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Collocamento a riposo d'ufficio dipendenti pubblici 2025, quando scatta la pensione di ufficio? Etŕ, domanda, importi

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
collocamento riposo ufficio

Quali sono le regole e i requisiti per il collocamento a riposo d’ufficio degli statali e dipendenti PA nel 2025

Dal 2025 il collocamento a riposo d'ufficio per i dipendenti pubblici è stato oggetto di importanti modifiche, in virtù delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio. Con l’abolizione dell’obbligo automatico di pensionamento a 65 anni e l’innalzamento del limite ordinamentale a 67 anni, il panorama previdenziale per chi lavora nella Pubblica Amministrazione (PA) cambia profondamente. Vediamo, dunque, cosa prevede la normativa aggiornata,

Nuovi limiti di età e requisiti anagrafici e contributivi dal 2025

A partire dal 1° gennaio 2025 il limite ordinamentale per il pensionamento d’ufficio nella PA coincide con l’età minima prevista per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni. Questo requisito si applica sia agli uomini sia alle donne, a condizione che siano stati maturati almeno 20 anni di anzianità contributiva effettiva. Per coloro che hanno contributi solo dopo il 1995, è necessario che l’importo della pensione sia almeno pari all’assegno sociale (per il 2025, pari a 538,69 euro mensili).

Non è più previsto il pensionamento d’ufficio a 65 anni per chi matura i requisiti per la pensione anticipata: l’eventuale uscita a questa età può avvenire solo attraverso dimissioni volontarie, non per collocamento automatico.

  • Vecchiaia: 67 anni di età + almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione anticipata ordinaria: 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini, senza requisito anagrafico minimo.
Nota per personale con contribuzione esclusivamente post 1995: è richiesta anche la maturazione di un assegno superiore a 1 volta l’ammontare dell’assegno sociale per andare in pensione di vecchiaia, oppure almeno 3 volte quello sociale per la pensione anticipata.

Fa eccezione il personale appartenente a categorie per le quali la legge ha fissato soglie più alte: per magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, professori universitari il termine massimo per il collocamento a riposo rimane fissato a 70 anni.

Possibilità di trattenimento in servizio fino a 70 anni

Con la Manovra è stata introdotta, anche, una nuova opportunità per restare in servizio fino al compimento del 70° anno di età, esclusivamente su richiesta dell’amministrazione e previo consenso dell’interessato. Questa possibilità riguarda una quota massima del 10% delle facoltà assunzionali, subordinata al possesso di valutazioni di servizio “ottime” o “eccellenti” e alla concreta esigenza organizzativa, attestata nei Piani Integrati di Attività e Organizzazione (PIAO). Sono esclusi dal trattenimento i magistrati, le forze armate, forze dell’ordine, vigili del fuoco e specifiche situazioni già soggette a deroghe particolari.

La richiesta di trattenimento deve essere presentata con congruo preavviso, generalmente almeno sei mesi prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento ordinario.

Nuove regole per il calcolo dell’importo della pensione

Chi viene collocato a riposo d’ufficio nel 2025 riceve una pensione calcolata secondo le regole vigenti, senza penalizzazioni specifiche per il fatto di andare in pensione d’ufficio. Il sistema di calcolo può essere misto oppure interamente contributivo, in base all’anzianità assicurativa maturata.

  • Per le pensioni anticipate: possibile riduzione delle aliquote di rendimento per le anzianità contributive maturate fino al 31/12/1995 con meno di 15 anni e pensionamento volontario tra i 65 e i 67 anni d’età. Per una panoramica aggiornata sulle riduzioni ufficiali degli importi delle pensioni anticipate, si può consultare la circolare INPS specifica.
  • Nel caso di pensionamento di vecchiaia a 67 anni, non si applicano penalizzazioni, né si subiscono tagli sull’importo della quota pensionistica maturata in regime retributivo.
  • Per chi opta per il sistema Quota 103 (62 anni e 41 anni di contributi), l’importo non può superare quattro volte il trattamento minimo INPS e la liquidazione della pensione avviene dopo una finestra di nove mesi.
Nessun taglio si applica alle pensioni liquidate per limiti d’età in via d’ufficio; attenzione invece alle nuove aliquote ridotte in caso di dimissioni volontarie dopo i 65 e prima dei 67 anni, come previsto dalla normativa vigente.

Domanda di pensione: rimane la procedura obbligatoria da fare. Non è automatica

Anche in caso di collocamento a riposo d’ufficio resta obbligatorio presentare la domanda di pensione all’INPS. L’Amministrazione invia tipicamente una comunicazione preavvisando della cessazione sei mesi prima del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti, ma l’inoltro telematico della domanda tramite i servizi online INPS, patronato o procedura assistita, è comunque condition sine qua non per ottenere il pagamento delle prestazioni pensionistiche spettanti.

Attenzione: il collocamento a riposo d’ufficio solleva solo dall’obbligo di presentare le dimissioni dal posto di lavoro per accedere alla pensione, ma, come gà scritto poco sopra, non dalla presentazione della domanda di liquidazione all’ente previdenziale.

Disciplina transitoria 2025–2026: risoluzione anticipata per esigenze organizzative

La normativa per il biennio 2025–2026 ha introdotto una disciplina transitoria che consente alle PA, in presenza di motivate esigenze, di procedere a un numero limitato di risoluzioni anticipate per i dipendenti che abbiano compiuto 65 anni e maturato i requisiti contributivi per la pensione anticipata. Questa facoltà è esercitabile per una quota massima del 15% del personale potenzialmente coinvolto ed è strettamente vincolata alla motivazione legata a necessità organizzative.

Oneri previdenziali e tempistiche: finestre d’uscita e pagamento TFS

L’accesso alla pensione (sia di vecchiaia sia anticipata) prevede la cosiddetta “finestra mobile” post-maturazione dei requisiti:

  • Anticipata: 4 mesi per i requisiti maturati nel 2025;
  • 5 mesi nel 2026;
  • 7 mesi nel 2027;
  • 9 mesi dal 2028.
Solo al termine di queste finestre temporali decorre effettivamente il trattamento pensionistico.

Per chi va in pensione con anticipo rispetto all’età di 67 anni, la liquidazione del TFS (Trattamento di Fine Servizio) viene pagata con tempi differiti rispetto al collocamento ordinario, solitamente dopo 12 mesi dal raggiungimento della soglia anagrafica della pensione di vecchiaia.

Eccezioni, agevolazioni e regimi speciali

La normativa continua a prevedere casistiche particolari che possono agevolare o modificare i requisiti ordinari e che sono applicabili anche ai dipendenti della PA:

  • Anticipo età per le donne con figli: La legge di bilancio prevede una riduzione dell’età pensionabile per le donne che hanno figli (4 mesi con un figlio, 8 mesi con due, fino a massimo 16 mesi).
  • Opzione Donna: confermata la possibilità di pensionamento anticipato con 61 anni di età (ridotti in presenza di figli) e almeno 35 anni di contributi, esclusivamente per caregivers, invalide e lavoratrici di aziende in crisi.
  • Quota 103: permette di andare in pensione con almeno 62 anni e 41 anni di contributi.
  • Ape Sociale: prorogata fino al 2025 con i requisiti di età e contribuzione già noti.
  • Lavoratori “precoci”: pensione anticipata con almeno 41 anni di contributi di cui uno prima dei 19 anni di età.
  • Personale sanitario: infermieri e professionisti sanitari del SSN possono essere trattenuti in servizio anche se raggiungono i 40 anni di contributi.
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