La nuova direttiva dell'UE punta a ridurre il fenomeno del lavoro autonomo fittizio e a garantire maggiori tutele per i rider in Italia e in tutto il territorio europeo.
I rider, lavoratori che operano per le piattaforme di consegna come Uber Eats, Glovo e Deliveroo, sono diventati una parte fondamentale dell'economia delle piattaforme digitali, la cosiddetta gig economy.
Negli ultimi anni, i loro diritti e condizioni lavorative sono stati oggetto di un dibattito molto acceso a livello europeo e nazionale. I rider sono spesso classificati come lavoratori autonomi, privi di molte delle tutele riconosciute ai dipendenti tradizionali. Con l'approvazione della nuova direttiva europea nel 2024, il panorama normativo relativo ai rider è destinato a cambiare, ampliando i loro diritti e protezioni. Vediamo quindi:
Non esistendo un contratto di lavoro subordinato, i rider non avevano diritto a tutele come l'indennità di malattia o altre forme di protezione sociale. I compensi dei rider sono spesso determinati dagli algoritmi delle piattaforme, con variazioni in base alle ore di punta, alla domanda o a metriche di performance che erano opache e poco comprensibili per i lavoratori.
Molti rider non dispongono di coperture assicurative obbligatorie contro infortuni o malattie professionali.
In Italia, la normativa sui rider ha già visto alcuni interventi importanti. Nel 2020, ad esempio, un tribunale italiano ha stabilito che i rider devono essere considerati lavoratori subordinati con diritto a ferie, malattia e contribuzione previdenziale. L’implementazione di queste misure è stata però frammentaria e variabile a seconda delle piattaforme.
Con l’approvazione della nuova direttiva europea, le condizioni di lavoro dei rider dovranno essere modificate. La direttiva, approvata dal Parlamento europeo nel 2024, ha lo scopo di garantire maggiore equità e protezione ai lavoratori delle piattaforme digitali, correggendo l’abuso della classificazione di lavoro autonomo fittizio. La direttiva introduce criteri chiari per stabilire se un rider debba essere considerato un lavoratore subordinato e quindi avere accesso ai diritti e alle protezioni del lavoro dipendente.
Con la direttiva comunitaria, se un rider soddisfa determinati criteri, come il controllo dell'orario da parte della piattaforma o l'uso obbligato di strumenti e attrezzature fornite dall'azienda, egli sarà considerato lavoratore dipendente. Le piattaforme dovranno garantire diritti come:
Un altro aspetto fondamentale della direttiva è l’obbligo di garantire una supervisione umana nelle decisioni che riguardano i lavoratori. Gli algoritmi, che oggi possono decidere in autonomia chi sospendere o penalizzare, dovranno essere affiancati da un intervento umano, che dovrà garantire la correttezza delle decisioni prese, soprattutto in situazioni che comportano ripercussioni sul rapporto di lavoro.
La direttiva rafforza anche il diritto alla contrattazione collettiva dei rider e dei lavoratori delle piattaforme. In molti Paesi, i rider non avevano accesso alle stesse tutele sindacali di cui godono i lavoratori subordinati. Con la nuova normativa, i rider saranno in grado di organizzarsi e negoziare collettivamente le condizioni di lavoro e i compensi, riducendo la dipendenza dalle decisioni unilaterali delle piattaforme.