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Come funziona il congedo parentale nel 2025 in base alla normativa rinnovata e aggiornata

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
congedo parentale 2024

Cosa cambia per il congedo parentale il prossimo anno con le novità previste dalla Manovra Finanziaria 2025

Il congedo parentale in Italia rappresenta uno degli strumenti principali di sostegno alla genitorialità e favorisce l'equilibrio tra vita lavorativa e familiare. Nel 2025, grazie alle recenti modifiche normative introdotte dalla Legge di Bilancio, il quadro regolamentare del congedo parentale si presenta profondamente rinnovato sia in termini di entità dell’indennità economica che di flessibilità nella fruizione. 

Le ultime novità normative sul congedo parentale 2025: importi, percentuali e struttura dei diritti

Con la legge 30 dicembre 2024, n. 207 e la Circolare INPS n. 95/2025, sono state introdotte importanti modifiche al sistema dell'indennità economica per il congedo parentale. Dal 2025, entrambi i genitori lavoratori dipendenti possono usufruire, entro il compimento del sesto anno di vita del figlio (o sei anni dall'ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o affidamento), di tre mesi di congedo parentale indennizzato all'80% della retribuzione per ciascun figlio. Questa evoluzione normativa mira a incentivare la condivisione delle responsabilità familiari anche attraverso un sostegno economico rafforzato.

La riforma non modifica il numero massimo dei mesi di congedo parentale fruibili (dieci mesi complessivi elevabili a undici se il padre usufruisce di almeno tre mesi), ma migliora significativamente le condizioni economiche dei primi tre mesi indennizzati. Al termine di questi, i successivi sei mesi restano indennizzati al 30%. Ai genitori soli sono riconosciuti i medesimi diritti in termini di durata e indennità.

Il riconoscimento della nuova indennità maggiorata è riservato espressamente ai lavoratori dipendenti (sia settore pubblico che privato) che hanno concluso il periodo obbligatorio di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2024. Per i lavoratori autonomi e gli iscritti alla Gestione Separata INPS, continuano ad applicarsi distintamente le regole previgenti.

Chi può accedere al congedo parentale e a quali condizioni

Il diritto a richiedere il congedo parentale nel 2025 spetta ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti, sia a tempo determinato che indeterminato. La fruizione è riconosciuta anche in caso di adozione o affidamento, indipendentemente dall’età effettiva del minore, purché entro il limite dei dodici anni dall’ingresso in famiglia e mai oltre la maggiore età. In caso di parto, adozione o affido multiplo, il congedo parentale viene riconosciuto per ciascun bambino.

Si conferma la possibilità di frazionare il congedo a mesi, giorni o ore, anche in sequenze non continuative, secondo quanto previsto dall’art. 32 del D.lgs. 151/2001. La contrattazione collettiva di settore o aziendale può disciplinare modalità specifiche di fruizione oraria; in assenza di specifiche indicazioni, il congedo parentale su base oraria è consentito fino a metà dell'orario medio giornaliero.

Il congedo non è riconoscibile se viene meno il rapporto di lavoro o nei casi di genitori disoccupati, sospesi, lavoratori domestici o a domicilio (art. 34 D.lgs. 151/2001). I lavoratori agricoli e dello spettacolo a tempo determinato, invece, possono accedere se in possesso di determinati requisiti contributivi.

Durata massima e calcolo dei periodi di congedo parentale

Il periodo complessivo di congedo parentale resta invariato:

  • Massimo 6 mesi per ciascun genitore (7 mesi per il padre se si astiene per almeno tre mesi continuativi o frazionati).
  • Massimo di 10 mesi tra entrambi i genitori, elevabili a 11 nel caso sopra descritto.
  • Al genitore solo spettano fino a 11 mesi.
Il congedo parentale si somma all’astensione obbligatoria della maternità o paternità ed è richiedibile per ogni figlio. I periodi goduti non possono essere oggetto di trasferimento tra i genitori per i primi tre mesi, mentre per i successivi mesi la ripartizione può essere concordata liberamente.

Indennità di congedo parentale: importi ed esempi pratici

Per il 2025, la misura dell’indennità prevede:

  • 80% della retribuzione per i primi tre mesi complessivi di congedo (da fruire entro il sesto anno di vita del figlio oppure dal suo ingresso in famiglia in caso di adozione/affidamento).
  • 30% della retribuzione per i successivi sei mesi.
  • Ulteriori periodi di congedo sono indennizzati solo se il reddito individuale del richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione INPS.
L’indennità viene normalmente anticipata dal datore di lavoro e conguagliata tramite i flussi UniEmens (codice di conguaglio L331). In caso di mancata o errata esposizione a inizio 2025, può essere utilizzato il codice M047 per regolarizzare. Il valore dell’indennità è riferito alla retribuzione media del mese precedente l’inizio del congedo.

Tutti i periodi di congedo, anche quelli indennizzati solo al 30% o non indennizzabili, sono coperti da contribuzione figurativa utile ai fini pensionistici. Maggiori dettagli sono disponibili nella Circolare INPS n. 95/2025.

Procedura di domanda: come richiedere e gestire il congedo

La domanda per il congedo parentale deve essere presentata in modalità telematica attraverso il portale INPS, utilizzando credenziali SPID, CIE o CNS. Sono canali alternativi il Contact Center INPS e gli intermediari abilitati (patronati). Nella richiesta è necessario specificare con precisione il periodo, la tipologia di fruizione (giornaliera, oraria, mensile) e dichiarare il possesso dei requisiti previsti dalla legge vigente.

Il datore di lavoro, a sua volta, è tenuto a trasmettere correttamente i periodi di congedo nei sistemi di gestione delle presenze e nella dichiarazione UniEmens, utilizzando i codici evento previsti (PG4 per fruizione oraria, PG5 per quella giornaliera, 3Z e 4A per dipendenti pubblici).

In caso di lavoratori agricoli e dello spettacolo, il pagamento può avvenire direttamente dall’INPS. È fondamentale che la richiesta sia presentata prima dell’inizio del periodo di congedo per assicurarsi il riconoscimento integrale dell’indennità spettante.

Impatto fiscale, contribuzione e tutela del lavoratore

L’indennità di congedo parentale, inclusa quella maggiorata all’80%, è assoggettata a tassazione come reddito di lavoro dipendente, secondo l’art. 6 del TUIR. Ciò significa che viene applicata la ritenuta alla fonte e l’importo concorre al reddito complessivo, con relativa certificazione unica rilasciata dal datore di lavoro o dall’INPS. Le aziende e gli studi di consulenza sono tenuti ad aggiornare i sistemi di paga per assicurare la corretta gestione fiscale e contributiva delle indennità.

I periodi di assenza per congedo parentale sono coperti da contribuzione figurativa piena e la normativa offre possibilità di riscatto o versamenti volontari per integrare la posizione pensionistica ove necessario. 

Congedo parentale in caso di adozione, affidamento e casi particolari

La disciplina del congedo parentale si applica anche ai genitori adottivi e affidatari. Il diritto sussiste entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore nella famiglia, indipendentemente dall’età, e non oltre il raggiungimento della maggiore età. In caso di affidamento esclusivo, il genitore affidatario può beneficiare di un periodo esteso di congedo, secondo l’art. 337-quater del Codice Civile e la circolare INPS 27 ottobre 2025, n. 122.

Per i casi specifici dei lavoratori agricoli, il diritto al congedo parentale è subordinato al possesso di almeno 51 giornate di lavoro agricolo nell’anno precedente all’evento. Nel comparto marittimo e dello spettacolo sono previste modalità semplificate di presentazione della domanda e pagamento diretto da parte dell’INPS.

La parità di genere e il ruolo delle policy aziendali integrative

Le politiche per la parità di genere attuate da alcune imprese integrano e rafforzano la disciplina pubblica del congedo parentale. Aziende virtuose hanno introdotto programmi di congedo retribuito integrale per entrambi i genitori, counseling per il rientro in ufficio e flessibilità aggiuntiva, favorendo la condivisione delle cure familiari senza discriminazioni di genere. Tali iniziative incrementano la qualità della vita dei lavoratori e contribuiscono al benessere sociale complessivo, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea.

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