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Cosa piace e c'è di buono nel CCNL Scuola Docenti e Ata 2022-2024 rinnovato e cosa manca, critiche e giudizi negativi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Cosa piace CCNL Scuola Docenti Ata 2022

Quali sono le principali criticità e mancanze evidenziate nel rinnovo del Ccnl Scuola 2022-2024, ma altre decisioni piacciono e soddisfano

Il recente rinnovo del contratto collettivo nazionale della scuola per il periodo 2022-2024 rappresenta un passaggio decisivo per oltre 1,2 milioni di lavoratori del settore istruzione in Italia, tra insegnanti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario. La trattativa, avviata con l’obiettivo di adeguare retribuzioni e tutele contrattuali all’inflazione galoppante e al mutato scenario economico, ha coinvolto tutti i principali sindacati del comparto istruzione e ricerca. 

Tuttavia, la firma dell’accordo ha visto divergenze significative: una parte delle organizzazioni ha aderito, mentre altri soggetti sindacali, come la FLC CGIL, hanno scelto di non apporre la loro firma giudicando insoddisfacenti le misure economiche e normative concordate. Con il rinnovo vengono introdotte alcune novità sul versante retributivo e sul welfare, ma si evidenziano anche criticità e il mancato soddisfacimento di alcune richieste storiche del comparto. 

Cosa prevede il nuovo CCNL Scuola 2022-2024 per docenti e personale ATA: aumenti, arretrati e novità che piacciono 

I contenuti del contratto della Scuola rinnovato interessano principalmente gli aumenti in busta paga, il pagamento degli arretrati e alcune novità di carattere normativo e di welfare rivolte al personale docente e agli ATA. Gli incrementi retributivi variano secondo ruolo e anzianità:

  • Docenti: incremento compreso tra 105 e 177 euro mensili lordi, con differenziazioni basate sulle fasce di esperienza e fino a 185 euro nelle posizioni più elevate.
  • Personale ATA: aumento mensile compreso tra 82 e 186 euro lordi, in relazione al livello e agli anni di servizio, con collaboratori scolastici tra 42 e 97 euro netti mensili.
  • Funzionari e DSGA: riconoscimento di indennità di direzione pari a 2.972 euro annui.
Sul fronte degli arretrati, le cifre previste per il triennio di riferimento vanno da poco più di 1.000 euro per i livelli più bassi fino a oltre 2.000 euro per i livelli superiori, comprensive di una quota una tantum di circa 270 euro. Il rinnovo incorpora, inoltre, interventi già riconosciuti tramite indennità di vacanza contrattuale, che rappresentano oltre il 60% degli aumenti.

Tra le novità rilevanti del rinnovo contrattuale si segnalano:

  • Potenziamento del welfare: dal 2026 polizza sanitaria a carico dello stato fino a 3.000 euro annui per visite ed esami; assicurazione infortuni da parte pubblica.
  • Misure fiscali: detassazione del salario accessorio con bonus una tantum di 140 euro e incremento del bonus mensile a 60 euro per le lavoratrici madri.
  • Credito di imposta per acquisto libri e altre misure anti-caro vita previste dalle ultime leggi di bilancio (collegamento alle normative non inserito secondo istruzioni).
In sintesi, il nuovo impianto retributivo cerca di contrastare l’erosione del potere d’acquisto, anche se parte degli incrementi sono già stati anticipati. 

Le ragioni di chi ha firmato: valutazioni positive e cosa piace del contratto

Le organizzazioni che hanno sottoscritto il rinnovo pongono l’accento su una valorizzazione complessiva del personale scuola e su un percorso che, pur non esaustivo, avvia un’uscita dal blocco salariale protrattosi per anni. La CISL Scuola sottolinea in particolare l’urgenza di chiudere rapidamente la trattativa per assicurare il saldo e gli arretrati ai lavoratori, giudicando indispensabile l’intesa in vista di negoziati futuri più rapidi e tempestivi:

  • Secondo SNALS-Confsal, l’accordo risponde a esigenze di equità nella distribuzione delle risorse e valorizza le funzioni aggiuntive del personale, introducendo indennità specifiche per situazioni disagiate e nuove condizioni di mobilità.
  • ANIEF indica come aspetto positivo la preferenza data agli incrementi tabellari, privilegiando la coerenza tra stipendio base e indennità mantenuta negli ultimi CCNL e chiedendo il pieno utilizzo dei fondi di valorizzazione previsti dalle normative finanziarie recenti.
  • UIL Scuola Rua apprezza le nuove misure di welfare e valorizzazione economica, che vengono considerate una risposta concreta alle necessità del personale scolastico, ponendo le basi per il recupero, seppure parziale, della perdita di potere d’acquisto.

Critiche, giudizi negativi e motivazioni del dissenso sul CCNL 2022-2024

Non sono mancate valutazioni negative e prese di posizione critiche, sia all’interno del panorama sindacale sia da parte di esperti e associazioni di lavoratori. In particolare, la decisione della FLC CGIL di non firmare il contratto riflette insoddisfazione diffusa che trova eco anche in altre sigle e realtà associative:
  • Secondo la FLC CGIL, gli incrementi retributivi coprono poco più di un terzo della perdita di potere d’acquisto maturata durante il triennio, aggiungendo che oltre il 60% delle somme era già stato anticipato tramite l’indennità di vacanza contrattuale.
  • La mancata copertura dell’inflazione e la distanza rispetto agli standard retributivi europei sono le principali motivazioni sottolineate dai critici, che richiedono maggiori risorse per evitare l’impoverimento strutturale del personale scolastico.
  • La Gilda segnala la difficoltà di gestione di un comparto troppo ampio, proponendo una contrattazione separata e specifica per la docenza, vista la peculiarità delle responsabilità educative.
  • Voci dissenzienti come la FENSIR evidenziano la parzialità nell’attuazione delle nuove figure di middle management (Elevate Qualificazioni), denunciano la modestia degli aumenti (tra 17 e 50 euro netti medi a seconda delle categorie) e criticano la scarsa incisività degli interventi normativi.

Cosa manca secondo i sindacati e i lavoratori: misure assenti o ritenute insufficienti

Le principali mancanze rivendicate nel rinnovo contrattuale della Scuola 2022-2024 riguardano diversi ambiti:
  • Inadeguatezza degli incrementi retributivi rispetto all’aumento del costo della vita e all’inflazione, sia per docenti che per ATA.
  • Insufficiente riconoscimento delle funzioni intermedie (middle management) e delle responsabilità aggiuntive nel personale non docente, con lo status delle Elevate Qualificazioni ancora in fase di definizione operativa.
  • Mancanza di buoni pasto universali, strumenti di welfare aggiuntivo o flessibilità come il lavoro agile strutturale, nonostante ripetute richieste.
  • Norme specifiche non aggiornate per il personale in servizio all’estero.
  • Assenza di risorse ulteriori nella legge di bilancio 2026 per colmare il gap retributivo con altri comparti della pubblica amministrazione.
In aggiunta, viene spesso rimarcata la necessità di una revisione dell’ordinamento con un rafforzamento delle aree professionali, il pieno riconoscimento delle responsabilità amministrative e delle posizioni economiche ATA, e la richiesta, non soddisfatta, di un contratto autonomo per il corpo docente capace di premiare le specificità della professione.