Quanto dura la nomina di un amministratore di condominio, la procedura e quali sono i casi in cui vale il tacito rinnovo
Quanto dura in carica un amministratore di condominio? La gestione, anche fiscale e contabile, di un condominio è quasi sempre affidata ad un amministratore di condominio che viene nominato dall’assemblea condominiale, che ha anche il compito di decidere il compenso da riconoscere ed eventuale conferma o revoca del mandato a fine contratto.
In particolare, il Codice Civile stabilisce che l'incarico di amministratore ha la durata di un anno e può essere rinnovato per uguale durata.
Se durante il primo anno di mandato, l’assemblea non procede con la revoca, l’incarico si rinnova automaticamente per un altro anno e l'amministratore può continuare a svolgere le sue funzioni per un secondo anno sia per l’amministrazione ordinaria che per quella straordinaria.
Alla fine del secondo anno, l’incarico dell’amministratore non si rinnova automaticamente e, per farlo o per la nomina di un nuovo amministratore, è necessario una delibera assembleare.
Stando alla legge in vigore, i condomini, allo scadere di un biennio dalla nomina, devono obbligatoriamente valutare se la sua gestione è stata corretta ed eventualmente adottare una delibera con cui decidono se confermare l’incarico al soggetto già nominato, o, in alternativa, scegliere un nuovo amministratore.
Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, il rinnovo della nomina dell’amministratore di condominio in carico può essere tacito solo alla scadenza del primo anno.
Ciò significa che in assenza di apposita delibera che ne rinnovi il mandato, dopo due anni l’incarico cessa automaticamente.