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Collocamento azioni Poste Italiane, un altro investimento interessante dopo i Btp Più sta per arrivare

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Il collocamento delle azioni

L'attesa per il collocamento della seconda tranche di azioni Poste Italiane è destinata a crescere nei prossimi mesi.

Il collocamento di una nuova tranche di azioni di Poste Italiane è all'orizzonte ed è una delle occasioni più interessanti per gli investitori italiani. Dopo il successo dell'emissione dei Btp Più, che ha attirato l'attenzione di molti risparmiatori alla ricerca di rendimenti sicuri, il mercato guarda ora con grande interesse alla possibile cessione di una quota del capitale di Poste da parte del Ministero dell'Economia. L'operazione era stata inizialmente prevista per il 2024, ma è stata posticipata al 2025 per garantire migliori condizioni di mercato e massimizzare il valore della partecipazione pubblica. Ecco i dettagli:

  • Un rinvio strategico per massimizzare il valore delle azioni
  • Il collocamento delle azioni, cosa aspettarsi nel 2025

Un rinvio strategico per massimizzare il valore delle azioni

Il Tesoro detiene il 64,26% di Poste Italiane, di cui il 29,26% direttamente e il restante attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. L'intenzione del governo è di cedere un altro 14% delle quote, mantenendo il controllo pubblico sulla società. La decisione di rinviare il collocamento, inizialmente previsto per l'ultimo trimestre del 2024, si è rivelata strategica: il titolo in Borsa ha continuato a crescere, passando dai 13,3 euro di ottobre 2024 ai 14,7 euro attuali, con un incremento del 10,3%. I valore della quota che il Tesoro intende collocare è passato da 2,44 miliardi a 2,68 miliardi di euro, generando un potenziale incasso più elevato per lo Stato.

La crescita del titolo è stata sostenuta dalle performance finanziarie dell'azienda, che nei primi nove mesi del 2024 ha registrato un utile netto record di 1,6 miliardi di euro e un risultato operativo di 2,3 miliardi. Gli investitori hanno apprezzato l'annuncio di una nuova politica sui dividendi, che punta a distribuire almeno 1 euro per azione entro il 2026, con un payout ratio di almeno il 65% e l'obiettivo di 6,5 miliardi di dividendi cumulati nel periodo 2024-2028.

Poste Italiane nè una realtà nel settore finanziario e assicurativo, con una rilevanza nei pagamenti digitali. Il gruppo ha concluso importanti operazioni strategiche, tra cui l'acquisizione della quota del 9,8% di Tim detenuta da Cdp e la cessione a quest'ultima del 3,8% di Nexi in possesso di Poste.

Un altro elemento di interesse per gli investitori riguarda la posizione finanziaria solida dell'azienda, che le permette di sostenere una strategia di crescita e di distribuzione dei dividendi senza intaccare la stabilità del bilancio. Il consiglio di amministrazione ha già deliberato il pagamento di un acconto sul dividendo di 33 centesimi per azione, per un totale di 427 milioni di euro, segnando un aumento del 39% rispetto al 2023.

Il collocamento delle azioni, cosa aspettarsi nel 2025

L'attesa per il collocamento della seconda tranche di azioni Poste Italiane è destinata a crescere nei prossimi mesi. Il governo, forte dei recenti rialzi del titolo, potrebbe decidere di riavviare l'operazione subito dopo la presentazione del bilancio 2024, prevista per il 21 febbraio 2025. In quell'occasione, gli investitori riceveranno le ultime indicazioni sulle performance finanziarie dell'azienda e sulle previsioni per l'anno in corso, fattori che potrebbero influenzare il timing definitivo del collocamento.

A ottobre 2024, quando l'operazione sembrava imminente, alcune importanti fondazioni bancarie (come Cariplo, Cariverona, Cariparo e Fondazione Roma) avevano già manifestato interesse a partecipare all'acquisto delle azioni, arrivando a deliberare gli importi nei rispettivi consigli di amministrazione.

L'esperienza dei Btp Più dimostra che gli italiani sono sempre più inclini a destinare la propria liquidità a investimenti sicuri e redditizi. L'eventuale offerta pubblica di azioni Poste potrebbe attrarre un'ampia platea di investitori retail, soprattutto se accompagnata da incentivi come sconti sul prezzo di collocamento o bonus fedeltà per chi mantiene le azioni per un determinato periodo di tempo.

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