Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Come fare per non perdere la Naspi dopo le modifiche al via quest'anno

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Naspi nel 2025

Con le nuove disposizioni sulla Naspi 2025 è stata introdotta una clausola specifica per coloro che si sono dimessi volontariamente.

Dal primo gennaio 2025, sono scattate le modifiche ai requisiti per l'accesso alla Naspi, l'indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il proprio impiego. Queste modifiche mirano a prevenire abusi e a garantire che l'indennità sia erogata a chi ne ha diritto. Vediamo meglio:

  • Le nuove regole per la Naspi nel 2025, cosa cambia per i lavoratori
  • Come tutelarsi per non perdere la Naspi

Le nuove regole per la Naspi nel 2025, cosa cambia per i lavoratori

La Naspi è uno strumento di sostegno economico, destinato a chi perde involontariamente il lavoro. Le nuove disposizioni introducono requisiti più stringenti e riguardano la condizione di chi lascia un impiego e poi perde il lavoro presso un nuovo datore. In particolare, se un lavoratore si dimette volontariamente o risolve consensualmente il contratto e viene licenziato dal successivo impiego, avrà diritto alla Naspi solo se avrà maturato almeno 13 settimane di contributi nel nuovo rapporto lavorativo. Questo cambiamento è stato introdotto per scoraggiare comportamenti opportunistici e garantire che l’indennità venga concessa a chi ha effettivamente contribuito al sistema.

Una delle novità riguarda i lavoratori che si dimettono volontariamente. In generale, la Naspi non è accessibile a chi interrompe il proprio contratto di lavoro di propria iniziativa. Questo principio si basa sul presupposto che l’indennità debba sostenere solo chi perde il lavoro contro la propria volontà. Ci sono però eccezioni importanti.

Le dimissioni per giusta causa sono tra queste. Se il lavoratore è costretto a lasciare il lavoro per comportamenti gravi del datore, come mancato pagamento dello stipendio o mobbing, mantiene il diritto alla Naspi. Un’altra eccezione rilevante riguarda le dimissioni presentate durante il periodo di maternità protetto, quando la legge tutela la lavoratrice e le consente di accedere all’indennità anche in caso di interruzione volontaria del rapporto.

Un caso particolare è la risoluzione consensuale del contratto, che di norma esclude l’accesso alla Naspi. Se avviene nell’ambito di accordi collettivi per riduzione del personale, come nei licenziamenti collettivi, il diritto all’indennità resta garantito. Questa specificità tutela i lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale.

Come tutelarsi per non perdere la Naspi

Per evitare di perdere l’accesso alla Naspi, i lavoratori devono prestare attenzione alla propria situazione contributiva. Se si cambia lavoro dopo una dimissione bisogna maturare almeno 13 settimane di contributi nel nuovo impiego prima di essere licenziati per poter accedere all’indennità. Questo requisito è stato introdotto per evitare che il sistema venga utilizzato in modo improprio.

Un altro elemento è la Dichiarazione di immediata disponibilità che deve essere presentata tempestivamente al Centro per l'impiego, dichiarando la propria volontà di cercare un nuovo lavoro. Senza questa dichiarazione, la Naspi non può essere erogata. La Did è l’impegno del lavoratore a partecipare attivamente ai percorsi di reinserimento nel mercato del lavoro.

Evitare quindi assenze ingiustificate prolungate dal luogo di lavoro. Le nuove normative considerano un’assenza non giustificata superiore a 15 giorni come dimissioni di fatto, con la conseguente perdita del diritto all’indennità.

Un aspetto delle nuove norme è l’accento posto sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. I lavoratori che percepiscono la Naspi sono tenuti a partecipare a programmi di formazione o riqualificazione organizzati dai Centri per l'impiego. Questo obbligo punta a migliorare le competenze dei beneficiari e facilitare il loro ritorno nel mercato del lavoro.

Il rifiuto ingiustificato di partecipare a tali programmi può comportare la sospensione o la revoca dell’indennità.

Leggi anche