L'interesse degli investitori rimane alto grazie alla stabilità del titolo Poste, che ha guadagnato circa il 30% nell'ultimo anno e si trova in una posizione solida nel mercato finanziario.
Il collocamento di una tranche del 14% delle azioni di Poste Italiane, previsto per il 21 ottobre 2024, è stato rinviato a metà novembre. Questo slittamento ha sollevato domande tra gli investitori e gli osservatori del mercato, soprattutto in merito ai motivi che hanno portato a questa decisione e alle sue implicazioni.
In origine, l'offerta pubblica di vendita (OPV) avrebbe dovuto concludersi entro il 25 ottobre, con il prezzo di vendita fissato il giorno successivo, ma ora tutta le procedura è stata posticipata di diverse settimane. Analizziamo meglio:
Un altro fattore che ha contribuito alla decisione è il rischio di overhang ovvero un'eccessiva offerta di azioni sul mercato che potrebbe influire negativamente sul prezzo del titolo. Questo è un rischio comune nelle operazioni di vendita di grandi pacchetti azionari, soprattutto quando una parte consistente viene collocata presso il pubblico retail e i piccoli risparmiatori.
Per mitigare questo rischio, il Tesoro ha previsto incentivi sotto forma di bonus shares o sconti riservati ai dipendenti di Poste Italiane, simili a quelli utilizzati durante l'IPO del 2015. L'operazione prevede la vendita di una quota fino al 14% del capitale di Poste Italiane, mantenendo comunque una partecipazione di maggioranza (50% più un'azione) in mano allo Stato. Il Ministero dell’Economia detiene il 29,2% di Poste Italiane, mentre un altro 35% è controllato indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti.
La ripartizione dell'OPV vedrà il 35% delle azioni riservate ai piccoli risparmiatori e ai dipendenti, con il restante 65% destinato agli investitori istituzionali. Questo aumento della quota destinata al pubblico retail rispetto alla precedente offerta (che nel 2015 era del 30%) mostra la volontà del governo di favorire la partecipazione dei cittadini italiani. Per i dipendenti di Poste potrebbero esserci condizioni di acquisto vantaggiose, come la possibilità di utilizzare il trattamento di fine rapporto per l’acquisto di azioni.
Arrivati a questo punto, l’Offerta pubblica di vendita di una nuova tranche di Poste Italiane potrebbe arrivare dopo la semestrale del 6 novembre. A livello finanziario, il collocamento potrebbe portare nelle casse dello Stato un incasso di circa 2,3 miliardi di euro. Questo piano, che comprende anche la vendita di quote di altre partecipazioni statali come Eni e Monte dei Paschi di Siena, punta a ricavare fino a 20 miliardi di euro entro il 2026.
La decisione di procedere con la vendita di una parte del capitale di Poste Italiane segue il trend positivo del titolo, che ha visto una crescita di circa il 30% negli ultimi dodici mesi, con un prezzo attuale intorno ai 12,70 euro per azione. Questo apprezzamento ha contribuito a rendere il titolo interessante per gli investitori istituzionali e retail.
Gli analisti del mercato guardano con interesse a questa operazione, sottolineando che l'aumento del flottante potrebbe migliorare la liquidità del titolo e favorire una maggiore partecipazione da parte degli investitori. Resta il rischio di un temporaneo calo del prezzo a causa dell'offerta massiccia di nuove azioni. Per cercare di mitigare questo effetto, il Tesoro potrebbe ricorrere a ulteriori incentivi, come l’offerta di azioni gratuite a chi mantiene le azioni per un periodo minimo di 12 mesi.