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Come difendersi legalmente da accertamenti e controlli fiscali nel 2024 (inclusi i nuovi)

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Controlli fiscali, come difendersi

La Corte di Cassazione fornisce le indicazioni su come un contribuente possa difendersi efficacemente dai controlli fiscali condotti dall'Agenzia delle entrate.

Il redditometro, strumento dell'Agenzia delle Entrate, può innescare verifiche fiscali per i contribuenti che hanno effettuato acquisti di beni e servizi ritenuti incongruenti rispetto al reddito dichiarato. Ma è possibile difendersi legalmente da tali controlli dimostrando l'assenza di redditi non dichiarati o superiori a quelli dichiarati.

Il redditometro opera attraverso una logica induttiva basata sull'accertamento sintetico, mirando a individuare le posizioni contributive con maggiore probabilità di evasione. Il contribuente ha la possibilità di far valere i propri diritti in questo contesto.

  • Controlli fiscali, come difendersi
  • Accertamenti fiscali, cosa c'è da sapere

Controlli fiscali, come difendersi

La Corte di Cassazione, con la sentenza 31844 del 2023, fornisce le indicazioni su come un contribuente possa difendersi efficacemente dai controlli fiscali condotti dall'Agenzia delle entrate.

I giudici evidenziano la possibilità per il contribuente di avvalersi della prova contraria, dimostrando l'inesattezza dell'operazione contestata. Nonostante il redditometro aggreghi diversi redditi considerando spese, investimenti e risparmi, lo fa in maniera presuntiva, utilizzando tabelle normative per classificare beni e servizi. Essendo questa una presunzione, può essere legalmente superata con la prova contraria.

Il contribuente deve dimostrare, in generale, in modo concreto che il reddito presunto maggiore non esiste, evidenziando che il reddito accertato presuntivamente non è disponibile o lo è in misura inferiore rispetto a quanto presunto. Concretamente, potrebbe dimostrare che il pagamento per un'auto di lusso è stato effettuato da parenti o che il reddito utilizzato per l'acquisto di beni e servizi proviene da una donazione o dall'utilizzo di risparmi accumulati nel tempo.

Un contribuente regolare e non evasore può difendersi dimostrando la provenienza della disponibilità economica per l'acquisto e il mantenimento di beni, come un'auto o una casa. Redditi non noti al fisco potrebbero essere esenti da imposizione fiscale, quali quelli derivanti da risarcimenti danni, prestazioni di invalidità o donazioni da parte di familiari. Potrebbero rientrare in questa categoria i redditi con ritenuta alla fonte, come eredità o vincite al gioco, o quelli derivanti dalla vendita di altri beni, come veicoli o immobili.

Accertamenti fiscali, cosa c'è da sapere

Nel caso di un accertamento fiscale, l'Agenzia delle entrate invia al contribuente un questionario, richiedendo la sua presenza presso gli uffici territorialmente competenti. Durante l'incontro, il contribuente è tenuto a fornire spiegazioni sull'origine delle disponibilità economiche che gli hanno consentito di effettuare acquisti al di là delle sue normali possibilità finanziarie, come ad esempio l'acquisto di un'automobile.

Ed è richiesto di presentare documentazione giustificativa a supporto delle sue dichiarazioni. Nell'interazione con l'Agenzia delle entrate, è fondamentale non solo enunciare affermazioni, ma anche essere in grado di fornirne la dimostrazione concreta.

Se ad esempio il contribuente dichiara di aver acquistato l'auto mediante fondi ricevuti come regalo da parenti, è necessario documentare tale donazione attraverso, ad esempio, l'evidenza di un bonifico bancario ricevuto poco prima dell'acquisto.

In mancanza di una spiegazione soddisfacente da parte del contribuente, ciò che l'Agenzia delle entrate considerava come redditi presunti può essere trasformato in redditi accertati. A questo punto, viene emesso un avviso di accertamento che richiede il pagamento delle imposte sui redditi non dichiarati, includendo le sanzioni previste per l'evasione fiscale.

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