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Le migliori Mid e Small Cap 2026 su cui investire nella Borsa Italiana dopo il successo di quest'anno

di Marcello Tansini pubblicato il
Le migliori Mid e Small Cap 2026 come in

Dopo un anno di forte crescita, le Mid e Small Cap della Borsa Italiana si confermano protagoniste. Analisi di trend, previsioni 2026, settori leader, valutazioni e società da tenere d'occhio secondo esperti e gestori.

Il mercato italiano, dopo un 2025 di intensa crescita sostenuta da finanziari e utility, si trova oggi alla vigilia di un possibile cambio di marcia. I riflettori tornano puntati sulle società a media e piccola capitalizzazione, spesso definite "mid e small cap", che rappresentano una porzione dinamica e strategica del parterre azionario domestico. Analisti e operatori, fra cui Andrea Randone di Intermonte, evidenziano una maggiore maturità del contesto economico rispetto alle recenti fasi turbolente, sottolineando la crescente attenzione dedicata agli enabler tecnologici, ai brand consumer e al valore industriale. L'attesa di una rotazione a favore delle mid e small cap, in un clima di stabilità macroeconomica e possibili catalizzatori finanziari, accende nuove prospettive sugli investimenti e richiama l'esperienza di investitori selettivi. La stagione 2026 promette novità rilevanti nel mondo delle **Mid e Small Cap italiane migliori su cui investire nel 2026**, soprattutto dopo l’ottimo posizionamento sui listini nazionali.

Performance delle Mid e Small Cap nel 2025: società vincenti e trend di mercato

Il 2025 si è chiuso con una performance di circa il 30% per il mercato azionario italiano, sostenuta principalmente dai titoli finanziari e utility. Tuttavia, il raffronto fra FTSE Mib (large cap) e i listini dedicati alle aziende mid e small svela una realtà più articolata: l’indice FTSE Italy Mid Cap ha segnato un +3,2% a dicembre, sottoperformando di poco l’indice principale, mentre il FTSE Italy Small Caps ha sovraperformato dello 0,2% nel medesimo intervallo.

La classifica dei titoli mid e small cap più performanti del 2025 mostra punte eccezionali:

  • Avio: +152%
  • Tesmec: +130%
  • doValue: +94%
  • Tinexta: +87%
  • Cementir: +78%
  • Reway Group: +63%
  • Antares Vision: +61%
  • Cy4gate: +58%
  • Technogym: +56%
  • Seco: +55%
Accanto a questi, però, non sono mancati titoli meno brillanti, come The Italian Sea Group (-44%) o Geox (-40%). Questa eterogeneità rivela, secondo Randone di Intermonte, la necessità di un approccio selettivo e specialistico nella scelta dei titoli, favorita dalla conoscenza profonda delle singole realtà aziendali e dei trend di settore.

Le ragioni di queste performance vanno ricercate, secondo le principali case di gestione (tra cui Allianz Global Investors, Algebris Investments e Lemanik), nella dinamica degli utili, nella ritrovata liquidità e nella resilienza dei comparti export-oriented. I financial driver del 2025 sono stati notevolmente influenzati dai dazi USA e dai cambiamenti valutari, elementi che hanno penalizzato talune società e spinto altre verso rivalutazioni inaspettate.

Nel complesso, le small cap italiane hanno registrato una rivalutazione del 43,7% dall’inizio dell’anno, con casi come Cy4gate (+255%) e Notorious Pictures (+145%) a testimoniare il potenziale di questa asset class quando intercetta tematiche di crescita trasversali.

Previsioni 2026: analisi di gestori ed esperti tra rotazione e stabilità macroeconomica

L’orizzonte del 2026 si apre, secondo il giudizio di Andrea Randone (Intermonte) e dei gestori di Allianz e Lemanik, in un clima economico complessivamente più stabile rispetto all’anno precedente: le turbolenze apportate dai dazi statunitensi e dalle fluttuazioni valutarie nel 2025 dovrebbero progressivamente ridursi, lasciando spazio a politiche espansive in Germania e a un percorso positivo di riduzione del rischio Paese per l’Italia.

La visione condivisa dagli analisti prevede una rotazione degli investimenti in favore delle società a media e piccola capitalizzazione, valorizzate da:

  • attese di tagli dei tassi d’interesse
  • aumento della liquidità disponibile per il segmento
  • contesto di inflazione progressivamente sotto controllo
Stefano Ghiro (Allianz) evidenzia un potenziale di rivalutazione per l’intero mercato italiano, considerando il multiplo P/E atteso sensibilmente più basso delle borse europee. La parola chiave per i prossimi trimestri resta la selettività: settori industriali, tecnologici e consumer – dopo un 2025 meno brillante – potrebbero tornare in auge, secondo Fabio Caldato (AcomeA SGR), grazie a segnali di ripresa nei comparti ciclici e nell’agroindustria. Ghiro cita inoltre l’interesse strategico per aziende coinvolte nell’elettrificazione e nell’intelligenza artificiale, mentre Scauri di Lemanik segnala opportunità legate al re-rating delle società domestiche, meno esposte ai dazi esteri.

L’opinione prevalente tra i gestori, rafforzata dai dati Intermonte e Morningstar, è che le asset class domestiche beneficeranno di stabilità politica e spread in calo, con una rinnovata attenzione agli utili. Questo scenario, se confermato, potrebbe segnare l'inizio di una nuova stagione di valorizzazione per il segmento mid e small cap e per le Mid e Small Cap italiane migliori su cui investire nel 2026.

I settori protagonisti: tecnologie, industriali, consumer e media secondo Intermonte e i principali gestori

La selezione settoriale si rivela centrale per cogliere le opportunità tra le mid e small cap, come sottolineato dagli specialisti di Intermonte e dalle più accreditate SGR. Tra i trend di rilievo per il 2026, emerge la riscoperta degli IT enabler: queste aziende, spesso meno considerate durante la turbolenza del 2025, supportano la digital transformation italiana e sono presenti in tutta la value chain dell’innovazione tecnologica.

Si evidenziano inoltre:

  • comparti industriali, soprattutto quelli export-oriented, che negli ultimi trimestri hanno dimostrato una crescita resiliente e una capacità di superare i minimi del ciclo economico;
  • segmento consumer, dove la qualità dei prodotti italiani e la forza dei marchi continuano ad affermarsi a livello internazionale;
  • industria media, tornata interessante grazie a multipli di valutazione particolarmente bassi, come sottolinea Randone;
  • settore delle infrastrutture e delle energie collegate alla transizione, in linea con le indicazioni di Caldato;
  • telecomunicazioni, che potrebbero beneficiare di consolidamenti e strategie evolutive.
Un’attenzione speciale viene data dai gestori ai titoli che mostrano sensibilità ai tagli dei tassi, che storicamente favoriscono le società più piccole in termini di accesso al capitale.

Interessante anche la visione degli operatori su segments quali l’automotive e il lusso, entrambi valutati con prudenza ma oggetto di re-rating potenziale grazie a miglioramenti della gestione del ciclo e interventi di razionalizzazione.

La tabella seguente riassume alcuni settori chiave e tematiche evidenziate dagli analisti:

Settore Motivazione/Trend
Tecnologie / IT Digitalizzazione, value chain dell’innovazione
Industriali Ripresa ciclo ciclico, export resiliente
Consumer Brand recognition, qualità del prodotto
Media Multipli attraenti
Infrastrutture Implementazione PNRR, efficientamento energetico

Il ventaglio di opportunità dipende, secondo Intermonte, dalla capacità di affrontare mercati in evoluzione selezionando le storie con più valore aggiunto.

Valutazioni, EPS e multipli: come cambiano i parametri di mercato dopo il 2025

Dopo la forte crescita recente, le valutazioni sulle mid e small cap si sono posizionate su livelli superiori rispetto alle large cap. Randone di Intermonte segnala come la rivalutazione delle small cap abbia superato il 43% nel corso del 2025, con le mid cap a +29,6% e il listino principale (FTSE Mib) a +34,8%.

Sul fronte degli EPS (utili per azione), le revisioni operate dagli analisti nel 2025 sono state di lieve entità: -0,2/+0,2% sulle large e -0,7% sulle mid-small cap, mentre le stime per il 2026 sono rimaste sostanzialmente invariate. Un segnale di robustezza, nonostante le incertezze macroeconomiche dei mesi precedenti.

Il multiplo P/E medio per il comparto si colloca con un premio del 26% rispetto alle large cap, valore superiore sia al premio medio storico (21%) sia a quello registrato nel mese precedente (23%). Gli esperti ritengono che questo premio sia giustificato dalla qualità delle aziende e dal potenziale di crescita offerto dal segmento.

La seguente tabella sintetizza alcune variazioni principali per il 2025 rispetto alle stime e alle rivalutazioni:

Indice Rivalutazione % Variazione EPS 2025 (%)
FTSE Mib +34,8 -0,2 / +0,2
Mid Cap +29,6 -0,7
Small Cap +43,7 Invariata

Nel complesso, la fase attuale premia le mid e small cap che presentano solidità nei fondamentali ed esposizione a driver di crescita internazionale.

Catalyst e liquidità: ruolo del Fondo Strategico Nazionale, delle IPO e dei trend finanziari

La liquidità resta un tema rilevante per il segmento mid e small cap italiano. Dal gennaio 2025, si è osservato:

  • incremento della liquidità per le mid cap (+21,4% a/a)
  • calo per le small cap (-39,2%), parzialmente dovuto a riposizionamenti e ribilanciamenti degli indici
Le azioni più liquide risultano Avio, Pirelli, Webuild, Reply, Maire, Erg, Banca Ifis, De’ Longhi, Brembo e Tinexta. Secondo Intermonte, un elemento di rilievo per il 2026 sarà l’avvio operativo del Fondo Strategico Nazionale indiretto, i cui primi fondi hanno ottenuto l’approvazione di Banca d’Italia e Consob, e si prefigura una dotazione complessiva tra 700 milioni e 1 miliardo di euro. Questo, assieme all’eventuale ripresa delle IPO, rappresenta un catalyst strategico nella valorizzazione e crescita del comparto.

Anche le dinamiche di M&A e il ritorno di fiducia degli investitori istituzionali nazionali favoriscono l’allargamento della base azionaria e delle possibilità di finanziamento diretto, in un quadro favorito dall’aspettativa di un contesto tassi più favorevole.

Per la selezione di società di qualità, la liquidità rimane il discrimine tra potenziale rivalutazione e rischio di volatilità crescente.

Le azioni più promettenti: focus su Avio, Tesmec, doValue e altri casi di successo

Fra i titoli a media e piccola capitalizzazione emergono alcune best practice di performance nel corso del 2025. Avio ha guidato la classifica con un +152%, mostrando capacità di trarre vantaggio dalle nuove applicazioni aerospaziali e dall’innovazione in campo spaziale. Tesmec (+130%) ha beneficiato degli investimenti infrastrutturali e nella digitalizzazione della rete energetica.

doValue, con un apprezzamento del 94%, ha incarnato una storia di successo nella gestione dei crediti e nell’efficientamento dei processi operativi. Tinexta, Cementir, Reway Group, Antares Vision, Cy4gate, Technogym e Seco hanno completato la schiera delle aziende che meglio hanno sfruttato i trend settoriali e le occasioni offerte da mercati internazionali in espansione.

  • Cy4gate: +255% (infrastruttura e cybersecurity)
  • Notorious Pictures: +145% (media)
  • Aquafil: +63% (chimica sostenibile)
  • Revo Insurance e Esprinet: +58%
  • Technogym: +53% (wellness e fitness tech)
La forza di queste realtà risiede nella spiccata capacità di adattamento, nella propensione a cogliere soluzioni tecnologiche avanzate e nella proiezione internazionale delle strategie aziendali. La selettività resta il criterio guida degli investitori istituzionali e indipendenti.

Strategie di investimento e raccomandazioni degli esperti sulle Mid e Small Cap italiane nel 2026

Le indicazioni degli operatori di mercato e dei principali gestori convergono su un messaggio di attenta fiducia per il 2026. L’universo delle aziende a media e piccola capitalizzazione è visto come un’area di opportunità, a patto di mantenere:

  • un approccio selettivo e informato
  • attenzione alla liquidità dei titoli
  • valutazione delle singole storie di crescita rispetto ai competitor internazionali
  • prudenza nelle fasi di rotazione settoriale
Esperti come Andrea Randone e gestori di Allianz, Lemanik e AcomeA segnalano l’importanza di cogliere il potenziale offerto da comparti industriali, IT, consumer e media, e di monitorare costantemente i parametri di mercato e i catalyst finanziari. La prospettiva di stabilità e la presenza di strumenti come il Fondo Strategico Nazionale permettono di guardare con interesse e consapevolezza all’evoluzione delle Mid e Small Cap italiane migliori su cui investire nel 2026.


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