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Chi sono le persone più ricche in Veneto, che cosa fanno e le loro storie

di Marcello Tansini pubblicato il
ricchi in veneto

Chi sono i protagonisti della ricchezza in Veneto? Un viaggio tra grandi patrimoni, storie imprenditoriali e famiglie storiche, alla scoperta delle diseguaglianze economiche e delle realtà che plasmano la regione.

Il Veneto si distingue tra le regioni italiane per solidità economica, cultura d’impresa e spinta verso l’innovazione. Caratterizzato da una rete diffusa di PMI, distretti industriali e aziende leader nell’export, il territorio ha saputo generare, negli ultimi decenni, una crescente concentrazione di ricchezze e un’élite di imprenditori che si sono affermati in Italia e nel mondo. Questo panorama si arricchisce di storie personali, settori differenti e notevoli patrimoni, che evidenziano come esperienza e competenze di imprenditoria siano spesso alla base di successi finanziari rilevanti. Il contesto regionale vede anche una forte presenza del settore manifatturiero, dei servizi avanzati e del turismo, facendo sì che la ricchezza sia il risultato di una combinazione di nuove idee, storie familiari e capacità di adattamento ai cambiamenti dei mercati globali.

La classifica dei cittadini più ricchi del Veneto: chi sono e i loro patrimoni

L’indagine più recente sui grandi patrimoni italiani mostra un gruppo ristretto di veneti che si contendono le prime posizioni nella classifica regionale e nazionale dei più abbienti. In cima ai nomi spicca Sergio Stevanato, imprenditore padovano e amministratore del gruppo Stevanato, con un patrimonio stimato di 5,5 miliardi di dollari, che lo posiziona anche nella top 5 italiana secondo Forbes. Segue Giuseppe De’ Longhi di Treviso con 3,9 miliardi, punto di riferimento nel mercato degli elettrodomestici. Un ruolo storico è ricoperto dalla famiglia Benetton (Giuliana e Luciano vantano singolarmente 3,2 miliardi ciascuno), così come Renzo Rosso (3,1 miliardi), protagonista della moda internazionale attraverso il gruppo OTB-Diesel. Non mancano poi le nuove generazioni e le donne imprenditrici, tra cui Sabrina e Barbara Benetton, Annalisa e Massimo Doris (holding finanziaria), Lina Tombolato e Sandro Veronesi (gruppo Calzedonia). Questi esempi dimostrano come la ricchezza in Veneto derivi dall’intreccio tra aziende radicate nella storia regionale e nuove realtà che hanno saputo innovare. Una presenza significativa di famiglie imprenditoriali storiche e nuovi volti emergenti sottolinea la diversità delle fonti di ricchezza: dalla moda al farmaceutico, dalla finanza al manifatturiero tecnologico, la varietà riflette la complessità e la dinamicità del tessuto economico veneto.

Sergio Stevanato: storia, azienda e ascesa del Paperone del Nordest

La leadership tra i grandi patrimoni veneti è saldamente in mano a Sergio Stevanato, rappresentante di una famiglia d’impresa che ha saputo unire tradizione, innovazione e respiro internazionale. Succeduto al padre Giovanni, fondatore dell’azienda, Sergio ha guidato il gruppo Stevanato verso risultati che ne fanno oggi un gigante della produzione di packaging per l’industria farmaceutica, in particolare per le cartucce d’insulina utilizzate a livello globale. La quotazione a Wall Street ha consacrato ulteriormente il profilo internazionale del gruppo. L’ascesa del gruppo Stevanato evidenzia la capacità di visione strategica e gestione generazionale, elementi che in Veneto si traducono nella crescita di grandi imprese familiari. L’approccio alla crescita e alla diversificazione ha portato la società a imporsi tra le aziende leader di settore, diventando simbolo della manifattura avanzata veneta e modello di integrazione tra capacità tecniche, investimenti in ricerca e presenza sui mercati globali.

Famiglie storiche e nuovi imprenditori: la mappa della ricchezza veneta

Tra le fonti della ricchezza veneta emergono storie di famiglie presenti da generazioni e nuove leve imprenditoriali. La famiglia Benetton ha rappresentato per decenni un simbolo della moda internazionale, con un gruppo che ha lasciato un’impronta anche nei settori delle infrastrutture e delle telecomunicazioni. Nel panorama finanziario, i Doris hanno consolidato la loro posizione tramite Banca Mediolanum, mentre i De’ Longhi si sono affermati nei piccoli elettrodomestici. Accanto ai grandi nomi storici, sono saliti alla ribalta nuovi imprenditori distintisi per capacità di innovazione e attitudine all’export: il gruppo OTB di Renzo Rosso, ad esempio, oppure la crescita esponenziale di realtà come Calzedonia sotto la guida di Sandro Veronesi. Oggi la ricchezza in Veneto si trova distribuita tra solidi capitali storici e patrimoni di nuova formazione, segno della continua vitalità economica della regione e della sua capacità di produrre modelli di business vincenti in svariati settori dell’economia reale.

Distribuzione della ricchezza e dei redditi in Veneto: province e comuni a confronto

Il Veneto presenta un panorama variegato in termini di redditi medi e distribuzione della ricchezza fra province e comuni. Secondo i dati più recenti, la provincia di Padova registra il livello più elevato sia per reddito complessivo medio (27.113 euro annui) sia per pressione fiscale, seguita da Vicenza, Treviso, Verona e Venezia. Le province di Belluno e Rovigo, invece, si distinguono per valori inferiori sia di reddito che di tassazione. Questa distribuzione riflette le differenze nell’intensità produttiva, nella specializzazione settoriale e nei servizi disponibili a livello locale. La realtà regionale si conferma tra le più dinamiche e produttive del Paese, con una media del reddito superiore a quella nazionale. Tuttavia, il divario fra aree più ricche e territori periferici o montani rimane evidente, creando una mappa locale della ricchezza che si presta ad analisi approfondite anche in ottica di cohesione sociale e sviluppo equilibrato.

I comuni più ricchi e quelli meno ricchi del Veneto

Una fotografia aggiornata mostra come Cortina d’Ampezzo occupi il vertice con un reddito medio annuo pro capite di 32.722 euro, seguita da centri con elevata presenza turistica o attività economiche specializzate come Treviso, Monteviale e Padova. Nei primi dieci posti figurano anche Noventa Padovana, San Pietro di Feletto, Costabissara e Portobuffolè. Sul fronte opposto la zona montana e rurale, rappresentata da località come Zoppè di Cadore – fanalino di coda con 13.463 euro – Velo Veronese, Porto Tolle, Villanova Marchesana e altre piccole comunità a reddito medio più basso. La distanza tra i poli più ricchi e quelli meno sviluppati supera spesso i 19 mila euro annui, sottolineando la centralità delle attività economiche trainanti nel determinare il livello di benessere dei residenti.

Redditi medi, pressione fiscale e differenze territoriali

I dati regionali indicano che il peso dell’Irpef risulta più elevato proprio dove il reddito medio è maggiore, a riprova di un sistema fiscale progressivo. Padova detiene sia il primato nei redditi sia nel prelievo medio (6.098 euro Irpef), seguita da Treviso, Vicenza, Verona e Venezia. Le province di Belluno e Rovigo registrano invece valori fiscali più contenuti. L’analisi evidenzia una crescente associazione tra benessere economico e migliore qualità dei servizi pubblici offerti, poiché le entrate fiscali più ingenti permettono una più vasta disponibilità di infrastrutture, istruzione e tempo libero. L’eterogeneità territoriale della ricchezza si riflette così anche nei livelli di pressione fiscale, che rappresentano un ulteriore elemento chiave per comprendere le differenze all’interno della regione.

Imprese, settori economici e motori della ricchezza in Veneto

L’economia veneta si fonda su un mix di settori produttivi, export vivace e attrattività turistica. Il tessuto imprenditoriale locale è tra i più densi d’Italia, con una prevalenza di PMI e una rete capillare di aziende che operano principalmente nel manifatturiero (metalli, moda, arredamento, macchinari), nei servizi (terziario avanzato, commercio, turismo), e nell’agrifood. Il valore aggiunto totale proviene per il 64% dai servizi, mentre il manifatturiero resta una delle dorsali dell’economia regionale. L’export copre quasi il 42% del PIL, con la meccanica (19,8%), la moda (13,7%) e l’agroalimentare (12,5%) come comparti trainanti. Nonostante le recenti difficoltà globali nei mercati industriali, la regione mantiene positivi segnali di crescita grazie al terziario e alle performance del settore vitivinicolo e dell’oreficeria. A questa vitalità si affianca una forte capacità di attrazione turistica: nel 2024 sono stati registrati quasi 22 milioni di visitatori. Le imprese venete mostrano una resilienza superiore alla media nazionale, anche grazie all’attitudine al cambiamento organizzativo e alla propensione all’internazionalizzazione, sostenuta da una manodopera specializzata e tassi di occupazione elevati.

La ricchezza veneta nel contesto nazionale e internazionale: come si posiziona il Veneto

Il Veneto occupa una posizione di rilievo nella classifica nazionale della produzione di ricchezza. È la terza regione italiana per PIL totale, dopo Lombardia e Lazio, e genera il 9,3% del PIL nazionale, grazie a un PIL pro capite che nel 2023 ha raggiunto i 40.639 euro, ben oltre la media del Paese. Anche il tasso di occupazione supera di otto punti percentuali quello italiano. A livello internazionale il Veneto si distingue per vocazione industriale e apertura ai mercati esteri, attestandosi tra le aree più dinamiche d’Europa per esportazioni e competitività delle imprese. Il suo posizionamento è però influenzato da fattori esterni quali la congiuntura globale, le dinamiche dei prezzi energetici e le politiche protezionistiche adottate a livello mondiale, che impongono una costante capacità di rinnovamento. Nel confronto con le principali regioni europee, il Veneto si evidenzia per versatilità produttiva, qualità dei prodotti esportati e attrattività per investimenti, mantenendo comunque un’elevata coesione sociale e livelli di benessere superiori alla media nazionale.



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