Il passaggio ai codici QR non solo modernizzerà le etichette alimentari, ma rafforzerà anche la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti.
Il panorama delle etichette dei prodotti alimentari è destinato a cambiare. GS1, l'organizzazione globale responsabile dei codici a barre, ha annunciato l'abbandono del tradizionale codice a barre con bande verticali, utilizzato sin dal 1948, a favore dei più moderni codici QR (Quick Response).
Il passaggio ai codici QR, caratterizzati da un pattern di aree quadrate nere e bianche, rappresenta un salto tecnologico. Questi nuovi codici sono in grado di contenere una quantità di informazioni immensamente superiore rispetto ai codici a barre tradizionali. Mentre i codici a barre classici possono memorizzare solo una piccola serie di numeri, i codici QR possono includere dettagli approfonditi come la provenienza degli ingredienti, informazioni nutrizionali, dati di tracciabilità e molto altro.
Per i consumatori, questo cambiamento significa un accesso più facile e immediato a informazioni dettagliate sui prodotti. Scansionando il codice QR con uno smartphone, si potrà accedere a una serie di dati che prima erano impossibili da inserire su un'etichetta fisica. Questo favorisce una maggiore trasparenza e può aiutare i consumatori a fare scelte più informate riguardo ai prodotti che acquistano. Entriamo nei dettagli:
La migrazione ai codici QR richiederà adeguamenti tecnologici e operativi. Le grandi catene di distribuzione, che gestiscono centinaia di migliaia di referenze, dovranno affrontare la complessità del cambio di sistema. Gli addetti alla codifica dei prodotti saranno chiamati a riorganizzare completamente le loro procedure per allinearsi ai nuovi standard.
Ma c'è di più oltre al semplice cambio di codice. GS1 ha annunciato una nuova funzione per aiutare le aziende a conformarsi al Regolamento UE 2023/1115, che entrerà in vigore alla fine del 2024. Questo regolamento mira a combattere il cambiamento climatico e a promuovere la sostenibilità ambientale, imponendo alle aziende di commercializzare nell'Unione Europea solo prodotti certificati deforestazione zero.
La domanda rimane: come garantire che i prodotti siano realmente conformi a queste nuove normative? GS1 ha risposto a questa esigenza con Verified by GS1, una soluzione globale che permette a retailer e marketplace di verificare le informazioni sui prodotti. Utilizzando la GS1 Registry Platform, si possono controllare sette informazioni fondamentali: identificativo di prodotto (GTIN), marca, descrizione, url dell'immagine, classificazione standard Global Product Classification, contenuto netto e unità di misura, e paese di commercializzazione.
Il mondo delle etichette alimentari sta vivendo una trasformazione epocale con l'introduzione dei codici QR al posto dei tradizionali codici a barre. Questo passaggio, previsto per il 2027, promette di fornire una quantità maggiore di informazioni ai consumatori. Tuttavia, c'è un'importante lacuna: l'assenza dell'indicazione sull'origine dell'ingrediente primario, come il grano per la pasta.
L'origine dei prodotti alimentari è una delle informazioni più ricercate dai consumatori. La Coldiretti, con il suo presidente Ettore Prandini, ha chiesto alla nuova Commissione europea di garantire maggiore trasparenza. "La trasparenza dei cibi deve iniziare dalla loro origini", ha affermato Prandini, ribadendo una posizione che l'organizzazione sostiene da decenni.
Nonostante l'avanzamento tecnologico rappresentato dai codici QR, che possono contenere un'infinità di dati rispetto ai codici a barre, il problema della trasparenza sull'origine delle materie prime persiste. Questo equivoco non è nuovo, ma la transizione ai codici QR lo rinnova e lo amplifica. La possibilità di determinare il paese di provenienza degli ingredienti resta un tema caldissimo nel dibattito sulla sicurezza e la qualità alimentare.