Il record storico dell'argento, esplorando cause economiche, rischi di mercato, impatti geopolitici e scenari futuri.
L'argento ha segnato livelli mai raggiunti prima, superando i cinquanta dollari per oncia nei principali mercati globali. Questo risultato rappresenta il sorpasso di un traguardo che resisteva dal 1980, periodo segnato da forti speculazioni e tentativi di manipolazione del mercato. L'aumento, che ha visto una crescita di oltre il 70% nel corso del 2025, ha anticipato persino asset di riferimento come l'oro e i principali indici azionari. L'interesse verso il metallo si è alimentato sia tra chi cerca asset rifugio in un clima economico segnato da timori inflazionistici, sia tra operatori industriali, coinvolti soprattutto nei settori tecnologici e delle energie rinnovabili. Contestualmente, le scorte fisiche custodite nei principali hub globali si sono fortemente ridotte, mentre le dinamiche di liquidità hanno avvicinato sempre più investitori all'argento, nella convinzione che possa offrire opportunità senza precedenti rispetto ad altri beni preziosi.
L'eccezionale crescita dei prezzi dell'argento è il risultato di una molteplicità di elementi che, intrecciandosi, hanno alimentato un trend decisamente rialzista. Sotto il profilo della domanda, una delle spinte principali arriva dal comparto industriale, in particolare da quello delle tecnologie verdi: la diffusione di pannelli solari, batterie avanzate e componenti per le energie rinnovabili richiede grandi quantità di questo metallo. Significativa è stata anche la progressiva intensificazione degli acquisti provenienti dall'India e da altri Paesi asiatici nei mesi recenti, fattore che ha rappresentato un'ulteriore tensione sull'offerta:
Il rally dell'argento è stato acuito da eventi straordinari legati a dinamiche di liquidità e strategie speculative aggressive. Londra, principale mercato fisico globale, ha vissuto una vera emergenza: la domanda superiore alle attese e la scarsità di offerta hanno determinato una forte impennata dei premi rispetto agli altri mercati, inducendo operatori a effettuare spedizioni aeree di lingotti per approfittare delle differenze di prezzo transatlantiche. In questo scenario, l'incremento dei tassi di locazione - saliti oltre il 30% su base mensile - ha reso sempre più oneroso il mantenimento di posizioni corte e ha prodotto un effetto short squeeze, costringendo numerosi venditori allo scoperto alla ricopertura forzata, alimentando così nuovi acquisti e ulteriori rialzi:
L'impennata delle quotazioni dell'argento non può essere disgiunta dal quadro internazionale turbolento e dalle dinamiche macro-finanziarie in corso. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina, con annuncio di dazi e contro-misure sulle commodities strategiche, hanno acuito le preoccupazioni circa la disponibilità della materia prima. Al contempo, l'incertezza legata a eventi come la chiusura del governo USA, le turbolenze nella governance internazionale e le crisi locali in Europa e Asia hanno spinto operatori e investitori a ricercare strumenti di protezione dal rischio sistemico.
I recenti tagli dei tassi da parte dalla Federal Reserve e le aspettative di un'ulteriore riduzione dei Fed Funds nei prossimi mesi hanno fornito ulteriore supporto psicologico e operativo al rally dei metalli preziosi. Tuttavia, non mancano i richiami alla cautela:
Il superamento delle antiche resistenze tecniche da parte dell'argento ha aperto nuove prospettive ma anche un acceso dibattito tra addetti ai lavori circa la sostenibilità di questi livelli. Alcuni analisti, come quelli di Bank of America, hanno rivisto al rialzo le proiezioni sull'orizzonte 2026, ipotizzando valori anche superiori ai 65 dollari per oncia. Tuttavia, persiste la possibilità che la recente crisi di liquidità e le tensioni speculative possano evolversi in una normalizzazione del mercato, con una possibile correzione dei prezzi nei prossimi mesi, specie in caso di ritorno della liquidità nelle piazze di scambio storiche come Londra.