Quali sono le regole e i requisiti per il collocamento a riposo d’ufficio degli statali e dipendenti PA nel 2025
Dal 2025 il collocamento a riposo d'ufficio per i dipendenti pubblici è stato oggetto di importanti modifiche, in virtù delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio. Con l’abolizione dell’obbligo automatico di pensionamento a 65 anni e l’innalzamento del limite ordinamentale a 67 anni, il panorama previdenziale per chi lavora nella Pubblica Amministrazione (PA) cambia profondamente. Vediamo, dunque, cosa prevede la normativa aggiornata,
A partire dal 1° gennaio 2025 il limite ordinamentale per il pensionamento d’ufficio nella PA coincide con l’età minima prevista per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni. Questo requisito si applica sia agli uomini sia alle donne, a condizione che siano stati maturati almeno 20 anni di anzianità contributiva effettiva. Per coloro che hanno contributi solo dopo il 1995, è necessario che l’importo della pensione sia almeno pari all’assegno sociale (per il 2025, pari a 538,69 euro mensili).
Non è più previsto il pensionamento d’ufficio a 65 anni per chi matura i requisiti per la pensione anticipata: l’eventuale uscita a questa età può avvenire solo attraverso dimissioni volontarie, non per collocamento automatico.
Fa eccezione il personale appartenente a categorie per le quali la legge ha fissato soglie più alte: per magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, professori universitari il termine massimo per il collocamento a riposo rimane fissato a 70 anni.
Con la Manovra è stata introdotta, anche, una nuova opportunità per restare in servizio fino al compimento del 70° anno di età, esclusivamente su richiesta dell’amministrazione e previo consenso dell’interessato. Questa possibilità riguarda una quota massima del 10% delle facoltà assunzionali, subordinata al possesso di valutazioni di servizio “ottime” o “eccellenti” e alla concreta esigenza organizzativa, attestata nei Piani Integrati di Attività e Organizzazione (PIAO). Sono esclusi dal trattenimento i magistrati, le forze armate, forze dell’ordine, vigili del fuoco e specifiche situazioni già soggette a deroghe particolari.
La richiesta di trattenimento deve essere presentata con congruo preavviso, generalmente almeno sei mesi prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento ordinario.
Chi viene collocato a riposo d’ufficio nel 2025 riceve una pensione calcolata secondo le regole vigenti, senza penalizzazioni specifiche per il fatto di andare in pensione d’ufficio. Il sistema di calcolo può essere misto oppure interamente contributivo, in base all’anzianità assicurativa maturata.
Anche in caso di collocamento a riposo d’ufficio resta obbligatorio presentare la domanda di pensione all’INPS. L’Amministrazione invia tipicamente una comunicazione preavvisando della cessazione sei mesi prima del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti, ma l’inoltro telematico della domanda tramite i servizi online INPS, patronato o procedura assistita, è comunque condition sine qua non per ottenere il pagamento delle prestazioni pensionistiche spettanti.
Attenzione: il collocamento a riposo d’ufficio solleva solo dall’obbligo di presentare le dimissioni dal posto di lavoro per accedere alla pensione, ma, come gà scritto poco sopra, non dalla presentazione della domanda di liquidazione all’ente previdenziale.
La normativa per il biennio 2025–2026 ha introdotto una disciplina transitoria che consente alle PA, in presenza di motivate esigenze, di procedere a un numero limitato di risoluzioni anticipate per i dipendenti che abbiano compiuto 65 anni e maturato i requisiti contributivi per la pensione anticipata. Questa facoltà è esercitabile per una quota massima del 15% del personale potenzialmente coinvolto ed è strettamente vincolata alla motivazione legata a necessità organizzative.
L’accesso alla pensione (sia di vecchiaia sia anticipata) prevede la cosiddetta “finestra mobile” post-maturazione dei requisiti:
Per chi va in pensione con anticipo rispetto all’età di 67 anni, la liquidazione del TFS (Trattamento di Fine Servizio) viene pagata con tempi differiti rispetto al collocamento ordinario, solitamente dopo 12 mesi dal raggiungimento della soglia anagrafica della pensione di vecchiaia.
La normativa continua a prevedere casistiche particolari che possono agevolare o modificare i requisiti ordinari e che sono applicabili anche ai dipendenti della PA: