilitazione permanente: In caso di perdurare dello stallo, i sindacati hanno già attivato assemblee e scioperi territoriali come strumenti di pressione. Ciò potrebbe mantenere alta la tensione e determinare ricadute sul clima aziendale.
- Coinvolgimento delle istituzioni: Non si esclude che, qualora permanessero le divergenze, sia richiesto un intervento istituzionale di conciliazione o arbitrato secondo le procedure previste dalla legislazione italiana.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se le distanze potranno essere colmate e si potrà arrivare a una soluzione che tuteli sia le esigenze dell’organizzazione che i diritti dei lavoratori.