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Come fanno i Benetton ad essere sempre piů ricchi nonostante l'abbigliamento sia in crisi?

di Marcello Tansini pubblicato il
benetton

Nonostante il settore dell'abbigliamento sia in crisi, i Benetton continuano a rafforzare il loro patrimonio grazie a strategie di diversificazione, investimenti e gestione delle controversie che delineano un modello di resilienza e crescita. Pur non mancando ombre e aspetti opachi

L’industria dell’abbigliamento ha affrontato cambiamenti radicali e momenti di crisi profonda negli ultimi decenni, tra globalizzazione, concorrenza internazionale e nuovi paradigmi del consumo coinvolgendo anche le aziende del settore appartenenti ai Benetton.

Nonostante ciò, la nota famiglia veneta continua a figurare tra gli esponenti della ricchezza in Italia, rimanendo un punto di riferimento emblematico del tessuto economico. 

Analizzare il caso dei Benetton significa comprendere dinamiche imprenditoriali complesse, metodi di gestione avanzati e una coraggiosa strategia di diversificazione.

L'evoluzione del gruppo Benetton: dalla moda al diversificato impero finanziario

L’origine del gruppo Benetton affonda le radici negli anni ‘60 a Ponzano Veneto, quando i fratelli Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo decisero di fondare una piccola realtà tessile che seppe sfruttare appieno la vitalità produttiva del cosiddetto "modello veneto". Il successo iniziale derivava dalla produzione innovativa di maglieria colorata, abbracciando una logica di industrializzazione che seppe interpretare i gusti del secondo dopoguerra.

Negli anni successivi, la crescita è stata esponenziale. Il marchio Benetton si è imposto nel panorama internazionale tra il 1970 e il 1990, con una rete distributiva capillare e una comunicazione rivoluzionaria. Il tutto, senza mai dimenticare le radici familiari che garantivano al management un indirizzo chiaro e diretto, ma anche una certa rigidità su innovazione e ricambio generazionale.

L’intelligenza imprenditoriale della famiglia Benetton si è manifestata nell’acquisire, già a partire dagli anni ‘80, un ricco portafoglio di partecipazioni in settori distanti da quello tessile, dalla ristorazione (Autogrill) alle infrastrutture (Atlantia, ex Autostrade per l’Italia), fino ai servizi finanziari e immobiliari.

Questa scelta ha consentito all’intero gruppo di emanciparsi dal rischio ciclico della moda, canalizzando risorse e competenze verso settori capaci di garantire stabilità e crescita ricorrente.

 La loro parabola racconta come una realtà manifatturiera locale possa evolvere in uno dei principali conglomerati privati italiani, mantenendo forza e solidità anche di fronte a crisi settoriali.

Benetton e la crisi del settore abbigliamento: strategie e resilienza

Il settore dell’abbigliamento ha attraversato anni di profondo ripensamento, dovuti a una congiuntura di fattori: saturazione dei mercati, cambiamento delle abitudini di consumo, crescita del fast fashion e instabilità dei canali distributivi tradizionali. In questo scenario, molti brand storici hanno conosciuto una contrazione, mentre altre realtà hanno saputo attuare una resiliente reazione.

Per mitigare l’effetto della crisi, la strategia adottata è stata quella di ripensare le linee produttive e la catena del valore. I Benetton hanno cercato di adattarsi con la semplificazione della gamma prodotti, la scelta di nuove partnership e il rafforzamento della presenza in mercati emergenti.

Un ulteriore pilastro è stato l’innovazione nel retail. L’approccio omnicanale e l’adattamento ai trend digitali, con investimento sulle piattaforme e-commerce e iniziative per il rilancio dei punti vendita internazionali, hanno consentito di mantenere competitività.

Investimenti, diversificazione e gestione del patrimonio dei Benetton è stata la vera arma vincente

La solidità economica dei Benetton è il frutto di una visione ampia rispetto alla destinazione degli utili e alla tutela dei capitali. Diversificare il patrimonio ha permesso di superare le crisi che hanno travolto settori tradizionali come quello dell’abbigliamento. Lo stesso modello di investimento è stato applicato ad attività in ambiti assai differenti.

All’interno della holding Edizione, la famiglia ha saputo presidiare ambiti strategici:

  • Infrastrutture: attraverso Atlantia, ex controllante di Autostrade per l’Italia, si sono assicurati flussi stabili in settori regolamentati.
  • Ristorazione: la presenza di marchi come Autogrill ha permesso una stabilizzazione dei ricavi durante i cicli negativi della moda.
  • Real estate e servizi finanziari: scelta che ha consentito di bilanciare la volatilità dei settori manifatturieri.
Questa logica di gestione ha implicato una governance accentrata, con la famiglia impegnata personalmente nelle decisioni strategiche. Mantenere un equilibrio tra investimenti produttivi e redditività finanziaria è divenuto elemento cardine per assicurare la crescita del patrimonio.
Settore Quota Edizione (%) Valore stimato (miliardi €)
Autostrade/Infrastrutture Consistente Oltre 8
Ristorazione Maggiore 2-3
Immobiliare Rilevante ND
Moda In calo Attraverso Benetton Group

Le ombre sull'impero non mancano: scandali, controversie e gestione reputazionale

L’imponente crescita della famiglia Benetton non è stata priva di questioni controverse. Alcuni eventi hanno inciso sull’immagine del gruppo e sulla percezione pubblica, alimentando un dibattito su responsabilità sociali e trasparenza:

  • Disastri e scandali: il crollo di infrastrutture strategiche come il ponte Morandi ha avuto ripercussioni sia sul versante giudiziario che su quello reputazionale, aprendo un acceso confronto su concessioni e responsabilità.
  • Produzione estera e condizioni di lavoro: la famiglia è finita più volte sotto i riflettori della stampa internazionale a causa di incidenti mortali nei siti di produzione tessile, come il tragico caso in Bangladesh e le relative tensioni con i diritti dei lavoratori.
  • Controversie di lunga data: la storica disputa con le comunità Mapuche in Argentina rimarca la complessità delle operazioni internazionali e delle scelte di investimento su grandi superfici agricole e immobiliari.
Per far fronte a tali criticità, la famiglia si è dotata di policy di gestione reputazionale che includono:
  • Adozione di standard di compliance sempre più rigidi
  • Partecipazione a dibattiti pubblici su sostenibilità e responsabilità sociale
  • Adattamento di pratiche operative per rispondere alle nuove attese normative