In arrivo dall’Agenzia delle Entrate migliaia di lettere di compliance: cosa riportano, a chi sono destinate e cosa fare
Come fare a capire quale reddito si è omesso e cosa fare se si riceve la lettera dall'Agenzie delle Entrate? L’Agenzia delle Entrate sta inviando migliaia di lettere ai contribuenti sottolineando di aver omesso dei redditi dalle dichiarazioni.
Vediamo nel dettaglio quali sono i redditi omessi sottolineati dalle Entrate e come rispondere all’eventuale lettera ricevuta.
Le anomalie riguardano soprattutto i redditi da lavoro assimilati, i redditi da lavoro autonomo e quelli derivanti da contratti di locazione non dichiarati.
Per capire quale reddito sia stato omesso dalla dichiarazione, bisogna accedere al proprio cassetto fiscale sul sito delle Entrate ed entrare nella sezione specifica ‘L'agenzia scrive’.
Ogni contribuente ha la possibilità di visualizzare il prospetto della comunicazione con i dettagli sui dati posseduti dall'amministrazione finanziaria per conoscere precisamente le eventuali omissioni.
La lettera delle Entrate permette ai contribuenti di regolarizzarsi, beneficiando di una sanzione ridotta.
Precisiamo che le lettere inviate tra febbraio e marzo 2024 (e qualcuna anche fino ai primi di aprile) non sono un accertamento, ma un invito a verificare la propria posizione fiscale e regolarizzarla pagando le dovute imposte.
Se dalla lettera di comunicazione che si riceve dall’Agenzia delle Entrate risulta una effettiva omissione di dichiarazione di reddito, è possibile ricorrere al ravvedimento operoso per mettersi in regola.
Il soggetto interessato deve presentare una dichiarazione integrativa e pagare le imposte aggiuntive, gli interessi e la sanzione per la dichiarazione infedele.
La sanzione da pagare ammonta al 15% rispetto all’imposta maggiore determinata dall’infedele dichiarazione.
La percentuale raddoppia (arrivando al 30%) nei casi di parziale dichiarazione relativa ai canoni di locazione soggetti a cedolare secca.
Si arriva al 40% nel caso di omissione totale dei redditi derivanti da canoni di affitto.
Se, invece, si ritiene che i dati riportati nella dichiarazione dei redditi siano corretti, è possibile cancellare l’anomalia inviando gli appositi documenti alle stesse Entrate.