Con l'introduzione di un nuovo modello tariffario per i pedaggi autostradali, si punta a garantire una maggiore concorrenza.
Dal 2025, i pedaggi autostradali in Italia subiranno modifiche in seguito all’approvazione del Ddl Concorrenza, che mira a riformare le concessioni autostradali e a introdurre un nuovo sistema tariffario più trasparente e accessibile. La nuova legge deve essere approvata entro il 31 dicembre per non perdere gli stanziamento del PNRR.
Questo cambiamento è pensato per promuovere la concorrenza nel settore autostradale, garantire un maggiore controllo dei costi per gli utenti e incentivare nuovi investimenti nelle infrastrutture, senza gravare ulteriormente sui pedaggi pagati dai cittadini. Di seguito, esaminiamo in dettaglio le principali novità introdotte dalla riforma, compresi i nuovi criteri tariffari, la gestione delle concessioni e le prospettive per i prossimi anni:
Uno dei pilastri della riforma è l’introduzione di un modello tariffario che permette una suddivisione chiara dei costi, evitando aumenti ingiustificati delle tariffe e garantendo una maggiore equità per gli automobilisti.
Il nuovo sistema di concessioni e tariffe è stato strutturato per stimolare gli investimenti in manutenzione, ammodernamento e sicurezza stradale, senza trasferire interamente questi costi sugli utenti. La riforma prevede un maggior monitoraggio da parte delle autorità pubbliche, per garantire che i concessionari rispettino gli standard di qualità e sicurezza.
Il nuovo modello tariffario introdotto dalla riforma prevede una suddivisione dei costi del pedaggio in tre componenti. Innanzitutto c'è la componente di gestione che copre i costi operativi quotidiani, come il personale, le operazioni di manutenzione ordinaria e la gestione dei servizi essenziali per il funzionamento dell’autostrada.
La componente di costruzione comprende i costi relativi alle infrastrutture, come la realizzazione di nuove tratte, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle strutture esistenti. Questa componente è destinata a finanziare investimenti a lungo termine per migliorare l’efficienza e la sicurezza della rete autostradale.
Infine, la componente per oneri integrativi (o extragettito) viene destinata allo Stato e servirà per finanziare ulteriori investimenti pubblici, come progetti di sicurezza e manutenzione stradale a livello locale. L’obiettivo dichiarato è di non trasferire questo costo aggiuntivo sugli utenti finali, ma piuttosto di utilizzare i proventi per sostenere il miglioramento della viabilità.
Il nuovo sistema di tariffe e concessioni dovrebbe portare benefici diretti e indiretti agli automobilisti. Grazie alla suddivisione dei costi in diverse componenti e alla trasparenza sulle spese di gestione e investimento, il governo punta a evitare aumenti eccessivi e non giustificati dei pedaggi.
I fondi destinati a progetti di manutenzione e ammodernamento dovrebbero migliorare la qualità complessiva delle autostrade italiane, riducendo i rischi per chi viaggia. Gli introiti derivanti dalla componente per oneri integrativi (extragettito) saranno utilizzati dallo Stato per investire nella viabilità locale e nella sicurezza stradale, portando benefici tangibili anche al di fuori della rete autostradale.
Per gli utenti, la riforma significa una maggiore chiarezza sui costi e, si spera, una migliore qualità delle infrastrutture.