Quanto bisogna investire per essere considerati un 'buon cliente' dalle banche? L'articolo esplora cifre richieste, vantaggi riservati ma anche rischi di consulenze pilotate e modi per difendere i propri interessi con alternative indipendenti.
Le banche rivolgono particolare attenzione a quei clienti che possiedono risorse finanziarie rilevanti, poiché questo tipo di clientela rappresenta per l’istituto una fonte di maggior redditività.
Il processo di valutazione si basa sulla disponibilità di capitali, l’affidabilità creditizia e la propensione all’investimento.
Avere una somma consistente da investire rende il cliente più appetibile per la banca, il che si traduce in un accesso a servizi personalizzati e condizioni più favorevoli su determinati prodotti finanziari.
Ma quali sono gli importi e le cifre che nel concreto rendono un cliente interessante per la banca? E quali sono i rischi di consulenze pilotate sia per questi clienti che anche per quelli con capitali minori?
I parametri che definiscono l’interesse della banca nei confronti di chi investe variano in base all’istituto e al mercato di riferimento. In Italia, l’attenzione si focalizza solitamente su soglie di capitale investibile superiori a 50.000 euro, ma per accedere ai servizi di private banking la soglia può salire anche a 250.000 euro o più. In realtà, un deposito superiore ai 100.000 euro in banca già colloca il cliente nella fascia considerata “ad elevato valore”, sia per ragioni di redditività diretta sia per motivi legati alle normative sul Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Gli scaglioni classici d’interesse sono:
Tuttavia, essere “clienti molto ricchi” attira anche maggiori attenzioni commerciali e promozionali su prodotti ad alto margine per la banca: da qui il tema delle consulenze non sempre super partes.
Per chi supera determinate soglie di capitale investito, gli istituti finanziari offrono vantaggi come consulenza patrimoniale dedicata, offerte su misura su prodotti finanziari, accesso a condizioni più favorevoli su prestiti, mutui e altri servizi bancari.
È frequente la presenza di team multidisciplinari formati da private banker, consulenti legali e fiscali, o la possibilità di negoziare commissioni, costi o premium su tassi. In molti casi si può beneficiare di un canale di assistenza prioritario, eventi riservati, reportistica dettagliata e strumenti esclusivi come gestioni patrimoniali personalizzate.
Oltre a questi vantaggi esistono però rischi nascosti. (che occorre considerare anche assolutamente possibili e realistici anche quando si investono somme tra i 30-50mila euro o anche minori)
I clienti facoltosi rappresentano una fonte redditizia anche attraverso la proposta di prodotti ad alto margine per la banca, come polizze assicurative miste, gestioni patrimoniali interne, certificate strutturati e obbligazioni emesse dalla stessa banca.
Tali offerte, se non attentamente valutate, possono comportare commissioni elevate, mancanza di trasparenza sui costi effettivi o, peggio, conflitti di interesse tra consulente e cliente.
La cosiddetta consulenza pilotata si verifica quando il suggerimento di investimento da parte del consulente bancario non nasce da un’analisi neutrale dei bisogni del cliente, ma segue priorità e obiettivi commerciali dell’istituto. In queste situazioni, i prodotti consigliati sono spesso quelli su cui la banca ottiene le commissioni più elevate o margini accessori, piuttosto che quelli realmente più adatti all’investitore. La natura di questo conflitto di interessi può essere evidente o sottile, ma il risultato è che il cliente riceve indicazioni non ottimali né realmente indipendenti.
Cosa succede nel concreto?
Nei portafogli dei clienti meglio “considerati” dalle banche si ritrovano spesso prodotti con costi elevati o rischio poco trasparente, perché garantiscono guadagni consistenti per l’intermediario. Ecco alcuni esempi comuni:
Riconoscere una consulenza finanziaria non indipendente richiede attenzione a diversi segnali concreti:
Strumenti più trasparenti e con bassi costi per chi desidera autonomia e controllo sono disponibili a tutti gli investitori, anche con capitali modesti.
Nel panorama dei prodotti efficienti e trasparenti figurano:
Per chi desidera evitare conflitti di interesse nel ricevere una consulenza d’investimento, è possibile rivolgersi a professionisti come i consulenti finanziari indipendenti iscritti all’albo OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari). Questi professionisti, noti come “fee only”, non percepiscono commissioni dai prodotti collocati, ma vengono remunerati esclusivamente dal cliente stesso.
In alternativa, società di consulenza finanziaria autorizzate (SIM, SGR) che adottano un modello di servizio “fee only” e non entrano in conflitto con l’interesse dell’investitore. È sempre opportuno verificare l’iscrizione all’albo e la natura dei compensi.
In questo modo si è certi che il servizio offerto sia effettivamente orientato all’ottimizzazione dei costi, alla personalizzazione e alla trasparenza, senza pressioni commerciali o scelte condizionate da incentivi occulti.