La violazione della privacy è sempre più frequente nella società digitale. Come ottenere un risarcimento, requisiti necessari e iter da seguire
La violazione della privacy, regolamentata dal GDPR, rappresenta un tema di crescente importanza, non solo per le aziende ma anche per gli individui. Compromissioni dei dati sensibili, come nel caso di un data breach, possono causare danni materiali e immateriali significativi, richiedendo azioni precise per ottenere giustizia.
La violazione della privacy avviene quando i dati personali di un individuo vengono trattati in modo non conforme al GDPR o ad altre normative sulla protezione dei dati. Questo può includere accessi non autorizzati, divulgazione illecita, perdita o manipolazione di informazioni personali. Tali situazioni compromettono diritti fondamentali come la riservatezza e la protezione della sfera privata.
I casi più comuni includono:
Il diritto al risarcimento per la violazione della privacy scatta quando viene dimostrato un danno effettivo derivante da un trattamento illecito dei dati personali. Secondo l’articolo 82 del GDPR, questo diritto riguarda sia i danni di tipo materiale, come perdite economiche, che quelli immateriali, per esempio la lesione della reputazione o del benessere psicologico.
Per ottenere il risarcimento, occorre provare tre elementi:
Il calcolo del risarcimento per violazione della privacy si basa su criteri che tengono conto della natura del danno e delle circostanze che lo hanno causato. I giudici applicano principi di effettività ed equivalenza, valutando il risarcimento come compensazione piena del danno subito, senza natura punitiva.
I principali fattori determinanti includono:
Il risarcimento per data breach riguarda quei casi in cui una violazione di sicurezza comporta divulgazioni non autorizzate, perdite o modifiche di dati personali. Esempi tipici includono attacchi informatici a database aziendali, perdita di dispositivi contenenti dati sensibili o errori umani che portano a una diffusione non consentita. Per avanzare una richiesta, è necessario dimostrare non solo l’esistenza del breach ma anche un danno effettivo.
Le regole principali stabiliscono che:
Per ottenere un risarcimento per violazione della privacy, occorre seguire procedura strutturata, dimostrando il danno subito e il collegamento diretto con l’illecito commesso. Il primo passo consiste nella raccolta di tutte le prove necessarie, come documenti, e-mail, screenshot o testimonianze, che possano attestare la violazione e le sue conseguenze.
Successivamente, è possibile presentare un reclamo al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Questo atto serve per denunciare la violazione e ottenere istruzioni su come procedere. In alcuni casi, il Garante può imporre misure correttive o sanzioni al responsabile del trattamento.
Se il reclamo non è sufficiente o si desidera richiedere un risarcimento economico, è necessario avviare un’azione legale. La richiesta deve essere presentata dinanzi al tribunale civile competente, il quale valuterà le prove e le circostanze del caso. È consigliabile ricorrere a un avvocato esperto in diritto digitale per redigere un’istanza adeguata e sostenere il caso in giudizio.
La parte lesa deve dimostrare il danno materiale o immateriale subito, come previsto dall’articolo 82 del GDPR, e il nesso di causalità tra la violazione e il danno stesso. In alcuni casi, è possibile ricorrere alla mediazione o tentare una risoluzione stragiudiziale per accorciare i tempi. È fortemente consigliato farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto della privacy per aumentare le probabilità di successo.