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Come gestire guadagni e perdite fondi di investimento a fine anno per pagare meno tasse

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Tra plusvalenze e minusvalenze

Grazie alla compensazione tra plusvalenze e minusvalenze č possibile conseguire una riduzione dell'importo delle imposte da versare.

Alla chiusura dell’anno fiscale, la gestione attenta dei guadagni e delle perdite nei fondi di investimento rappresenta uno degli strumenti più efficaci per ottimizzare la pressione fiscale e la performance complessiva del portafoglio. 

Comprensione della tassazione delle attività finanziarie

Il sistema italiano di tassazione sugli strumenti finanziari distingue tra diverse categorie di proventi: redditi di capitale (come interessi, dividendi, cedole, rendite distribuite) e redditi diversi (plusvalenze e minusvalenze da cessione di strumenti finanziari). Le plusvalenze, cioè i guadagni derivanti dalla vendita di titoli, obbligazioni, fondi comuni o altri strumenti finanziari, sono generalmente soggette a un’aliquota del 26%. Fanno eccezione i titoli di Stato italiani e quelli sovranazionali, che prevedono una tassazione ridotta al 12,5%. Analoghi criteri si applicano ai fondi comuni d’investimento, le cui rendite e plusvalenze sono normalmente tassate al 26%, ridotta nella quota investita in titoli pubblici. I PIR (Piani Individuali di Risparmio) rispettano un regime particolarmente agevolato, andando incontro all’esenzione totale dalle imposte su capital gain, cedole e dividendi, previa osservanza di specifici vincoli. Su ogni tipo di strumento detenuto in portafoglio, inoltre, grava l’imposta di bollo dello 0,2% sul valore di mercato.

Gestione strategica di guadagni e perdite: plusvalenze e minusvalenze

Nel corso dell’anno, l’alternanza tra guadagni (plusvalenze) e perdite (minusvalenze) è un aspetto fisiologico della gestione finanziaria. La compensazione tra i due consente una pianificazione fiscale mirata alla riduzione dell’imponibile. In base all’articolo 67 del TUIR, le minusvalenze rientrano nei redditi diversi di natura finanziaria: possono essere utilizzate per compensare le plusvalenze future e, in alcuni casi particolari, anche quelle realizzate all’interno dello stesso anno fiscale.

La compensazione ha regole stringenti: è ammessa solo tra redditi della stessa natura, ossia minusvalenze generate su azioni, obbligazioni, ETC o certificates possono essere impiegate unicamente per abbattere plusvalenze derivanti da strumenti analoghi. Per esempio, i guadagni da fondi comuni o ETF, che sono considerati redditi di capitale e non diversi, non possono essere compensati con perdite fiscalmente riportate.

È importante specificare, inoltre, che le minusvalenze possono essere riportate a compensazione per un periodo massimo di quattro anni solari successivi a quello di realizzazione: lo zainetto fiscale, disponibile sulle piattaforme bancarie in regime amministrato, permette all’investitore di monitorare ed utilizzare questi crediti d’imposta in tempo utile.

Modalità operative: regimi fiscale amministrato e dichiarativo

La gestione delle imposte sugli investimenti varia in funzione del regime fiscale adottato. Nel regime amministrato, la banca o la SIM agisce da sostituto d’imposta e compensa automaticamente plusvalenze e minusvalenze, senza che sia necessario intervenire nella dichiarazione dei redditi. Nel regime dichiarativo, l’onere della compensazione ricade invece direttamente sull’investitore, il quale deve compilare il quadro RT della propria dichiarazione fiscale, documentando le perdite e conservando le certificazioni degli intermediari finanziari.

Se si possiedono minusvalenze “in zainetto” presso una banca e si decide di trasferire gli asset a una nuova banca, è fondamentale richiedere la certificazione delle minusvalenze (art. 6, comma 5, D.Lgs. 461/97) per mantenere il diritto alla compensazione. In regime dichiarativo, il quadro RT del modello redditi rappresenta lo strumento normativo preposto al riconoscimento e all’utilizzo di tali crediti fiscali.

Tassazione dei fondi di investimento: dettaglio e ottimizzazione

I fondi comuni di investimento (OICR) presentano una tassazione sostitutiva sulle rendite e sui capital gain: la regola generale prevede il 26% su proventi e plusvalenze, variabile solo per lae quota di portafoglio investita in titoli di Stato. Le distribuzioni periodiche (cedole, dividendi) dei fondi comuni sono trattate come redditi di capitale, su cui non è mai possibile effettuare la compensazione fiscale con minusvalenze. Solo le plusvalenze da cessione di quote possono generare redditi diversi in casi particolari e risultare, quindi, compensabili. Tuttavia, la normativa limita severamente le possibilità di utilizzo delle minusvalenze, specialmente quando si tratta di fondi armonizzati o ETF, motivo per cui la pianificazione preventiva – in ottica di allocazione degli asset – assume ancora maggiore importanza.

Strategie di ottimizzazione fiscale e tecniche avanzate

L’ottimizzazione fiscale degli investimenti si fonda sulla conoscenza delle diverse tipologie di strumenti e sullo sfruttamento di agevolazioni e scadenze. In concreto, alcune best practice attuabili a fine anno comprendono:

  • Vendita selettiva di asset in perdita per generare minusvalenze compensabili su guadagni realizzati
  • Monitoraggio continuo del proprio zainetto fiscale
  • Impiego strategico di certificates (derivati) che generano plusvalenze sempre compensabili (redditi diversi)
  • Utilizzo di prodotti maxicedola in prossimità della scadenza delle minusvalenze, per ottimizzare il recupero fiscale
  • Pianificazione di affrancamenti fiscali su asset quotati, laddove previsto dalla legge con aliquote agevolate
  • Scelta ponderata tra regime amministrato e dichiarativo, in base alla composizione del portafoglio e alle esigenze personali di compensazione
Sebbene la tax-loss harvesting (raccolta di minusvalenze fiscali) sia una tecnica comune nei mercati anglosassoni, anche in Italia sta riscontrando maggiore attenzione: consiste nel vendere asset in perdita prima della chiusura dell’esercizio fiscale per utilizzare le minusvalenze controbilanciando plusvalenze emergenti. Questa strategia richiede però una conoscenza dettagliata delle regole sul “wash sale” (riacquisto dello stesso asset in tempi brevi) che possono invalidare il beneficio fiscale.

Simulazioni di compensazione fiscale ed esempi con casi pratici

Per visualizzare con chiarezza i meccanismi fiscali di gestione di guadagni e perdite, si riportano alcuni esempi pratici di compensazione:

  • Esempio 1: Vendita di azioni in perdita per -1.500 euro. Nello stesso periodo si realizza la vendita di altri titoli con una plusvalenza di 2.000 euro. Il risultato netto è 500 euro di plusvalenza imponibile su cui si applicherà la tassazione.
  • Esempio 2: Minusvalenza maturata su ETF di 800 euro, venduti in portafoglio. A distanza di mesi si vendono azioni che producono una plusvalenza di 600 euro. Grazie alla compensazione ammessa tra strumenti qualificanti, si pagherà l’imposta solo sui restanti 200 euro di minusvalenza, che resteranno a disposizione nello zainetto fiscale per gli anni successivi.
  • Esempio 3: Utilizzo di certificates a maxicedola per il recupero di minusvalenze in scadenza: la plusvalenza derivante dal prodotto viene automaticamente compensata riducendo o azzerando l’imponibile.
È essenziale sottolineare come ogni tipologia di strumento finanziario abbia regole proprie e che le combinazioni ammesse per la compensazione dipendano dalla natura dei redditi generati.

FAQ-Domande frequenti su come pagare meno tasse compensando e gestendo plusvalenze e minusvalenze

  • Come verifico le minusvalenze residue da compensare?
    Nel regime amministrato, sono disponibili nello zainetto fiscale presso l’intermediario. In regime dichiarativo, occorre controllare il quadro RT della propria dichiarazione e conservare la relativa certificazione.
  • Posso compensare minusvalenze di fondi comuni con plusvalenze di azioni?
    Sì, purché entrambe rientrino tra redditi diversi e vengano rispettate le regole fiscali previste.
  • Cosa fare se si avvicina la scadenza fiscale delle minusvalenze?
    Considerare strategie di “recupero” come la vendita di certificates o altri strumenti in grado di generare guadagni di natura compensabile.
  • Cosa succede se non utilizzo le minusvalenze entro i termini?
    Le minusvalenze non recuperate entro quattro anni dalla realizzazione vengono irrimediabilmente perse ai fini fiscali.
  • La fiscalità sugli investimenti cambia spesso?
    Sì, la normativa fiscale subisce revisioni periodiche: è importante aggiornarsi, anche attraverso fonti istituzionali o servizi di consulenza qualificata.
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